TORNA DI ATTUALITA’ L’ANNOSA VICENDA DELLA DISCARICA DI CASTELLINO ALLE PORTE DI NARDO’
di Graziano De Tuglie ______
Arriva una richiesta di audizione del consigliere regionale Donato Metallo,del Pd, a riaprire la pluridecennale questione della discarica di rifiuti di Castellino a ridosso dell’abitato di Nardò e a poca distanza di quello di Galatone.
Sono cinquantamila gli abitanti delle due città che hanno sospesa sulla testa la spada di Damocle di una discarica di rifiuti attiva dal 1992 al 2006; da ben 17 anni non vi sono più conferiti rifiuti, ma nessuna misura è stata presa per la messa in sicurezza dell’area. Perchè bisogna ricordare esplicitamente che le discariche non possono essere bonificate, ciò significherebbe svuotarle completamente, ma vi possono essere applicate misure che riducano al minimo il rischio.
Dal 2006 al 2016 niente si è mosso su questo versante avendo gli amministratori del Comune di Nardò anche perso l’occasione di fare carotaggi e controlli approfonditi a spese del ministero della giustizia in seguito alle rivelazioni del pentito della malavita orgnizzata Schiavone.
Nell’ottobre 2016 la nuova amministrazione Comunale di Nardò riusci a fare pressione sull’allora assessore regionale all’ambiente Santorsola al punto da determinare l’inizio del procedimento di caratterizzazione della discarica preventiva alle misure in sicurezza. Lo stesso assessore Santorsola mise in guardia i partecipanti alla conferenza dei servizi della impossibilità di utilizzare i fondi regionali accantonati per la messa in sicurezza di Castellino, ammontanti a 5 milioni di euro, perchè il suolo su cui insiste la discarica è di proprietà privata e i fondi pubblici possono essere utilizzati solo per i terreni di proprietà di enti pubblici. Con l’occasione si scoprì pure che la società che gestisce la discarica non ha neanche la proprietà dei terreni che ha in locazione da soggetti terzi.
Questo è il vero nodo cruciale della messa in sicurezza del sito della discarica. Chi scrive, all’epoca assesore comunale all’ambiente in carica, propose al sindaco Mellone l’acquisto o l’esproprio dei terreni dove sorge la discarica stessa; ma Mellone, decisionista in tante altre questioni molto meno rilevanti, nicchiò prima e respinse poi la proposta. Eppure un suolo così degradato non vale più di diecimila euro l’ettaro; con un costo inferiore ai centomila euro si sarebbe rimosso l’unico ostacolo all’utilizzo dei fondi regionali per attuare le prescrizioni cautelari derivanti dal processo di caratterizzazione che ha dato il responso definitivo dopo un iter durato sei anni nel 2022.
Nel luglio 2017 si profilò l’occasione per tagliare la testa al toro della vexata quaestio con la delibera della Regione Puglia 13 luglio 2017 n. 1156 pubblicata sul BURP n°89 del 25 luglio 2017 che prevedeva la possibilità di intervenire su siti inquinati anche su aree di proprietà privata ma Mellone , che aveva reimbarcato alla guida dell’assessorato all’ambiente la stessa persona che era rimasto inattivo nel decennio precedente, ignorò totalmente l’opportunità.
La recentissima iniziativa del consigliere regionale Metallo potrebbe continuare a scontrarsi con questo nodo irresolubile della proprietà dei terreni dove sorge la discarica, nodo su cui il processo di caratterizzazione è assolutamente ininfluente. Se non si viene a capo della questione del finanziamento delle misure di sicurezza la discarica di Castellino continuerà a rappresentare una potenziale minaccia per le comunità cittadine di Nardò e di Galatone.
A meno che il sindaco di Nardò non si scopre decisionista, non soltanto per appalti e incarichi, ma anche in questo delicato settore ed acquisisce in qualche modo i terreni della discarica al patrimonio pubblico svincolando alcuni milioni di euro che la Regione Puglia dice di aver appostato in bilancio per la messa in sicurezza della discarica di Castellino.