LA TRAGEDIA DI CUTRO, IL NAUFRAGIO DELLA POLITICA
di Giuseppe Puppo ______
Ormai neanche di fronte alla morte di qualcuno si placa la polemica, anzi sempre più spesso negli ultimi tempi abbiamo notato come l’addio dalle scene del mondo sia diventato il pretesto per un regolamento di conti postumo nei suoi confronti da parte dei detrattori.
Invece alla morte di qualcuno si addice la valutazione della storia, quella con la S maiuscola, quella che poi riguarda tutti noi che siamo la Storia nelle opere e nei giorni della nostra esistenza terrena. E la Storia deve essere sempre giustificatrice e mai giustiziera.
Ormai neanche di fronte alla tragedia, quella di proporzioni bibliche, quando un terribile destino si accanisce nei confronti di un gruppo di noi mortali, si placa la polemica, peggio se dettata da tattiche opportunistiche e da strategie partitiche.
Non commetteremo qui lo stesso errore che denunciamo.
Silenzio, dolore, un pensiero di umana partecipazione, per chi crede la recita di una preghiera silente.
Il tragico bilancio si aggrava di ora in ora. Morti a decine e quanti esattamente non lo sapremo mai, in quello che è metaforicamente il naufragio della Politica, delle Istituzioni a tutti i livelli, della capacità di decidere e governare i fenomeni epocali.
Ora, silenzio.
Ma prima che, fra qualche giorno ce li saremo dimenticati, di fronte alla tragedia di Cutro ritorni domani almeno il tentativo di evitare concretamente che nel prossimo futuro ce ne siano altre, in circostanze analoghe.
Gli immigrati che ai trafficanti a vario titolo e agli assistenti interessati rendono più della droga, gli immigrati che scappano da territori devastati dal profitto delle multinazionali e dall’egoismo atavico, comunque da un destino di povertà e di emarginazione, gli immigrati che sono gli ultimi, i più sfruttati e i più indifesi, chiedono solidarietà, chiedono partecipazione, chiedono il superamento di vecchie logiche e nuove divisioni. Ognuno faccia quel che può e in taluni casi deve, ognuno faccia la sua parte..