CALCIO MASCHILE VS CALCIO FEMMINILE: ESISTONO DAVVERO DIFFERENZE IN CAMPO?
Il calcio maschile è tra gli sport più seguiti in Italia, e non solo, ma negli ultimi anni anche il calcio femminile sta vivendo un periodo d’oro grazie alle nuove generazioni di bambine e ragazze che si avvicinano a questa attività, sia in maniera amatoriale, sia agonistica. Sono in numero sempre maggiore, infatti, le giovanissime che frequentano scuole di calcio femminile per ambire al professionismo.
Gioco, divertimento, disciplina, regole di comportamento, tecniche di base, interazione, il calcio è tra gli sport più accessibili e appassionanti. In Italia, il numero delle donne che lo praticano in maniera costante è incrementato, soprattutto dopo l’ultimo campionato mondiale del 2019 che ha visto la squadra nazionale femminile ottenere ottimi risultati. L’eco di tale successo calcistico si nota anche osservando le più importanti piattaforme digitali di scommesse sportive. Un esempio è dato da https://betmasteritalia.info/ su cui numerosi utenti seguono i risultati di match femminili al pari di quelli maschili.
Organismi diversi, stesso gioco
Quali differenze esistono tra calcio femminile e calcio maschile? In termini di regolamento di gioco nessuna e maschi e femmine non presentano peculiarità di genere fino all’età dello sviluppo che possano influire sulle prestazioni in un modo o nell’altro.
Dalla fase puberale in poi le cose cambiano fisiologicamente e si registrano performance sportive diverse da ricondursi a caratteristiche tipicamente organiche.
Capacità aerobica femminile
L’apparato cardiovascolare femminile presenta una minor capacità di trasporto ossigeno dovuta alle caratteristiche di globuli rossi più piccoli e tasso di emoglobina inferiore. Anche la gittata sistolica (volume di sangue espulso attraverso arteria polmonare e aorta), a parità di impegno di lavoro, è inferiore a quella maschile. Questo si traduce in una capacità aerobica ridotta del 10% circa rispetto ad un maschio con caratteristiche di peso e altezza simili.
Ormoni e ciclo mestruale
Maschi e femmine hanno una diversa distribuzione di grasso corporeo e percentuale di acqua nell’organismo che, nelle donne, le espone ad una potenziale maggior disidratazione.
Ulteriori differenze sono dovute agli ormoni androgeni che influenzano velocità, decelerazioni, accelerazioni, rapidità, e all’apparato scheletrico in termini di densità ossea che nelle donne è più bassa, posizione del centro di gravità corporeo che interviene nelle attività fisiche di coordinazione in cui le donne risultano avvantaggiate.
Inoltre, in virtù della fisiologia femminile, legamenti e articolazioni sono più flessibili.
Non ultimo, il ciclo mestruale. Secondo diversi studi, esiste una correlazione tra questo e prestazione sportiva a seconda delle fasi del ciclo stesso che generano una risposta differente dell’organismo sotto sforzo fisico. In ogni caso non è un impedimento all’allenamento.
Al di là delle peculiarità fisiche proprie di maschie femmine non v’è dubbio che oggi il calcio femminile desti più attenzione rispetto al passato e la sua storia, la sua evoluzione nel tempo, lo dimostrano.
Come nasce il calcio femminile
A cosa si deve la nascita del calcio femminile?
Le sue origini risalgono alla seconda rivoluzione industriale in Gran Bretagna, tra fine Settecento e metà Ottocento del secolo scorso, ad opera della Football Association. È in questo periodo, infatti, che le lavoratrici delle fabbriche inglesi iniziano a giocare a calcio come dopolavoro ispirando altre donne al punto che, dopo la prima guerra mondiale, fanno capolino in Scozia e Francia le prime squadre di calcio femminile. Possono giocare, ma non possono farlo sui campi federali o partecipare a determinate competizioni. Non si tratta solo di un cambiamento sportivo, ma anche sociale ed economico. È l’inizio della dimostrazione di un nuovo livello di consapevolezza delle donne.
Nel Bel Paese bisogna attendere il 1933 per vedere la prima squadra di calcio femminile, fondata a Milano, ma nonostante gli entusiasmi delle giovani calciatrici dell’epoca, la Figc (Federazione Italiana Gioco Calcio) consente loro il gioco esclusivamente a porte chiuse ritenendo il calcio un’attività maschile. Solo nel secondo dopoguerra il calcio femminile vive una sorta di riscossa con la formazione delle squadre della città di Trieste e Napoli.
Oggi, ferme restando le caratteristiche strutturali, naturali, di uomini e donne che non limitano e non impediscono un gioco di pari livello, il calcio femminile presenta differenze importanti:
– a livello economico rispetto a quello maschile che coinvolge una più corposa filiera di investimenti;
– a livello mediatico con minor spazio televisivo, giornalistico, informativo;
– a livello di retribuzioni più esigue alle calciatrici.
Category: Costume e società
Interessante.
In conseguenza di quanto esposto, avrei una domanda.
Considerato il calcio professionistico, per avere uno scontro virtualmente “alla pari” tra squadre maschili e squadre femminili, quali serie dovrebbero confrontarsi?
Ad esempio, considerando una squadra di serie A femminile che ha chiuso la stagione a centroclassifica, in quale serie dovrebbe militare la squadra maschile pure di centroclassifica che, in una serie di ipotetiche partite, potrebbe dare alla squadra femminile la possibilità di vincerne all’incirca la metà? B? C? Altro?
Grazie.