FINALMENTE UNA SPERANZA CONTRO LA SLA. A leccecronaca.it LA PROFESSORESSA CECILIA BUCCI SPIEGA QUALI NUOVE PROSPETTIVE APRA LA SUA RICERCA
di Roberto Pagliara ______
Ancora una notizia a carattere scientifico parte dall’Università del Salento per essere diffusa in campo internazionale dai media e riviste del settore. Nei giorni scorsi infatti “Brain Communications”, rivista della Oxford University Press, ha pubblicato i risultati di una ricerca condotta presso i laboratori di Biologia (DiSTeBA) dell’ UniSalento dal gruppo di ricerca condotto dalla professoressa Cecilia Bucci. La ricerca costituisce un nuovo approccio alla malattia spesso conosciuta come SLA ovvero sclerosi laterale amiotrofica per la quale non sono ancora note cure efficaci.
leccecronaca.it ha incontrato la professoresssa presso il suo laboratorio per chiedere qualche informazione in più circa la sua ricerca.
D: Ci spieghi quali sono gli esiti della sua ricerca, cosa potrà cambiare nell’approccio terapeutico dei pazienti affetti da questa malattia.
R: Al momento non ci sono cure efficaci per questa patologia. La nostra ricerca ha portato all’individuazione di un piccolo RNA che spegne il gene malato lasciando attivo il gene sano. Utilizzando questa molecola siamo riusciti, nelle cellule isolate dai pazienti, a ripristinare le normali funzioni cellulari migliorando la vitalità delle cellule. Questo significa che esiste la possibilità di intervenire in futuro con approcci di terapia genica sui pazienti che hanno il difetto genico da noi studiato.
D: La ricerca è partita cinque anni fa ed è giunta oggi ad un risultato, questo a quali enti, associazioni e persone lo si deve?
R: Allora, innanzitutto tutto questo è cominciato grazie all’associazione 2HE che, oltre a supportare inizialmente economicamente questa ricerca, ha coordinato i diversi gruppi di ricerca e ha organizzato i prelievi biologici che ci hanno consentito di avere a disposizione le cellule dei pazienti.
Inoltre, dobbiamo ringraziare la Regione Puglia per aver finanziato questa idea progettuale.
I risultati pubblicati sono il frutto dello sforzo collaborativo di tre gruppi di ricerca: quello del professor Mario Sabatelli con il contributo della ricercatrice Serena Lattante dell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma, quello del professor Vincenzo La Bella con il contributo della ricercatrice Martina Pecoraro dell’Università di Palermo, ed il mio.
Nel mio gruppo il lavoro è stato iniziato dalla ricercatrice Maria De Luca e continuato dalla ricercatrice Roberta Romano e dalla dottoranda Victoria Stefania Del Fiore che dopo un intenso e appassionato lavoro di squadra sono riuscite ad ottenere questi promettenti risultati.
D: Il risultato della Sua ricerca è senza dubbio un gradino in più per poter sconfiggere la malattia ma ciò non deve creare false aspettative nell’immediato. Quale crede che sia lo sviluppo prossimo della ricerca in questa direzione?
R: Chiaramente questa è solo la prima fondamentale tappa. I dati li abbiamo ottenuti utilizzando cellule della pelle dei pazienti. Ora dobbiamo confermarli utilizzando cellule nervose motorie, cioè le cellule direttamente colpite dalla patologia, prima di poter pensare alla terapia sull’uomo.
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