SOLIDARIETA’ A VENDOLA

| 3 Novembre 2013 | 0 Comments

Ben venga il rigore giuridico quando la questione riguarda la Salute delle Persone e la Salute dell’Ambiente. La questione ILVA è un’onta per l’intera società civile e le Istituzioni tutte che non hanno colto, in anticipo, le conseguenze negative e i meccanismi aziendali altamente sofisticati oltrepassanti leggi e regole.

I danni in termini di vite umane, di contaminazione delle matrici ambientali, di ricatto occupazionale pesano e scuotono le coscienze ma, molto spesso, ciò accade solo dopo che i crimini sono stati compiuti. Il prezzo che la collettività paga per modelli di sviluppo basati sul profitto e non sulla sostenibilità socio-economica, ambientale e sanitaria è da tempo risaputo; ogni sistema che antepone mercati e finanza alla cosa pubblica è destinato a produrre degrado, sfruttamento e malessere. La scelta della siderurgia modello ILVA – una scelta del secolo scorso  – contiene tutte queste storture che, seppur negli anni sono state corrette e attutite, mantiene un’impostazione che inficia ogni sforzo di sostanziale adeguamento agli standard attuali di sicurezza a cui giustamente richiamano organismi comunitari e di controllo governativi. Colpevoli siamo tutti e dirigere ora l’attenzione solo sugli aspetti giuridici e legali rischia di far perdere, ancora una volta e all’intero Paese, la lezione della storia.

Icmesa, Italsider, ThyssenKrupp, Eternit, ora Ilva e Cerano, e tanti altri esempi ancora, di cui alcuni in corsa d’opera: è tempo di smettere di intervenire a posteriori solo per limitare il danno.

Quello che per la LILT – Sezione provinciale di Lecce è l’obiettivo principale, la prevenzione, vale anche per le politiche economiche perché la salubrità dei luoghi di vita e di lavoro è quanto l’epidemiologia poi raccoglie e registra. Lo stato di salute delle matrici ambientali è la condizione base per opportunità di benessere o per penalizzazioni di malattia. Un insediamento complesso come lo stabilimento Ilva di Taranto – che è il maggior polo per la trasformazione dell’acciaio in Europa – ha alle spalle una storia lunga quanto la sua stessa esistenza e chi oggi è entrato nelle vicende giudiziarie atte a far luce sulle responsabilità politico-amministrative, in quanto Governatore regionale e Direttore Generale Arpa (Vendola e Assennato), rilevava un’eredità di difficile trattazione. Qualsiasi altro governo e dirigenza di controllo sarebbero stati chiamati a rispondere del proprio operato.

La LILT di Lecce, per le occasioni istituzionali di studio e di lavoro intrattenute con entrambi, conosce il valore intellettuale e le competenze umane e tecniche di ciascuno. L’opera della Magistratura non potrà che trarre elementi di verità dagli approfondimenti di quanto il fronte politico-amministrativo regionale e l’ente di protezione ambientale hanno espresso nei loro ruoli.

Intanto è tempo che questo capitolo si chiuda e che tutti finalmente si pensi davvero a tutelare e ad attuare scelte di reale e concreta salute respingendo modelli di sviluppo anacronistici e pericolosi per le comunità.

 

Casarano, 31 ottobre 2013

 

Dr. Giuseppe Serravezza

Presidente LILT – Sez. Prov. di Lecce

Category: Riceviamo e volentieri pubblichiamo

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