“La terra dei monsoni”, ROMANZO FRA I DUE MONDI DI PIRA SUDHAM
di Raffaele Polo ______ Pira Sudham (nella foto), è un autore di origini thailandesi. È nato in un villaggio di Isan, nel nord-est della Thailandia. All’età di quattordici anni lasciò Isan per Bangkok per diventare un servitore di monaci buddisti in un monastero dove ha frequentato la scuola secondaria.
Proprio dai ricordi e dalle esperienze della vita visuta, nasce questo intenso romanzo, “La terra dei monsoni” (Besa, 240 pagine, euro 17).
Lo scritto, magistralmente curato e tradotto da Silvia Padrone e Giuseppe Striccoli, annoda un sofferto e appassionato dialogo fra due mondi, quello occidentale e quello orientale.
Napo, un piccolo villaggio della Thailandia rurale, sperduto nella piana sconfinata delle risaie disseccate dal sole, attende l’arrivo dei monsoni. E quando finalmente questi si annunciano, uomini e animali sono percorsi da una strana eccitazione, e frotte di bambini scalzi festeggiano, danzando, l’arrivo della pioggia. Uno di loro, Prem, detto “il muto” o “il girino”, diventerà monaco buddista, attraverso un percorso circolare che lo porterà lontano, in Europa, fino al ritorno nel suo villaggio.
L’attesa dei monsoni per Pira Sudham, insomma, passa attraverso un intenso dialogo tra due mondi, la Thailandia e l’Europa, l’Oriente e l’Occidente. Allegoria universale e ricca di sfaccettature, quella de ‘La terra dei Monsoni’, riecheggia temi e sollecitudini di tanti capolavori letterari sparsi nei secoli e in una geografia universale senza confini, destinata ad aprire conoscenza e condivisione fra tutti gli uomini.