BRINDISI AD ELEVATO RISCHIO AMBIENTALE
Riceviamo e volentieri pubblichiamo il seguente comunicato______
Brindisi da sacrificare: il deposito GNL Edison a Costa Morena.
È stato approvato a febbraio 2022 dal ministero per la Transizione ecologica, poi dalla Regione, un grande serbatoio da 19.500 metri cubi pieno di metano raffreddato a -162 gradi nel mezzo dell’unico spazio libero del porto di Costa Morena Est di Brindisi, inserito in mezzo ad altri 11 siti industriali ad elevato rischio industriale. Eppure la Regione aveva bocciato a marzo un megadeposito di GPL a Manfredonia della Energas, perché “impianto che non risponde pienamente agli indirizzi delle politiche energetiche europee nazionali e regionali, che perseguono chiaramente strategie di decarbonizzazione e di minimizzazione dei rischi ambientali e territoriali” secondo l’assessore regionale all’Ambiente Maraschio. Ma per la Regione, a Brindisi tutto si può fare, “tanto ormai è una città rovinata” come disse Emiliano quando propose di spostare l’approdo di TAP da Melendugno a Brindisi.
A proporre il progetto due anni fa è stata Edison, una società con sede in Italia, ma controllata al 97% dalla francese EdF, che detiene il 50% di quote di Poseidon, il nuovo gasdotto in arrivo da Israele a Otranto.
Ma a che serve questo megadeposito di GNL, se non ci sono rigassificatori a Brindisi?
Semplice: per rifornire le stazioni di servizio delle nostre auto a metano! Molte stazioni di servizio non sono collegate alla rete dei gasdotti di metano, come lo è quella di Restinco proprio di Edison. Perciò, finora delle autocisterne piene di metano liquido (detto appunto GNL) lo portano da Francia e Olanda. Edison vorrebbe fare un deposito a Brindisi e rifornire con 100 autocisterne l’anno tutte le stazioni di servizio del Centro e Sud Italia.
Lo sviluppo che vede qualcuno sono le decine di metaniere nel porto e centinaia di autocisterne di traffico, inquinante.
Qualcuno ha parlato di occupazione: secondo il piano di Edison bastano poche decine di tecnici, pari agli occupati di un ristorante e una pizzeria ben avviate, non inquinanti.
Qualcuno ha parlato di green e decarbonizzazione, ma il GNL è metano raffreddato a -161 gradi per renderlo liquido, compresso e più facilmente trasportabile. Il metano è CH4 in chimica, cioè contiene carbonio: è un idrocarburo fossile, altro che green.
Il GNL di cui si parla tanto e che ci ha promesso, nei suoi viaggi il presidente Draghi come alternativa al gas russo, visitando gli Stati Uniti, il Quatar, ma anche Congo, Nigeria, Mozambico, viene ricavato dal fracking, la frantumazione delle rocce per l’estrazione del metano, che in Italia è vietata come tecnica. Col gracking si inquinano le falde, poi deve essere raffreddato a -161 gradi, portato via mare sempre a -161 gradi. Insomma, il GNL non ha veramente niente di green.
Ma il vero problema è il rischio di incidente industriale dovuto alla concentrazione nella zona industriale di Brindisi di molti depositi già operativi, come IPEM, il piu grande deposito di GPL in Italia, avendo una capacità di stoccaggio complessiva di 52.100 metri cubi. E allora autorizzeranno anche il Brundisium, deposito con serbatoi di benzina e diesel. E c’è il petrolchimico ENI Versalis, la centrale a carbone di Cerano, la centrale a gas di EniPower dentro il petrolchimico. L’ultimo incidente a Freeport, Texas, il terminale degli Stati Uniti da cui parte il 20% del GNL (anche verso l’Italia), portando il prezzo a oltre 90 euro Mw/h.
Chiaramente per gli abitanti di Brindisi non ci sarebbe nessuno sconto quando riforniscono le loro auto a metano.
E come scrive Forza Italia Brindisi, in modo ignorante, su un giornale: “Edison consentirà al porto di Brindisi di dotarsi di un’infrastruttura green per il biometano ed i carburanti di sintesi “carbon neutral” (sarà il primo tassello per una hydrogen valley), di incrementare e diversificare i traffici portuali e di generare oltre 200 occupati.”. Pure inesattezze, che dimostrano la poca preparazione dei nostri politici. GNL non è green, non è biometano, non c’entra con l’idrogeno, è CH4, perciò non può essere “carbon neutral”. E poi i 200 occupati. Sembra il milione di posti di lavoro….
Brindisi sta diventando il posto dove tutte le multinazionali trovano terreno fertile per i loro investimenti più sporchi e inquinanti. “Tanto Brindisi ormai è rovinata” come predisse il presidente Emiliano.
Movimento No TAP/SNAM di Brindisi
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