VIENI A SNIFFARE IN PUGLIA, PUGLIA, PUGLIA
LA NOSTRA REGIONE PURTROPPO E’ DIVENTATA CROCEVIA DEI TRAFFICI INTERNAZIONALI DI COCAINA. A leccecromaca.it PARLA L’ESPERTO DELL’ONU ANTOINE VELLA, CHE CHIEDE MAGGIOR IMPEGNO ALLE ISTITUZIONI E METTE IN GUARDIA I CITTADINI SUI PERICOLI DELLA DROGA
di Flora Fina ______
“E’ allarmante constatare il continuo aumento dei traffici di cocaina che partono dalla Puglia verso i Balcani. Questo fenomeno rappresenta una seria minaccia per la sicurezza pubblica e la salute dei cittadini. E’ necessario che le autorità locali e nazionali intensifichino i controlli e adottino misure efficaci per contrastare questo illecito commercio di droga e arrestare i responsabili. Solo attraverso una collaborazione coordinata e un’impegno comune si potrà porre fine a questa attività criminale che compromette la stabilità e la sicurezza della nostra comunità.”
È quanto afferma Antoine Vella (nella foto), di nazionalità austriaca, ricercatore e analista presso l’ Unione Europea, raggiunto telefonicamente nella mattinata di oggi da leccecronaca.it a Vienna, negli uffici della United Nations Office on Drugs and Crime ( UNODC) Vienna International Centre, in seguito alla pubblicazione di un recentissimo report dal titolo “Global Report on Cocaine 2023 Local dynamics, global challenges” da parte dell’Onu, e che descrive, con dovizia di particolari, quella che è l’attuale situazione, dai tratti sconvolgenti, si potrebbe dire.
È stato reso noto infatti in questi giorni che sono ben due le frecce blu, il colore che indica le rotte marittime, che partono dal territorio pugliese e puntano decise al di là dell’Adriatico: all’interno del Rapporto Globale infatti, da poco pubblicato dall’Unodc-Ufficio delle Nazioni Unite per il controllo della droga e la prevenzione del crimine, la Puglia pare asservita al gran gioco della criminalità organizzata transnazionale e trasformata da mera zona di arrivo e spaccio in banchina di esportazione dello stupefacente verso i Balcani.
Non solo: il merito di tale particolare quanto pericolosa dinamica, risiederebbe nell’ evoluzione criminale che, nell’ultimo decennio, ha caratterizzato i gruppi di lingua albanese che sono riusciti a diventare – come spiega il report l’Agenzia delle Nazioni Unite fondata nel 1997 – il maggior protagonista nel mercato europeo della cocaina, potendo contare su una vasta rete di collaboratori nella diaspora albanese all’estero e spesso collaborando con gruppi criminali italiani.
Per questo motivo leccecronaca.it ha deciso pertanto di indagare più a fondo la questione, tramite un’intervista che non ha lasciato alcun dubbio in merito:
I.: Buongiorno Antoine, grazie per averci concesso questa intervista. Come ha valutato l’attuale traffico di cocaina che parte dalla Puglia verso i Balcani?
Antoine Vella: Buongiorno, grazie per l’opportunità. Purtroppo, devo dire che il traffico di cocaina che parte dalla Puglia verso i Balcani è in costante aumento e rappresenta una grave minaccia per la sicurezza pubblica e la salute dei cittadini.
I. Quali sono, secondo lei, le cause di questo fenomeno?
Antoine Vella: “Le cause di questo fenomeno sono molteplici e complesse. In generale, possiamo dire che la Puglia rappresenta un punto strategico per il traffico di droga a causa della sua posizione geografica e delle sue infrastrutture portuali. Inoltre, la crescente domanda di cocaina nei Balcani ha incentivato i narcotrafficanti ad utilizzare la Puglia come hub per l’approvvigionamento di questa sostanza”.
I.: Quali potrebbero essere le prospettive future in merito a questo fenomeno?
Antoine Vella: Purtroppo, le prospettive future non sono incoraggianti. Il traffico di cocaina rappresenta un mercato molto redditizio per i criminali e, di conseguenza, è difficile prevedere una diminuzione del fenomeno a breve termine. Tuttavia, credo che attraverso una maggiore cooperazione tra le autorità locali e nazionali, possiamo adottare misure efficaci per contrastare questo fenomeno e arrestare i responsabili. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare l’opinione pubblica sulle conseguenze negative del consumo di droga e promuovere la cultura della legalità e della prevenzione.
I: Può parlarci di come ha condotto la ricerca su questo fenomeno e quali strumenti hai utilizzato per analizzare i dati?
Antoine Vella: Sì, certo. La mia ricerca si è basata su una vasta analisi delle fonti informative disponibili, tra cui i rapporti delle forze dell’ordine, le indagini giudiziarie e le statistiche nazionali ed internazionali. Inoltre, ho avuto modo di intervistare alcuni esperti del settore, tra cui investigatori, analisti e operatori del settore della sicurezza. Per quanto riguarda gli strumenti utilizzati, ho fatto ampio uso delle tecnologie digitali, come l’analisi dei dati e delle informazioni attraverso software specializzati, l’elaborazione di mappe e diagrammi per rappresentare i flussi di traffico e l’intercettazione di comunicazioni telematiche. Tuttavia, è importante sottolineare che la tecnologia da sola non è sufficiente per risolvere il problema del traffico di droga. È necessario un impegno costante e coordinato da parte di tutte le istituzioni coinvolte, in sinergia con la società civile, per prevenire e contrastare efficacemente questo fenomeno.
