COME ERAVAMO /  LE MIE PRIME SIGARETTE

| 23 Febbraio 2023 | 1 Comment

di Raffaele Polo  ______ L’argomento ‘sigarette’ è importante e segna, veramente, il trascorrere del tempo. Con gli amici più grandi, che fumavano da tempo, ricordo che era obbligatoria la sosta in via Libertini, subito dopo la chiesa del Rosario, dove c’erano ‘i muti’, ovvero uno spoglio stanzone che si affacciava sulla strada, c’erano un paio di gradini, e la luce sempre accesa.

Lì si potevano comprare le sigarette ‘sfuse’, ovvero due, tre, cinque sigarette delle marche più economiche, te le confezionavano rozzamente utilizzando schedine della Sisal scadute, erano bravissimi a realizzare quel pacchettino che durava e conteneva anche tre sigarette, senza che si sciupassero. Veramente, quasi tutte avevano un contenuto di tabacco approssimativo, c’era mescolato di tutto e questo rendeva i cilindretti pressoché infrangibili. Le più richieste erano le ‘Nazionali’ ma pure le ‘Alfa’, qualche nostalgico chiedeva ancora le ‘Sax’ e i più aggiornati esigevano le Nazionali col filtro. Le ‘Serraglio’ e le ‘Macedonia’ costavano troppo, con dieci, venti lire non si poteva scialare molto…

I ‘muti’ erano veramente muti, anche se molti giuravano di averli sentiti sproloquiare in un gergo stranissimo, sta di fatto che erano nervosi e scostanti ma precisi nel loro lavoro e, soprattutto, disponibili a tutte le ore…

Poi, tappa fondamentale per tutti gli adolescenti di una volta, ho cominciato anch’io a fumare. Non fosse altro che per darmi importanza con le ragazze, soprattutto alle feste quando, con nonchalance,avrei estratto il pacchetto e offerto le preziose sigarette.

Naturalmente, niente ‘muti’, in queste occasioni. Il pacchetto (da dieci, anche perché costava di meno ed era facilmente celabile in fondo alle tasche, nelle eventuali perquisizioni che avvenivano in casa. ‘Hai fumato!’ diceva mia madre. ‘Ma no, che dici, il fumo mi fa male alla testa’ affermavo con espressione schifata, mia madre si convinceva ma il puzzo di sigaretta impregnava i vestiti e arrivava alla biancheria intima…) lo acquistavamo da un tabaccaio lontano da casa, come ci saremmo giustificati se ci avesse visto un genitore?, e sceglievamo sempre le sigarette ‘Mercedes’ o ‘Muratti’, avevamo notato che erano le preferite delle nostre compagne di classe, ormai donne esperte e alla moda anche nel settore ‘fumo’.

Per noi, giusto per provare, sceglievamo ogni volta una marca diversa. Conoscemmo così HB, Astor, Nazionali esportazione lunghe e anche col filtro, Benson e Hedges, Dunhill, Galoises… Ma, onestamente, non siamo mai riusciti a ‘prendere il vizio’, nonostante ogni sforzo per riuscire ad essere all’altezza di amici e compagni più esperti…

Al cinema, poi, gli attori effettuavano quella che in seguito sarebbe stata conosciuta come ‘pubblicità occulta’: estraevano il pacchetto di ‘Marlboro’ facendolo ben notare e lo pubblicizzavano con tale abilità che ci impegnavamo ad effettuare gli stessi gesti del divo del momento…

Per accendere le sigarette, poi, c’erano i fiammiferi e i cerini. Questi ultimi erano di difficile gestione, meglio i cosiddetti svedesi anche se i ‘familiari’ erano il non plus ultra. Ma potevamo presentarci con le sigarette Muratti e accendere con i fiammiferi familiari? No, era giocoforza avere un accendino che fosse una vero e proprio ‘status symbol’. Ed erano due i nostri ambiti e costosi preferiti: il Ronson e il Dunhill. Ma, dopo qualche tempo, ci siamo convinti che dire ‘Grazie, non fumo’, con un sorriso di scusa fosse meglio, molto meglio di qualsiasi altro ritrovato legato alle sigarette.

No, i ‘muti’ non sono più là, al loro posto mi è sembrato di intravedere un accorsato negozio di alimentari. Anche le schedine della Sisal, non ci sono più.

Category: Costume e società, Cultura

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Comments (1)

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  1. Giuliana Silvestri ha detto:

    Gli anni del liceo furono i miei anni di crescita e di formazione;piano piano stavo diventando grande, acquisendo quel senso di responsabilità nelle mie decisioni e nelle mie scelte.Un bel giorno, complici alcune compagne di classe, decisi di condividere la prima sigaretta: mi sentivo grande per decidere con la mia testa, guizzi di ribellione o trasgressione per sentirmi importante,tipici di un adolescente quale ero…

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