L’UDIENZA DI QUESTA MATTINA DEL PROCESSO TAP. NIENTE DIRETTA WEB E AUDIZIONE FIUME DI UN TESTE

| 9 Febbraio 2023 | 0 Comments

di Giuseppe Puppo  ______ L’udienza (nella foto prima dell’inizio) comincia un quarto alle 11, con l’appello degli imputati, nessuno dei quali presente in aula, delle parti civili e dei relativi avvocati, fatto dal giudice monocratico Maria Francesca Mariano.

Quello che segue è un resoconto giornalistico, per quanto possibile semplificato, che dà conto di quanto visto e sentito in aula, e che volutamente, come è giusto, si limita al rasoconto cronachistico, senza entrare nel giudizio di merito delle questioni, perchè appunto i processi si fanno nei Tribunali e non sui giornali.

Al primo punto dell’udienza di oggi c’è l’istanza presentata dall’associazione nazionale ReCommon che chiede che venga consentita la registrazione e la trasmissionre in diretta web di questa e delle altre future udienze, come era avvenuto fino alla volta scorsa – in virtù di un permesso accordato dal precedente giudice unico – quando registrazione e diffusione live vennero interrotte, su richiesta della difesa, in coincidenza con le prime audizioni di testimoni.

Il pm Alessandro Prontera si dichiara favorevole all’accoglimento dell’istanza. Lo stesso le parti civili, un loro avvocato anzi ricorda come Radio Radicale trasmetta regolarmente le udienze di processi in corso, ove di rilevanza nazionale, come a suo giudizio si tratta in questo caso, con in più in questo caso l’interesse spiccato del territorio in cui si svolge.

Angelo Nanni, uno degli avvocati della difesa di Tap, si oppone, motivando la sua richiesta di rigetto dell’istanza con considerazioni di salvaguardia e tutela dell’integrità delle testimonianze, della loro genuinità, da preservare dal pericolo di possibili condizionamenti di quelle successive.

Il giudice si riserva di decidere e aggiorna l’udienza a breve.

Dopo un quarto d’ora circa, tornata in aula, comunica la sua decisione, di non accogliere l’istanza e quindi di non consentire la trasmissione in diretta web. Lo fa esponendo tutta una serie di considerazioni di carattere giuridico, fermo restando il diritto di cronaca assicurato dal libero accesso in aula a giornalisti e a qualunque cittadino voglia partecipare.

Cita anche per analogia di motivazioni il rigetto di accesso agli atti delle trascrizioni a proposito della richiesta fatta da leccecronaca.it, di cui avevamo riferito dieci giorni fa.

Si va dunque avanti con l’audizione di un teste chiamato dalla pubblica accusa, il maresciallo dei Carabinieri incaricato di eseguire il sequestro di un’area del cantiere disposto dalla Procura della Repubblica di Lecce nel 2018.

Si tratta di questo. Per violazione della prescrizione contenute nella Valutazione di Impatto Ambientale così detta ‘Via’, sulla base di un esposto presentato dai parlamentari salentini del Movimento 5 Stelle, venne posto sotto sequestro parte del cantiere del gasdotto.

I lavori comunque fermi per alcuni mesi ripresero poi con il benestare del governo, il sequestro venne revocato in sede di rinvio a giudizio.

Oggi appunto la testimonianza del maresciallo dei Carabinieri incaricato di eseguire il sequestro. E’ stata una deposizione fiume, durata oltre due ore. Per quanto agli atti del processo ci sia già tutta la documentazione relativa, ivi compresi i rilievi fotografici, e per quanto il militare fosse solo un mero esecutore del provvedimento, l’audizione si è prolungata di molto su alcune questioni, evidentemente importanti, cioè di chi fosse la proprietà dei terreni sequestrati, quali fossero le prescrizioni cui queste zone erano soggette, cioè i vincoli cui erano sottoposti, poi la natura dei lavori effettati e ancora gli accertamenti compiuti dai Carabinieri in sede di sequestro, davanti alle recinzioni, le spianate e le opere in divenire per Terminale di Ricezione e posa in opera del tunnel in cui dovevano passare le condutture del gasdotto.

L’avvocato Angelo Nanni ha tenuto banco a lungo, con tutta una serie di domande al teste, di cui in qualche caso il pm Angelo Prontera ha contestato utilità, o legittimità. I toni qualche volta si sono accesi.  Non ho capito se sono un testimone, o se sono diventato un indagato – è sbottato ad un certo punto il maresciallo. Il giudice Maria Francesca Mariano ha avuto il suo bel da fare sia nel puntualizzare alcuni aspetti delle sue risposte che si susseguivano in aula, e pure qualche volta nel richiamare tutti a usare toni più contenuti e appropriati.

L’udienza è stata sospesa alle 14.15, con ripresa prevista a breve.

Delle audizioni in aula del pomeriggio riferiremo sempre in quesa sede, appena ci sarà possibile, con un aggiormento a seguire. ______

AGGIORNAMENTO DELLE ORE 21.00

A pomeriggio è stato sentito in aula come teste l’agente della Polizia Locale di Melendugno che fece un sopralluogo sull’area vincolata nei pressi dell’impianto di fitodepurazione, anche per lui contestuale contro esame della difesa.

Poi a seguire sempre come teste dell’accusa e sempre con contro esame della difesa, l’agronomo che stilò una relazione tecnica, acquisita agli atti del processo, e un altro esperto e testimone dei fatti contestati in questo processo.

Prossima udienza giovedì 23 febbraio, convocato in aula l’x sindaco di Melendugno Marco Potì.

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LA RICERCA nel nostro articolo del 31 gennaio scorso

AI LETTORI DI leccecronaca.it SUL PROCESSO TAP

Category: Costume e società

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