LA CAGNETTA SISSI NEL ROMANZO DI MARZOTTA
di Raffaele Polo ______
Sabato 11 marzo, alle 18, nell’aula consiliare del Comune di San Cassiano, una importante presentazione: con il sindaco Oronzo Lazzari, il consigliere regionale Donato Metallo, il funzionario del Ministero della Cultura della Regione Sardegna, Salvatore Stefanelli, Francesco Monteduro e le voci di Valter Meloni e Gabriele Bernardi, Antonietta Fulvio presenta l’esordio nella narrativa per la poetessa Assuntina Marzotta.
Che volete: quando si convive con un piccolo animale (vengono definiti, guarda casa, ‘animali d’affezione’) si finisce per considerarlo un nostro simile e, anzi, lo si paragona positivamente alle altre ‘creature’ (umane, questa volta) che non sono certo protagoniste positive del mondo che ci circonda.
Un cagnolino, un gattino finiscono allora per diventare gli eroi di storie e sentimenti che smuovono le più recondite e nascoste sfaccettature del nostro sensibile animo e anche i cuori più duri e temprati non possono rimanere indifferenti a quelle spontanee dimostrazioni di affetto che vengono espresse con guaiti e scodinzolii oppure con le fusa e gli occhi socchiusi…
Chi scrive è un ‘gattofilo’, ha i divani di casa sbrindellati e gli abiti perennemente pieni di peli: ma ama svisceratamente i gatti che fanno parte della sua famiglia, a tutti gli effetti.
Dai gatti ai cani, il passo è breve: e i sentimenti, le apprensioni, le gioie, le tristezze sono talmente simili che, ad esempio, leggendo questo ‘Quel che resta di te’ di Assuntina Marzotta (Il Raggio Verde, pagine 68 euro 12) dedicato alla cagnetta Sissi, ho rivissuto la mia comunione con i vari gatti della mia vita, da Matteus a Gimmie, a tutti gli altri ammassi di pelo che hanno rubato il mio affetto.
Ora, si potrà pensare che scrivere del proprio rapporto con un essere a quattro zampe, possa essere facile e, anzi, ci stimoli a rispoverare la specifica letteratura che ha in ‘Padrone e cane’ di Thomas Mann la punta di un vastissimo iceberg. Ma, nel caso di Assuntina, si tratta di ben altro: la scrittrice di Nociglia, infatti, mescola sapientemente la ‘sua’ storia, i suoi tormenti, i dolori e le sofferenze, in un coacervo strutturato perfettamente e con l’intento di portare qualcosa di più che non sia il semplice dolore per la scomparsa della amata cagnetta, fornendoci pagine di sensibile e raccolto dolore, palpabile e condivisibile in un afflato poetico che travalica tempo e luoghi, per presentarci, intatto, il sentimento che nasce da un Amore corrisposto e condiviso con un esserino che non finisce di sorprendere per la sua più che necessaria partecipazione alla altrimenti troppo grigia vita di tutti i giorni.
E allora comprendiamo appieno la ‘poesia’ che Assuntina Marzotta, questa volta, affida alla narrazione, alla prosa, in un esperimento (proprio lei, poetessa affermata e adusa a gestire i versi delle sue composizioni) che la vede positiva protagonista di uno scritto che ha tutti gli ingredienti per piacere e per stimolare positive reazioni.
‘Quando muore il tuo cane, muore qualcosa di te. Muore un affetto e, al suo posto, nasce un rimpianto che non riesci a rimuovere. E non ti meravigli, né ti vergogni di avere gli occhi gonfi e non smetti di piangere’ afferma, al termine dello scritto, l’Autrice.
È vero, è verissimo, cara Assuntina.
Ma queste creature che dividono un pezzo della nostra esistenza, io credo che ce le abbia mandate Qualcuno, proprio per consolarci, per farci capire, attraverso il loro limpido sguardo, quanti misteri racchiude ancora la Vita accanto a noi.