A MELENDUGNO DANNO “un film già visto”, QUESTA VOLTA GIRATO DA TERNA
di Raffaele Polo ______
Si è tenuto ieri sera a Melendugno l’incontro informativo organizzato da Terna, riguardante il progetto, non a immediata scadenza (se sarà approvato, se ne parlerà tra anni) che intenderebbe far passare dal territorio di alcuni comuni salentini cavi interrati relativi alla elettricità. L’idea è di collegare la Grecia con il Salento, prima con cavi sottomarini e poi via terraferma, sino a Galatina. L’approdo scelto per toccare il territorio italiano è, neanche a farlo apposta, proprio Melendugno. E, dopo la ferita della TAP, non ancora rimarginata, si è alle prese con ‘un film già visto’, come ha sintetizzato nel suo articolato interevento l’ex sindaco, Marco Potì.
Ma prima c’è stata la pacata ed esaustiva prolusione dei tecnici responsabili del progetto (Damiano Borri) e responsabile autorizzazioni e concertazione area adriatiica (Luca Ferreli).
Nella sala Consilare, piena zeppa di schermi e manifesti, molto ben allestita da Terna e con un piacevole tavolo ristoro ben fornito, si sono assiepati tanti cittadini che hanno subissato gli organizzatori con ogni tipo di domanda.
Diciamo che l’idea portante di Terna è quella di ascoltare, informare e rassicurare che nulla sarà realizzato senza autorizzazioni e, soprattutto, senza il consenso dei cittadini. ‘A dire il vero, il progetto non c’è ancora’ ha affermato Borri, responsabile del progetto (che non c’è). Epperò percorsi e approdo sono stati ampliamente pubblicizzati, fino ad arrivare al vero ‘punto dolens’ di tutto l’argomento: la scelta di Melendugno e la specifica dell’approdo, in una terna (in un curioso bisticcio) prospettata, tra cui anche Roca Vecchia (sic!).
Indignazione dei presenti e subito parole mielate dei responsabili che hanno confermato che il loro (non) progetto è solo una ipotesi, visto che altre possibilità non ve ne sono. ‘Anzi, suggeritecele voi, le alternative…’ è stato detto. Ed è intuibile come la discussione e le proposte siano andate avanti fino a tardi.
Non è mancato un accenno al tipo di risarcimento che potrebbe essere proposto per i territori che potranno essere interessati da questa nuova devastazione (‘Sono solo 25 metri di profondità per 2 metri di larghezza, per una cinquantina di chilometri..’ è stato riferito, anche se il progetto non c’è…) E si è continuato così, con i bravi funzionari pronti a recepire tutti i suggerimenti e pronti a spingersi fino ad affermare che ‘potrebbero’ essere presi in considerazione benefici legati al territorio e all’ambiente…
In conclusione, un impatto interessante ma che non ha stabilito nulla, se non la poco tranquillizante realtà che si parla di qualcosa che è stato già ben definito nei particolari anche se, ufficialmente, si insiste in un necessario avallo dei cittadini… Intanto, il buffet era gustoso e l’appuntamento è stato reiterato per i prossimi mesi. ______
L‘ APPROFONDIMENTO nelnostro articolo dell‘ 11 ottobre scorso
Dopo il partecipato incontro pubblico di ieri sera, ancora di più sono gli interrogativi che abbiamo.
Perché ancora Melendugno?
Oltre agli impatti ambientali e con la rete natura 2000 (la cui assenza nella zona a mare antistante i confini del territorio costiero di Melendugno, “invita” ogni infrastruttura energetica ad approdare qui!) ed a quelli paesaggistici, idrogeologici, faunistici, ci sono gli IMPATTI di tipo SOCIALE E PSICOLOGICO. Una comunità come la nostra che ha subito da oltre 12 anni e subisce ancora lo “stress” provocato da un’infrastruttura inutile, dannosa e pericolosa come il Tap, ha diritto forse ad una tregua.
La Regione Puglia e le sue istituzioni sanno bene quanto è lunga la Puglia. Perché allora limitarsi a far esplorare solo 3 approdi a San Foca escludendo Otranto? E Torchiarolo, San Pietro Vernotico, Brindisi, non sono Puglia?
Così facendo non si trasforma San Foca e Melendugno un OBIETTIVO SENSIBILE in ordine alla sicurezza da eventuali attacchi terroristici o militari? Non abbiamo già visto di recente le navi militari straniere vigilare davanti alla nostra le rive?
È giusto tutto questo?
Aldilà degli approdi prescelti, è giusto accanirsi ancora con queste comunità?
E poi: proprio nel sud del Salento occorre equilibrare la rete elettrica in vista di scenari futuri sulle energie rinnovabili? Solo a Galatina?
È possibile conoscere questi scenari futuri sulle energie rinnovabili?
E ancora: chi è il titolare dell’energia elettrica prodotta dalle varie fonti di produzione? A chi verrà venduta questa energia in surplus rispetto al consumo, grazie all’utilizzo del “nostro” elettrodotto ? Chi sfrutterà quell’autostrada che vorrebbero costruire con approdo ancora una volta a San Foca? Forse le solite multizionali che devono speculare sul prezzo dell’energia, giocando sui valori ballerini della borsa di Amsterdam?
Tanti sono i perché su cui attendiamo risposte.
Per queste ragioni e per ogni altro ragionamento come gruppo consiliare di minoranza abbiamo chiesto l’istituzione di una commissione consultiva aperta permanente in cui discutere in maniera TRASPARENTE di ogni aspetto, comprese eventuali vantaggi e opportunità concrete per le nostre comunità.