LUCE DEL FUTURO SUL COME ERAVAMO DI RAFFAELE POLO, BIOGRAFIA COLLETTIVA SALENTINA – photogallery
di Giuseppe Puppo ______ Piccoli sorsi di grande piacere. Il claim dello sponsor Mokaffè non vale solo per il buffet finale, graditissimo dai convenuti, ma è stato proprio il motivo conduttore dell’intera serata, quale nutrimento dello spirito.
Salone della biblioteca provinciale Bernardini all’ex Convitto Palmieri pieno all’inizio, gremito alla fine, da un pubblico qualificato e partecipe, un lusso per una presentazione di un libro.
Qualcosa di nuovo, di innovativo.
Flash.
Quelli d’epoca, di Michele Piccinno che impreziosiscono il volume, ‘Come eravamo. Taccuino dell’amarcord salentino’, biografia collettiva delle generazioni diventate grandi a Lecce in quei due decenni memorabili, sfilano in proiezione di diapositive in apertura dell’incontro. Il proiettore sta appoggiato su una pila di volumi, neanche a farlo appoosta di un’enciclopedia che all’epoca si acquistava in edicola a fascicoli settimanali e che poi si portavano a rilegare, come nota Raffaele Polo e dice, facendolo notare.
Musica delle canzoni anni Sessanta – Settanta, apoteosi con Jimmy Fontana a ricordare che Gira, il mondo gira Nello spazio senza fine Con gli amori appena nati Con gli amori già finiti.
Quello – l’amore – dell’assessore Antonio Leo, vicepresidente della Provincia, per la cultura e il territorio è nato da tempo e si consolida di giorno in giorno sempre di più, questa sera ne porta un’altra testimonianza personale, nel suo intervento che non è di semplici saluti istituzionali, bensì di una vera e propria sintesi politica, nel senso più nobile del termine.
Di movida culturale, caratteristica di Lecce consolidatasi nel tempo, parla Mauro Marino, ricordandone la dignità di elaborazione e la capacità di aggregazione.
Maria Antonietta Vacca, compiaciuta intrattenitrice, e Antonietta Fulvio, puntale organizzatrice, fanno gli onori di casa, di leccecronaca.it e dellle edizioni Il Raggio Verde.
Le attrici Sandra Maggio e Clara Camisa chiamate sul palco danno da par loro una superba interpretazione scenica di alcuni brani del libro, talmente convincente, da far aleggiare materialment nel salone motivi e personaggi, profumi e sapori evocati nelle pagine che leggono.
Lui, Raffaele Polo, al centro della scena, gongola, poi un po’ si commuove, quando ricorda che proprio all’Ascanio Grandi annesso al Convitto Palmieri fece le Medie, specie quando fa risentire quel che scrisse, già con soprendente abilità, pure con capacità profetica, a 13 anni, sul giornalino della scuola.
Fra gli interventi del pubblico, ce n’è uno, di una distinta signora, che parla sì del passato, per tanti versi bello e irripetibile, ma lo proietta nella luce del futuro, di forze nuove, di nuovi sogni, di esempi da dare ai giovani di adesso, e così facendo chiude nel miglior modo possibile una serata bellissima. ______
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E c’era anche il direttore Puppo, inossidabile e intento a ‘fare il pezzo’, da bravo professionista…