SERGIO MATTARELLA HA RIBADITO CHE L’ITALIA E’ IN PRIMA LINEA NELLA NATO. E PER IL CAPO DI STATO MAGGIORE DELLA DIFESA ESSA E’ “presidio di libertà e democrazia”
(g.p.) ______ Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, in occasione del Giorno dell’Unità Nazionale e della Giornata delle Forze Armate, ha deposto una corona d’alloro presso il Sacrario Militare dei Caduti d’Oltremare di Bari.
La celebrazione della Festa delle Forze Armate è poi proseguita sul Lungomare Nazario Sauro, dove hanno parlato il capo dello Stato (nella foto), il ministro della Difesa Guido Crosetto e il capo di Stato Maggiore della Difesa, ammiraglio di squadra Giuseppe Cavo Dragone che, per la carica che detiene, è la più alta autorità militare e responsabile dell’area tecnico-operativa.
Qui di seguito, alcuni passaggi giornalisticamnte più rilevanti del discorso di Sergio Mattarella:
“Improvvisamente la guerra – la tragedia della guerra – è riapparsa nel nostro Continente.
È accaduto a causa della sciagurata e inaccettabile aggressione che la Federazione russa ha portato contro l’Ucraina e il suo popolo.
Dalla fine di febbraio si combatte, si muore nel cuore d’ Europa.
I media di tutto il mondo rilanciano le immagini terribili di un conflitto che non risparmia le popolazioni civili. Anziani, bambini in fuga dalle bombe.
L’incubo di scenari ulteriori che sembravano inimmaginabili fino a poche settimane fa.
Sono passati molti mesi senza che si intraveda uno spiraglio. Eppure la pace continua a gridare la sua urgenza.
Una pace giusta, fondata sul rispetto del diritto internazionale e sulla libertà e la libera determinazione del popolo ucraino. Perché non vogliamo e non possiamo abituarci alla guerra.
Assume allora un significato speciale questa celebrazione del 4 novembre, giornata nella quale l’Italia si stringe, con riconoscenza, attorno alle sue Forze Armate.
Perché nessuno più degli uomini e delle donne in divisa conosce il valore della pace e cosa significhi metterla a rischio.
I nostri militari sono impegnati per garantire pace e sicurezza in tante aree del mondo. Lo fanno con straordinaria professionalità e competenza, con uno spirito di umanità che li fa apprezzare come un vero e proprio modello…
L’Italia è attore di primo piano, presente in tutti i principali contesti multilaterali: Nazioni Unite, Unione europea, Alleanza Atlantica, coalizioni internazionali.
I punti fermi della nostra bussola restano la vocazione europeista e il solido legame transatlantico.
Quanto sta accadendo nella nostra Europa parla alla responsabilità degli uomini delle istituzioni.
Ci dice che la pace si costruisce ogni giorno.
Prima di tutto nella coscienza delle nuove generazioni, nel cuore di quel popolo che si sente europeo, accomunato dalla medesima concezione di libertà, di diritti, di fraternità che ripudia l’idea stessa di guerra.
Ripudia la guerra.
Come dice la nostra Costituzione, che indica anche la via e gli strumenti che rendano concretamente possibile questa scelta. L’adesione alle sedi multilaterali impegnate ad assicurare pace e giustizia fra le Nazioni.
Questo resta un grande obiettivo per il quale l’Italia può dare un importante contributo, sia in sede politica, sia attraverso il patrimonio tecnologico e industriale di cui dispone. Nella convinzione che investire nella Difesa europea significa anche rafforzare l’Alleanza Atlantica nel suo pilastro continentale.
Reagire alle crisi con prontezza e flessibilità significa anche, sul piano interno, adeguare il nostro strumento militare per conseguire o consolidare le capacità necessarie ad affrontare i nuovi scenari.
Scenari e terreni di impegno nei quali spesso è difficile operare una distinzione o una separazione netta tra ciò che è militare e ciò che è civile.
Penso ai nuovi domini: lo spazio, la dimensione cibernetica, e anche lo spazio subacqueo.
Su queste frontiere, alcune delle quali ancora poco esplorate, si sta giocando una competizione internazionale che è molto serrata, la cui posta in gioco ha molto a che fare con la nostra sicurezza‘”.
Ed ecco una sintesi delle parole di Giuseppe Cavo Dragone: “Dobbiamo concepire lo sviluppo della difesa Europa come un arricchimento, in una prospettiva di integrazione con l’Alleanza atlantica.
È il tempo di creare deterrenza che scoraggi le minacce del domani, occorrono scelte coraggiose e servirà far circolare le conoscenze tecnologiche degli alleati.
La deterrenza militare è il presidio della pace.
Un conflitto tra due paesi nel cuore dell’Europa si è trasformato in una polarizzazione tra due mondi, con effetti che si sono propagati. L’Italia è consapevole della posta in gioco e ha preso una posizione ferma ed è impegnata nel quadro Atlantico europeo. Chi pensava a una Nato in difficoltà ha commesso un grave errore di valutazione. L’Alleanza ha rapidamente adattato la visione strategica alle nuove minacce. La Nato è un presidio di libertà e democrazia, e l’Italia ha dato il suo contributo fondamentale e apprezzato”.
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