MAURO MARINO RACCONTA IN VERSI IN UN DIARIO POETICO UN VENTENNIO DI POLITICA E D’AMORE
di Raffaele Polo ______
Poi arriva un momento in cui tutti, ma proprio tutti, facciamo memoria di quello che ci è accaduto sino al momento attuale, ci guardiamo attorno e cerchiamo, per l’ennesima volta, una risposta alle nostre domande. E troviamo questa risposta, questa soluzione proprio dentro di noi, ce l’avevamo dentro ma non lo sapevamo oppure non avevamo il coraggio di tirarla fuori…
Mauro Marino (nella foto), uomo e poeta, compie questo viaggio dentro sé stesso e lo quantifica relativamente agli anni che vanno dal 2000 al 2020, privilegiando i due filoni che più gli stanno a cuore, che più lo hanno visto protagonista: politica e amore.
Temi comuni, soprattutto l’amore. Ma un cammino diverso per ognuno di noi, che è giocoforza ripercorrere, con brevi soste, per poi tentare un riassunto e cercare un motivo, un senso, una sentenza.
Per Mauro, il simbolo di questo viaggio dentro le nebbie del nostro intimo passato è una parolina semplice un ‘non’ che identifica tanti dei suoi pensieri e simboleggia, molto sinteticamente, quello che c’è attorno a noi, azzarderemmo soprattutto in ‘politica’. ‘ Questo non, questo non/ che ormai assedia’, come afferma con un guizzo ungarettiano nella raccolta ‘Non c’è’ con sottotitolo ‘Torcito e altri luoghi’, datato 2003.
Non sorprenda l’affezione per un monosillabo che, d’altro canto, ci ricorda il ‘nu’ lasciatoci in eredità da Bodini… Che volete, questi poeti sono così, ci additano un minuscolo particolare nella complessità che ci circonda e poi se ne vanno, trasognati, inseguendo altre chimere…Magari non proprio ‘chimere’ ma oggetti tangibilissimi che abbiamo sotto gli occhi ma che, nel caso di Mauro, si caricano di piacevolissime introspezioni: ‘Nelle cose della casa c’è/ il conto del tempo/ la memoria trattenuta nell’abitudine./ Certe volte/ non ricordi più i numeri,/ le stagioni e i riti e gli incontri/ onorati, governati/ con una caffettiera/ o col servizio buono dei piatti/-reliquia, nella credenza-/ o con la tovaglia ricamata- ah! quanto altro tempo/ ancora in quelle mani creatrici-/ o anche con quella scopa,/ poggiata lì, nell’angolo./ Una scopa non è solo una scopa/ se la pensi in quanto ti ha servito/ per quanto ti ha accompagnato/ nei giri di danza per far pulita la casa./ Una scopa non è solo una scopa/ se la pensi per tutto e in tutto il tempo/ che è stata la scopa della tua casa.’ E questi versi appartengono alla raccolta dedicata a ‘L’archivio della superficie’ di Elena Campa e dal titolo ‘Le cose della casa’, risalente al 2016.
Insomma, con questo ‘di politica e d’amore’ (spagine, pag.140, euro 10) Mauro ci presenta una ideale galleria di ricordi e sensazioni, tutti legati al suo mondo che viene definito, dallo stesso autore, come ‘un sentire trattenuto, ciò che è rimasto a lato, sul margine a nutrire il diario dei giorni’.
Mauro Marino, nel consegnarmi il suo libro, scrive nella dedica: ‘…sperando in un pensiero schietto e frontale’: in altre parole, lui che conosce benissimo coloro che commentano e criticano con giri di frase, orpelli e spesso incomprensibili onanismi, vuole conoscere, da me, la Verità.
E io dovrei chiedergli, pilatescamente, ‘La Verità, cos’è la Verità?’, soprattutto in politica e in amore…
Ma lo sguardo di Marino è profondo e sincero, le sue parole sono esattamente lo specchio dei suoi pensieri che condividiamo senza alcuna esitazione. E siamo felici che per lui si schiuda il magico, pesante cancello che delimita e racchiude il Parnaso dei Poeti salentini, proprio là dove ci attende l’immortale amico Antonio L. Verri, che ci accoglie con il suo sorriso ironico e l’occhio fuori asse che gli dona un indimenticabile sguardo introspettivo…