C’E’ CHI PENSA DI APRIRE NUOVI IMPIANTI DI TRATTAMENTO
NEL NOSTRO SALENTO MARTORIATO ANCHE DALLA GESTIONE ILLEGALE DI RIFIUTI SPECIALI, LETALI PER LA SALUTE. LA DENUNCIA E LA DOCUMENTAZIONE DI QUATTORDICI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
di Giuseppe Puppo ______ La nostra nuova terra dei fuochi, martoriata con accanimento dalle realizzazioni di opere inutili, dannose, pericolose, devastanti, in un territorio che detiene il triste primato della desertificazione e dove, per citare l’oncologo Giuseppe Serravezza, a causa delle elevate patologie tumorali, che ormai si generano direttamente già nei feti dei nascituri, non si potrebbe accendere più neppure un cerino.
Invece…
Invece dobbiamo ancora recuperare nella discarica degli orrori di Burgesi i seicento fusti di policlorobifenili, smaltiti illegalmente nei primi anni del Duemila, di cui nel 2016 parla alla Procura della Repbblica di Lecce l’imprenditore Gianluigi Rosafio: in sede di interrogatorio giudiziario racconta di aver trasportato fino alla discarica di Burgesi gestita dalla Monteco seicento fusti di policlorobifenili spacciati come fanghi assimilabili a rifiuti solidi urbani.
Invece, inoltre, dobbiamo ancora scoprire se sia vero il ragionevole sospetto dello smaltimento nel Salento di rifiuti chimici, farmaceutici, ospedalieri e fanghi termonucleari, provenienti dalla Terra dei Fuochi, legato alla presenza a Otranto fra il 1986 e il 1989 del boss del clan dei Casalesi, poi collaboratore di giustizia, Carmine Schiavone, e di suo cugino Francesco Schiavone, detto Sandokan.
Invece infine, in ultimo, ma non per ultimo, dobbiamo ancora sapere quale fosse ‘la bomba’ appena scoperta di cui accennò, senza meglio specificarla, a qualche suo conoscente Peppino Basile negli ultimi giorni della sua vita, appena prima di essere, probabilmente per questo motivo, brutalmente assassinato il 15 giugno 2008: dalle ricostruzioni giornalistiche elaborate da leccecronaca.it emerge in evidenza che la notizia ‘bomba’ scoperta dal consigliere provinciale possa riferisi a fusti di scorie radioattive, vale a dire rifiuti nucleari, provenienti dal deposito ex Cemerad di Statte,in provincia di Taranto, trasportate e sepolte qui da noi.
Insomma, è ancora tutta da scrivere la storia, per meglio dire il dramma, del commercio di rifiuti speciali nel Salento.
Intanto però quanto meno sarebbe da evitare di aprire nuovi capitoli, certo, legali, del tutto legali, ci mancherebbe, ma non per questo meno pericolosi.
Invece adesso…
Qui di seguito il comunicato stampa giunto ieri sera in redazione.
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Il Salento come polo di commercio di rifuti speciali: l’allarme delle associazioni ambientaliste
15 April 2023 salentokm0 Focus 0 Comment(s)
La proposta di un impianto di trattamento dei rifiuti speciali a Santa Barbara (Galatina – Le), per una capacità di trattamento, secondo il progetto iniziale, di 90.000 tonnellate/anno, è solo l’ultima di una nutrita serie di proposte di impianti per il trattamento di rifiuti speciali e pericolosi, che presentano un’anomala e inquietante concentrazione nella Provincia di Lecce ed in particolare nel comprensorio Galatina-Galatone e comuni vicini.
Riportiamo qui un elenco non esaustivo di tali insediamenti:
• Colacem. Gruppo Financo, terzo produttore e distributore di cemento in Italia, con dodici unità produttive tra cui Galatina (dove è in funzione con varie forme societarie dal 1953). Nel 2012 l’Agenzia europea dell’ambiente inseriva la società al 586° posto in Europa tra le industrie a maggiore impatto ambientale e sanitario. La società è autorizzata al recupero di rifiuti per 408.800 tonnellate/anno.
• Entosal, Galatina-Santa Barbara. Impianto già autorizzato nel 2010, che ha di recente chiesto l’autorizzazione allo smaltimento di 90.000 tonnellate/anno di rifiuti speciali anche pericolosi, con l’obiettivo aziendale dichiarato di fungere da punto di riferimento di gestione dei rifiuti dentro e fuori la Puglia.
• Salento Riciclo, Galatina, S.P. 47 Galatone-Galatina. Impianto per il trattamento di rifiuti speciali autorizzato nel 2020 per una quantità 27.000 tonnellate annue. Esempio emblematico della gestione delle pratiche ambientali da parte della Provincia di Lecce: la richiesta di autorizzazione, presentata in origine per il trattamento di rifiuti urbani ma che incontrava vincoli normativi a causa della carente distanza di sicurezza dalla popolazione, è
stata “convertita” in corso d’opera in autorizzazione al trattamento di rifiuti speciali.
• Cave Marra Ecologia, Galatone, S.P. n° 47 Galatone – Galatina. Gestisce un impianto di recupero e smaltimento rifiuti urbani e speciali, con stazione di trasferenza per forsu, autorizzato dalla Provincia di Lecce nel 2010 con rinnovo nel 2020 per una quantità di circa 4800 tonnellate/anno di rifiuti speciali, più una stazione di trasferenza da 10.400 tonnellate annue (di cui nel 2022 si è richiesto il raddoppio), più circa 2000 tonnellate/annue di rifiuti
urbani assimilabili.
