LIBRI NOVITA’ / “La cinematografia è l’arma più forte”
di Raffaele Polo ______
Cinecittà, fabbrica dei sogni, delle illusioni, dei miti, voluta fortemente da Mussolini come parte integrante del suo regime. Il libro (Mario Pacelli, Cinecittà-La pupilla del Duce, Graphofeel, pagine 150, 16 euro) ne ripercorre la storia, insieme a quella del cinema italiano, in una prospettiva che mette in evidenza l’importanza della “Hollywood sul Tevere” nello sviluppo urbanistico della Capitale e nell’immaginario dei suoi abitanti.
Alle storie di finzione Pacelli affianca quelle reali: Cinecittà diventa un luogo crocevia di mille destini. Parzialmente distrutta durante i bombardamenti del 1944 diviene campo di concentramento tedesco. Novecento persone vi furono rinchiuse durante i rastrellamenti della periferia romana in attesa di essere trasferiti in Germania.
Sfilano in queste pagine dense e avvincenti divi e dive dal fascino irresistibile, artigiani abilissimi e affaristi senza scrupoli, registi dal tocco magico e artisti del makeup, politici poco lungimiranti e autentici geni della fotografia. Cinecittà diviene la parabola di un Paese ricco di grandi talenti e occasioni sprecate, di genio e arbitrio, che il cinema italiano ha saputo esprimere con tanta efficacia.
Un saggio per chi ama il cinema e anche la storia italiana, in cui si intersecano le vite dei più grandi personaggi della Settima Arte e quelle dei politici che hanno diretto i percorsi della nazione.
Mario Pacelli, romano, è stato a lungo funzionario della Camera dei deputati, docente di Istituzioni di diritto pubblico, è autore di numerosi saggi storici.
Come afferma in prefazione Giancarlo Governi:“Cinecittà ha una storia, a volte gloriosa a volte travagliata, che si interseca con la storia del Paese e Mario Pacelli la racconta bene in questo libro. Il suo racconto è suggestivo, preciso perché molto documentato anche nelle pieghe che non conosciamo o che abbiamo dimenticato. Il fascismo la costruì, il fascismo la distrusse, l’Italia antifascista e repubblicana la ricostruì, la fece cadere in depressione, la fece riprendere e non sempre l’ha preservata dalle grandi trasformazioni che il progresso tecnologico le ha imposto.”