TERZA SCONFITTA DI FILA PER UN LECCE SENZA IDEE
di Mattia Ala ______
Il Lecce per perseguire la salvezza, il Toro, un posto al sole in Europa. Giornata mite e molto ventosa, al Via Del Mare c’è il solito pienone pure all’ora del pranzo della domenica.
Juric manda in campo un 3-4-1-2 con: Milinkovic-Savic – Gravillon, Schuurs, Buongiorno – Singo, Linetty, Ilic, Rodriguez – Miranchuk, Radonjic – Sanabria.
Baroni il suo solito 4-3-3 con: Falcone – Gendrey, Baschirotto, Umtiti, Gallo – Blin, Hjulmand, Gonzalez – Strefezza, Ceesay, Di Francesco.
In avvio fasi di studio prolungate e atmosfera ruvida in campo.
Al primo affondo pericoloso, al 20′, con una bella azione di movimento dei suoi attaccanti, sugli sviluppi di una punizione in avanti, il Toro passa in vantaggio, con un tiro di Singo che non dà scampo a Falcone.
Nemmeno il tempo di capire bene che cosa sia successo, e tre minuti dopo arriva il raddopio: segna Sanabria, che ribadisce in rete un cross basso di Radonjic.
0- 2. Gelo al Via del Mare, notte fonda per il Lecce.
La partita già tesa e nervosa, degenera in una specie di rissa intorno alla mezz’ora, con ampio coinvolgimento dei componenti delle panchine. L’arbitro Sacchi ha il suo bel da fare, e, con un paio di ammonizioni a testa, ai calciatori, e un paio di espulsioni, sempre a testa, per non far torto a nessuno, fra i componenti dello staff, riesce, sia pur a malapena, dopo un bel po’, a ristabilire la calma.
Il pubblico non smette di incitare i Giallorossi, che però finora non hanno saputo creare nemmeno un’azione veramente pericolosa, quindi il doppio vantaggio degli avversari, ben messi in campo, spigolosi, lucidi e attenti, non fa una grinza.
Dopo solo due minuti di recupero, pochi rispetto alle tante e prolungate interruzioni, squadre al riposo con questa situazione consolidata. Milinkovic-Savic finora sostanzialmente inoperoso, la dice lunga su come siano andate le cose in campo e perché.
Baroni prova a cambiare qualcosa, leva gli evanescenti Ceesay e Di Francesco e mette dentro Colombo e Oudin.
I Giallorossi sembrano più incisivi, se non altro come piglio di gioco, ma non creano altro se non un paio di calci d’angolo senza esito, e una conclusione di testa non pericolosa di Blin, e basta.
Si fa male Hjulmand, al suo posto entra Maleh.
Al minuto 56 una buona azione viene conclusa da Blin con un tiro centrale, ben parato dal portiere avversario. Il Lecce ora preme, ma fra tiri rimpallati, occasioni sfumate in extremis e quant’altro del genere non concretizza. Poi nei minuti seguenti perde subito di intensità.
Doppio cambio per il Toro, che non cambia schieramento e trova forze fresche.
Se ne va così il primo quarto d’ora della ripresa, mezz’ora al termine.
64′, Colombo cade in area lamentando un contatto con Schuurs, l’arbitro fa proseguire. Nuove proteste subito dopo per un tocco di mano in area di Ricci, ma anche qui il Var non interviene, assecondando senza nulla eccepire le valutazioni del signor Sacchi.
Venti minuti al termine, sempre 0 – 2., con gli ospiti che cercano di fare possesso palla e di addormentare il gioco, oltre che di perdere tempo ad ogni occasione.Ma è giusto che sia così.
Un quarto d’ora al termine.
Esce un centrocampista, Gonzales ed entra un attaccante, Banda, per il Lecce di Baroni che prova anche questa.
Niente di più di un tiro alle stelle di Gendrey.
Dieci minuti al termine, e risultato e situazione in campo non cambiano. Doppia sostituzione per gli ospiti, due calci d’angolo senza esito per i padroni di casa.
Il vero pericolo sta però in una ripartenza veloce e velenosa del Toro, con Falcone in uscita bassa che anticipa Adopo.
Fatica sempre il Lecce a trovare lucidità e sbocchi concreti in avanti, a cinque minuti al termine più recupero butta male, dentro Voelkerling, fuori Strefezza l’ultima carta di Baroni.
Ma niente, la giocata buona, quella creativa e vincente non arriva.
Nemmeno nei cinque minuti di recupero finale.
Il Toro vince meritatamente, per qualità e intensità.
Altra partita negativa, questa volta pure dal punto di vista della prestazione per il Lecce. Terza sconfitta di fila. La prossima è a Firenze, contro una rinnovata e ricompattata Fiorentina, anch’essa proiettata verso l’Europa.
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