I.: Cosa pensa che dovrebbe fare la Puglia e le istituzioni per contrastare il traffico di cocaina verso i Balcani?
Antoine Vella: La Puglia e le istituzioni devono agire in modo coordinato e sinergico per contrastare il traffico di cocaina. È necessario intensificare i controlli nei porti e nelle aree a rischio, aumentare la collaborazione tra le forze dell’ordine e gli organi giudiziari, e migliorare la prevenzione e la lotta al consumo di droga. Inoltre, è importante sensibilizzare la popolazione locale e le autorità europee sulla gravità del fenomeno e l’urgenza di agire.
I.: C’è un motivo specifico per cui le rotte del traffico di cocaina si sono invertite, passando dalla Colombia alla Puglia e poi verso i Balcani?
Antoine Vella: Sì, ci sono diversi fattori che hanno contribuito all’inversione delle rotte del traffico di cocaina. In primo luogo, la crescente presenza di forze dell’ordine nei Paesi dell’America Latina ha reso più difficile per i narcotrafficanti operare in modo indisturbato. Inoltre, la Puglia offre un accesso più diretto ai mercati dell’Europa dell’Est rispetto ad altri porti europei, il che ha reso la regione un punto di transito privilegiato per il traffico di cocaina. Infine, la Puglia rappresenta un luogo di incontro tra le rotte di traffico nord-sud e est-ovest, offrendo ai narcotrafficanti maggiori opportunità di infiltrarsi nel mercato europeo della droga.
I: Grazie Antoine per le sue risposte e il suo contributo prezioso su questo tema importante. Ha qualcosa da aggiungere?
Antoine Vella: Sì, vorrei sottolineare ancora una volta l’importanza della collaborazione tra tutte le istituzioni coinvolte e la necessità di un approccio integrato per combattere il traffico di droga. Inoltre, è fondamentale sensibilizzare la popolazione sulle conseguenze negative del consumo di droga e promuovere un cambiamento culturale verso uno stile di vita sano e responsabile. Grazie per l’opportunità di condividere le mie opinioni su questo argomento cruciale.
Insomma siamo di fronte ad un fenomeno a dir poco preoccupante: il traffico di cocaina verso i Balcani, secondo i dati delle forze dell’ordine, fa emergere che sempre più alte quantità di droga passano attraverso i porti pugliesi, prima di dirigersi verso l’Europa dell’Est, mettendo in evidenza che questo fenomeno rappresenta una minaccia seria sia per la salute pubblica che per la sicurezza nazionale, oltre ad alimentare il crimine organizzato e la violenza.
L’analisi di esperti come Antoine Vella dimostra come la situazione sia particolarmente grave: la Puglia rappresenta un’importante rotta di transito per il traffico di droga tra America Latina ed Europa, che rende la regione un obiettivo privilegiato per i narcotrafficanti. Ciò è dovuto alla posizione geografica della Puglia, situata al centro del Mediterraneo, nonché alla presenza di importanti porti che offrono un facile accesso alle rotte commerciali.
Inoltre, l’aumento della domanda di cocaina nei Paesi dell’Europa dell’Est ha reso la Puglia un mercato appetibile per i narcotrafficanti, che utilizzano le reti criminali locali per distribuire la droga: ciò ha portato ad un aumento delle attività illecite nella regione, come il riciclaggio di denaro e la corruzione, e ha rappresentato una sfida per le autorità locali.
Tuttavia, la lotta contro il traffico di droga non può essere limitata alle sole forze dell’ordine: è necessario un approccio integrato che coinvolga tutte le istituzioni e la società civile, con l’obiettivo di prevenire il consumo di droga e combattere efficacemente il fenomeno, quali ad esempio campagne di sensibilizzazione sulla salute e i rischi del consumo di droga devono essere promosse nelle scuole e nella società, al fine di prevenire la dipendenza, e affinché tale pericolo, che grava su giovani e famiglie, possa essere scongiurato.
In sintesi, il traffico di cocaina che parte dalla Puglia verso i Balcani rappresenta un fenomeno preoccupante che richiede un approccio integrato e coordinato per essere contrastato efficacemente: un grido di aiuto giunge pertanto nei confronti delle autorità locali che devono necessariamente intensificare i controlli e promuovere la prevenzione. Tuttavia, anche la società civile deve svolgere un ruolo attivo nella lotta contro il traffico di droga in maniera tale da proteggere la salute pubblica e la sicurezza nazionale, e sconfiggere il crimine organizzato.
In poche parole dunque, le istituzioni devono necessariamente adoperarsi affinché la Puglia non continui ad essere il nuovo epicentro del traffico di droga, un fenomeno che rappresenta una vera e propria emergenza per la nostra società: la droga si sa, è una piaga che sta distruggendo intere famiglie, giovani e comunità, generando una serie di conseguenze disastrose per la salute pubblica e la sicurezza nazionale.
Come non ciò non bastasse, le conseguenze del consumo di droga sono molteplici e disastrose: malattie, dipendenza, povertà, emarginazione, violenza e criminalità. Le famiglie sono le prime vittime di questa piaga, poiché devono affrontare le conseguenze della dipendenza dei loro cari e subire le ripercussioni economiche e sociali, poiché “La droga non risolve i problemi, ma li nasconde temporaneamente, e poi li rende più grandi e più gravi di prima “.
Category: Costume e società, Cronaca, Politica
Verrebbe da dire: Ecco, adesso non siamo più inferiori a nessuno…
Grazie, complimenti alla nostra Flora Fina, oltre che naturalmente al suo intervistato. Prego tutti di leggere, e di meditare su questo ottimo pezzo di impegno giornalistico e di attenzione sociale.