COME ERAVAMO / GIORNALISTI E GIORNALI
di Raffaele Polo ______
Lecce non aveva un quotidiano: le notizie, gli articoli che riguardavano la città e la provincia erano racchiuse in una facciata de ‘La Gazzetta del Mezzogiorno’ e affidate ad una capace redazione cittadina, con a capo Domenico Faivre (nella foto, ndr), ottimo estensore di pezzi e commenti, tipico salentino colto e garbato, non si poteva dire nulla sul suo lavoro.
C’erano i settimanali: ‘Voce del Sud’, creatura di Ernesto Alvino, fine intellettuale e giornalista combattivo, aveva realizzato un periodico di prestigio, dando anche spazio ai giovani, fatto inusuale per quei tempi… Se ‘Voce del Sud’ era chiaramente collocata a destra, c’era ‘La Tribuna del Salento’ che, da sinistra, con i pezzi di Antonio Maglio, Ennio Bonea e un gruppetto di valorosi, rappresentava il crescente interesse per il giornalismo più evoluto e non è un caso se proprio da questo gruppo di giornalisti prese spessore la prima redazione di ‘Quotidiano’ che, negli anni Settanta, iniziò le pubblicazioni.
Un altro settimanale era ‘L’ora del Salento’, espressione della Chiesa leccese. E poi c’era ‘Il Gazzettino’ che vedeva il suo direttore, Patrizi, circolare su un’auto che esibiva sulle fiancate la dicitura ‘il giornale più diffuso del Salento’ o qualcosa del genere. Ma non era vero, ci credeva solo lui.
C’era, poi, ‘Il pungolo sportivo’ stampato su carta verde, che si occupava di sport, in primis di calcio, e usciva ad inizio settimana, con tutti i risultati, i commenti e le classifiche delle squadre minori. Il Lecce, allora, veleggiava in serie C e quindi l’interesse per la serie D e le categorie inferiori era molto acceso…
Poi, non bisogna dimenticare che ‘Il Tempo’ aveva uno spazio per Lecce e provincia: il bravo avvocato Capozza è stato il responsabile sempiterno di questa pagina, si può dire che un po’ tutti gli aspiranti pubblicisti siano passati da lui…
Edizioni limitate, periodici, numeri unici sono sempre stati presenti nella vita giornalistica leccese: si può dire che tutte le associazioni avevano almeno un foglio stampato in proprio, a scuola c’era ‘Intervallo’ e, per un certo periodo, anche ‘Disimpegno’, espressione della Congregazione Mariana.
Poi l’interesse si è rapidamente spostato, con la nascita di radio e TV locali, al giornalismo via etere. E la carta stampata, anche per la presenza sempre più massiccia di ‘Quotidiano’ e ‘Gazzetta’, ha subito un brusco ridimensionamento. Tra i fogli legati alla politica cittadina, ricordiamo comunque ‘Salento domani’, ‘Il popolo del Salento’, ‘Nuovosalento’ e tanti altri di spesso effimera durata.
Infine, i numeri unici per le feste patronali, con ‘Festa Noscia’ e ‘La Carrozza’ in testa, seguaci degli storici ‘Don Ortensio’ e ‘Il figlio di don Ortensio’. Ma, anche qui, numerose edizioni legate ad un mix di vignette e pubblicità, apparivano nelle edicole del mese di agosto e a carnevale.
Ennio Bonea, nel frattempo, raccoglie testimonianze ed eredità di tutta questa carta stampata, in alcuni volumi che segnano la storia del giornalismo e della letteratura in quel Salento che egli ama definire ‘subregione culturale’. Nella speranza, credo, di essere smentito al più presto.
Category: Costume e società, Cultura