FORTISSIMO TERREMOTO GIUDIZIARIO / L’APPROFONDIMENTO / 2. – MIMMO DE SANTIS, DAL PASTICCIACCIO DEGLI ALIMINI ALLA FRITTATA DEL TWIGA
(g.p.) ______ L’indagine della magistratura che ha portato ai dieci arresti di oggi nel Salento, come abbiamo riferito nei nostri due articoli immediatamente precedenti, parte nel 2017, all’epoca della polemiche sull’inediamento previsto a Otranto da Flavio Briatore per il Twiga, struttura extralusso poi, come è noto, bloccata dai magistrati. Ssempre come già riferito, fra i dieci arrestati c’è il presidente di Federalberghi Lecce, riconfermato nell’incarico tre mesi fa, Raffaele, detto ‘Mimmo, De Santis (nella foto), 76 anni, una settimana fa per quella vicenda condannato a tre anni e tre mesi quale legale rappresentante della società committente dei lavori, la Cerra s.r.l
Anche per il suo caso, conviene fare qualche flashback.
Vediamo.
Il 24 giugno 2013, ad Otranto, viene costituita una “Consulta per il Turismo”, composta da amministratori, operatori del settore e rappresentanti delle diverse associazioni di categoria.
Si tratta di un organismo, voluto dall’amministrazione comunale quale organo consultivo permanente, a supporto delle politiche che interessano il settore turistico sul territorio cittadino.
“Abbiamo voluto una forte rappresentanza della parte privata – spiegava il sindaco Luciano Cariddi – soprattutto prevedendo che anche la figura del presidente e del segretario fossero assunte dagli imprenditori turistici, perché riteniamo sia utile e più efficace il contributo che questi possono dare con riferimento alle problematiche e alla programmazione che la città è chiamata ad affrontare”.
La programmazione che la città è chiamata ad affrontare.
Presidente della Consulta venne subito nominato Raffaele, detto Mimmo, De Santis, proprietario di Serra degli Alimini, affermato villaggio turistico salentino da trenta anni, e presidente provinciale di Federalberghi, l’ associazione imprenditoriale degli albergatori.
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Facciamo a questo punto una piccola digressione nel passato, utile per capire meglio il presente, e il probabile futuro. Studiamo un po’, insomma, ché fa sempre bene.
L’ insediamento turistico ai laghi Alimini fu realizzato senza grosse opposizioni, e l’ operazione andò in porto, a differenza dell’analoga (almeno come spirito: sottrarre luoghi marini incantevoli e natura circostante alla fruizione pubblica, di tutti, trasformandoli viceversa in attività edilizie e alberghiere private, a vantaggio del profitto economico imprenditoriale) poi fermata, ma sappiamo tutti a quel prezzo, di Porto Selvaggio a Nardò.
Ciò non toglie che non mancarono in seguito i rilievi critici.
Sentiamo, tanto per fare un esempio fra i meno datati, cosa dissero i senatori del Pci (eh sì, non ci sono più i comunisti di una volta!) Petrara, Lops, Iannone e Cardinale, in un’ interpellanza rivolta ai Ministri dell’ambiente e altri competenti, nel 1989, “per sapere se ritengano che si possa consentire la distruzione di una zona, qual è quella dei laghi Alimini, soggetta al vincolo paesaggistico e ricca di alta macchia mediterranea, qualificata come bosco in formazione, in funzione di un’assurda programmazione turistica, sostenuta dai fondi FIO, che, in cambio di una diffusa cementificazione del territorio, dovrebbe garantire occupazione e sviluppo; se non intendano intervenire per impedire lo scempio di uno dei paesaggi più suggestivi della Puglia, valutarne il fortissimo impatto negativo sull’ambiente, determinare l’entità dei danni provocati al territorio, imporre il ripristino dei luoghi e il rispetto del vincolo paesaggistico” (Senato della Repubblica ~ 105 ~ X Legislatura 293a SEDUTA ASSEMBLEA ~ RESOCONTO STENOGRAFICO – 18 OTTOBRE 1989).
Polemiche partitiche strumentali, potrebbe dire qualcuno. E va bene.
Allora, siamo andati a cercare esperti ‘neutri’, scienziati della materia, che abbiano fatto studi del genere.
Li abbiamo trovati. Citiamo quello che al mio avviso è il più autorevole.
Si tratta di un saggio edito nel 2008, dell’ Università degli Studi di Genova, Facoltà di Architettura, dal titolo “Cambiamenti del paesaggio costiero e sviluppo turistico sostenibile“, a cura di Annalisa Calcagno Maniglio, ricerca commissionata dal Ministero per la Pubblica Istruzione.
Perfetto. Questi sono professori universitari che hanno studiato come sia cambiato negli ultimi decenni il paesaggio costiero in Italia in seguito allo sviluppo turistico, al fine di proporne uno ‘sostenibile’, evitando gli errori, se non gli orrori del passato.