• Cave Marra Ecologia, Zona Industriale Nardò-Galatone. La stessa Società è autorizzata all’esercizio di un secondo impianto di recupero rifiuti speciali, autorizzato dalla Provincia di Lecce nel 2018, per un totale complessivo di 2.000 tonnellate annue, di cui recentemente è stato richiesto un potenziamento.
• Ecom S.A. Galatina. La Società è stata autorizzata recentemente a compostare scarti ligneocellulosici per un totale di 75.000 tonnellate/anno.
• Ambiente e Riciclo, Galatina, S.P. 47. Autorizzata dalla Provincia al trattamento di rifiuti speciali derivanti da costruzioni e demolizioni per circa 35.000 tonnellate/anno, con voltura dalla Società Salento Riciclo.
• Progest, Galatone, Zona Industriale Galatone-Nardò. Autorizzata nel 2017 al trattamento di rifiuti urbani e speciali, ha richiesto di recente un potenziamento delle capacità trattate di rifiuti urbani e speciali per circa 39.000 tonnellate annue.
• Bianco Igiene Ambientale, Zona Industriale Galatone-Nardò. La società è stata recentemente autorizzata a gestire rifiuti speciali con stazione di trasferenza per circa 68.000 tonnellate annue.
Da questi dati derivano alcune importanti considerazioni:
a) Nella Provincia di Lecce ed in Puglia in generale è saltato qualunque tentativo di attuare una razionalizzazione nella gestione dei rifiuti, in attuazione dei principi comunitari e nazionali di “autosufficienza” (in ogni bacino si dovrebbe tendere ad un sostanziale equilibrio tra produzione e capacità di trattamento dei rifiuti, riducendo le importazioni e le esportazioni dei rifiuti stessi), e di “prossimità” (ogni rifiuto va trattato nell’impianto più vicino, evitando
il più possibile i trasferimenti);
b) La disapplicazione sostanziale da parte della Provincia dei compiti di localizzazione degli impianti, previsti dal D.Lgs. 152/06, ed il recente Piano dei Rifiuti Speciali della Regione a maglie larghe, che ratifica la situazione esistente rinunciando ad ogni razionalizzazione degli impianti di trattamento, stanno causando una generale deregolamentazione nel settore, che ostacola la tracciabilità dei rifiuti ed agevola traffici illeciti;
c) La tendenza a proporre (ed approvare) impianti in cui si trattano indifferentemente rifiuti urbani, come la forsu, e rifiuti speciali anche pericolosi, oltre che in contrasto con la normativa di settore (vietato miscelare rifiuti pericolosi aventi differenti caratteristiche di pericolosità ovvero rifiuti pericolosi con rifiuti non pericolosi, ai sensi dell’art. 187 D.Lgs. 152/2006) contribuisce alla perdita della tracciabilità dei rifiuti e apre la strada alle illegalità.
Per sottolineare la gravità del fenomeno in corso e la necessità di un deciso cambio di rotta da parte delle autorità preposte alla pianificazione, alle autorizzazioni ed ai controlli degli impianti (Regione, Province, Comuni, Arpa, Asl) basti considerare che, se la produzione media annua di rifiuti speciali in Italia è di circa 2,5 tonnellate pro capite (circa 147 milioni di tonnellate per 59 milioni di abitanti), nei soli Comuni di Galatina e Galatone si concentra una capacità di trattamento di almeno 600.000 tonnellate anno, corrispondente ad una capacità media di circa 15 tonnellate per abitante e per anno!
Ci rifiutiamo di pensare che i nostri amministratori accettino consapevolmente di trasformare il nostro territorio in un ricettacolo nazionale di rifiuti speciali, come purtroppo sta avvenendo. Ci attendiamo pertanto un conseguente sussulto di orgoglio, con il recupero della corretta programmazione ed immediate contromisure rispetto ai fenomeni in atto.
Il presente Comunicato viene inviato agli uffici competenti della Regione Puglia, della Provincia di Lecce, dell’Arpa, dell’Asl, ai comuni di Galatina, Galatone, Seclì, Neviano, Aradeo, Collepasso, Cutrofiano, Sogliano, Soleto, Sternatia, Zollino, Maglie, Melpignano, Castrignano dei Greci, Corigliano, Cursi, agli organi di informazione.
Le associazioni:
Comitato Spina Morrone – Galatone
AIRSA (Associazione Indipendente Ricerca Salute e Ambiente)
Associazione ODV Adotta Dog Ets – Uggiano La Chiesa
Coordinamento Civico Ambiente e Salute della prov. di Lecce – Galatina
Forum Ambiente e Salute – Lecce
Forum Amici del Territorio ETS – Cutrofiano
Comitato Spina Morrone – Galatone
Galatone Bene Comune – Galatone
Medici per l’Ambiente-ISDE Italia (AIMPA)
Natural-mente NO RIFIUTI – Collemeto di Galatina
Noi Ambiente e Beni Culturali di Noha e Galatina
Nuova Messapia – Soleto
Organizzazione di Volontariato Mobius Circle- ODV – Lecce
Salento km0 APS – Galatina
Category: Costume e società, Cronaca, Politica