Leggiamo cosa scrivono a proposito di Otranto: “I villaggi Bravo Club Mediterraneè, Alimini 1, Alimini 2, Altair, con una ricettività di circa 2504 posti letto, costituiscono dei nuclei ad alta concentrazione; riproducono nel loro impianto un modello urbano, ma non dialogano, né si confrontano col territorio limitrofo.
Chiusi da limiti fisici, ma anche da barriere visive, queste piattaforme turistiche hanno un carattere introverso, e poco disposto alle relazioni, anche funzionali, con l’ esterno.
Si compongono di alcuni elementi ricorrenti che in qualche modo fanno parte del lessico urbano: la piazza commerciale, i percorsi pedonali e carrabili, l’ anfiteatro o i luoghi per le rappresentazioni all’ aperto.
La buona manutenzione delle superfici aperte di pertinenza spesso contrasta con le aree boscate più prossime che cinge il perimetro del villaggio ed è contraddistinta da un forte grado di degrado.
La fruizione turistica di questo tratto di costa tende verso una forte privatizzazione dello spazio, i percorsi pubblici realmente accessibili sono pochi, il numero considerevole di barriere fisiche impedisce il passaggio a mare…
Tra le trasformazioni, la perforazione della pineta a causa della costruzione negli anni Settanta dei grandi villaggi…ha reso visibile il forte fenomeno di trasformazione del suolo all’ interno delle aree privatizzate”.
Senza tener conto di tutto questo del passato, a Otranto a “orientare la programmazione che la città è chiamata ad affrontare”, come visto, nel 2013 viene chiamato l’ imprenditore del villaggio degli Alimini, di cui abbiamo appena letto le valutazioni degli esperti, Raffaele detto Mimmo de Santis.
Non solo. Nei modi e nella sostanza di cui abbiam detto, ce siamo ritrovato a riproporre verosimilmente il modello che abbiamo analizzato, dopo tre anni, fra gli imprenditori che avevano investito nel Twiga Club di Otranto.
Di più: era suo il terreno, poi diventato della società ‘Cerra srl’ su cui doveva sorgere lo stabilimento con Flavio Briatore.
“La programmazione che la città è chiamata ad affrontare” – come aveva detto il sindaco tre anni prima – certo ha sortito l’ esito migliore. Per lui, Mimmo.
Inoltre, per coincidenza significativa, certo ‘singolare’, proprio a giugno 2013 Flavio Briatore rinnega la sua precedente decisione di non investire più in Italia e annuncia, al contrario, di voler portare il marchio Twiga in Italia.
Nell’ estate 2015 Flavio Briatore venne spesso nel Salento per trattare con l’ amministratore della intanto costituita società ‘Cerra’, appunto Raffaele detto Mimmo De Santis.
“Sono rimasto colpito dal Salento, luogo d’ indiscutibile bellezza naturale che è anche supportata da un’ ottima cultura verso il turismo. Sono molto soddisfatto perché abbiamo trovato dei partner preparati, affidabili ed entusiasti, che eseguiranno e gestiranno questo progetto seguendo i nostri altissimi standard” , dirà poi, a commento. Certo che se la “ottima cultura verso il turismo” è quella del suo socio, tutti noi siamo rovinati, come lo è stato buona parte del territorio, proprio da tale “ottima cultura“
Nel marzo 2016, da parte sua, il consiglio comunale di Otranto dà il via libera all’utilizzo dei terreni.
Come spiegava il sindaco Luciano Cariddi: “Abbiamo approvato uno strumento che è quello dell’accesso al mare, previsto dal nostro Piano Urbanistico e che consente di attrezzare a struttura dedicata alla balneazione e all’intrattenimento anche aree agricole che confinano con il demanio marittimo. Tutto questo lo si fa per migliorare i servizi e la qualità dell’offerta turistica”
E ancora: “Il progetto non riguarda la fascia di demanio marittimo che si affaccia sul mare, che rimane libera e fruibile a tutti”.
Di più: “Con l’accesso al mare approvato, il Comune e il soggetto proponente hanno stipulato una convenzione che prevede una serie di impegni. Seguiamo la strada delle politiche di valorizzazione e tutela del territorio e del paesaggio, sperando di poter anche migliorare”.
Ma evedentemente nei piani del Comune di Otranto qualcosa è andato storto. ______
LA RICERCA nei nostri due articoli immediatamente precedenti
FORTISSMO TERREMOTO GIUDIZIARIO NEL SALENTO, EPICENTRO OTRANTO. CROLLA IL SISTEMA DELL’INTRECCIO FRA POLITICA E AFFARI CHE FACEVA CAPO AI FRATELLI PIERPAOLO E LUCIANO CARIDDI, FINITI IN CARCERE. ALTRI OTTO ARRESTATI, FRA I QUALI ROBERTO DE SANTIS, STORICO MANAGER DI FIDUCIA DI MASSIMO D’ALEMA
FORTISSIMO TERREMOTO GIUDIZIARIO / L’APPROFONDIMENTO / 1. – ROBERTO DE SANTIS, L’UOMO DEGLI AFFARI NEL SALENTO DI MASSIMO D’ALEMA