IL WEB SOTTO ATTACCO DELLA RAI. LE FAKE NEWS DELLA TELEVISIONE DI STATO PER IL ‘PENSIERO UNICO’
di Valerio Melcore ______ La RAI si affanna ad autoproclamarsi paladina della corretta informazione e non perde occasione per attaccare la concorrenza, ossia la rete, il web, internet.
Già, per la RAI la concorrenza non è Mediaset, o La7, con queste c’è solo concorrenza sugli ascolti, quella stessa concorrenza interna che si fanno i diversi canali Rai o di Mediaset. Ma i contenuti delle diverse reti nazionali, seppur con sfumature diverse, sono gli stessi, la stessa pappetta per il nostro cervello che vorrebbero somministrarci tutti i gironi nel tentativo di asservirci completamente.
Così dopo che da mesi condutto e giornalisti televisivi, ci raccontano come la rete sia sbagliata, malata, frequentata da odiatori seriali, ora addirittura sta mandando in onda uno spot confezionato per combattere il più DEMOCRATICO dei media.
Per quale motivo tanto astio nei confronti del Web, della Rete, dei Social?
Cos’è il Web? Wikipedia ci dice che è: “ Una rete mondiale, è uno dei principali servizi di Internet, che permette di navigare e usufruire di contenuti amatoriali e professionali (multimediali e non) collegati tra loro attraverso collegamenti (link), e di ulteriori servizi accessibili a tutti o ad una parte selezionata degli utenti di Internet; questa facile reperibilità di informazioni è resa possibile, oltre che dai protocolli di rete, anche dalla presenza, diffusione, facilità d’uso ed efficienza dei motori di ricerca e dei web browser in un modello di architettura di rete definito client-server”.
Ecco la RAI che è una televisione che è controllata dai partiti, in cui si entrava come ci ha spiegato il giornalista comunista Antonio Caprarica si entra grazie alla tessera di partito, pretende di dare lezioni di giornalismo obbiettivo, accusando la Rete di riportare notizie false, distorte, ecc…. e aggiungiamo noi che non piacciono alla RAI in quanto sono distoniche rispetto al governo.
Uno spot con cui si vorrebbe dimostrare che la Rete diffonde notizie false sugli immigrati che verrebbero artificiosamente descritti come delinquenti e portatori di malattie.
Ecco alla RAI, al cui interno lavorano un migliaio di giornalisti che politicamente possono essere collocati nell’area culturale del PD, non va giù che il racconto secondo cui i migranti sono un problema per il nostro paese e non una risorsa come amano ripetere la Boldrini & Company.
Ora è del tutto evidente che in un media, come la Rete dove interagiscono 4,5 miliardi di persone, ci siano degli idioti, degli psicopatici, dei violenti, dei pazzi, dei drogati, dei disperati. Ma vi sono pure dei geni, delle persone sagge, degli scienziati, degli artisti, dei poeti, degli scrittori, delle mamme, dei giovani operosi, degli intellettuali, che non trovano spazio sulle televisioni dei loro paesi. Internet è lo spaccato della popolazione mondiale.
Sta a chi o frequenta comprendere quale notizia sia vera e quale è una fesseria.
Internet, potendo interagire ti consente di farlo, la televisione NO.
Quando voglio verificare se una notizia data in tv è stata distorta come spesso avviene, per esempio distorcendo le dichiarazione di un personaggio, vado in rete e mi ascolto l’intervento integrale.
In Rete io trovo il mondo con i suoi pregi e difetti, in RAI trovo 2000 giornalisti prezzolati, pagati profumatamente con i nostri soldi, basti pensare che il Compagno Fazio ogni anno percepisce dalla Televisione di Statodai 12 ai 15 milioni di euro, altro che casta, QUESTI SONO LA CASTA DELLA CASTA..
In arrivo l’ennesima piattaforma per la lotta contro le cosiddette fake news. Si chiama Italian Digital Media Observatory ed è una costola dell’omologa organizzazione europea che ha l’obiettivo di monitorare l’informazione che circola nell’Unione europea e in Italia e contrastare quella che viene classificata come disinformazione.
MA L’ATTACCO ALLA RETE PROSEGUE.
Leggiamo quella che scrive Blyoblu che si autodefinisce La televisione dei cittadini.
“ENNESIMA PIATTAFORMA CONTRO LE FAKE NEWS: GIANNI RIOTTA, RAI E GRUPPO GEDI A GUIDARLA
La benedizione delle istituzioni governative
La nuova piattaforma italiana contro le fake news è stata presentata in pompa magna presso l’Università LUISS di Roma, ricevendo il plauso del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e del Commissario europeo Paolo Gentiloni. E oltre alla benedizione governativa il nuovo team italiano contro le bufale sarà composto dallo stesso ateneo LUISS, dalla RAI, dal Gruppo GEDI e dalla TIM.
A presiedere la piattaforma sarà il giornalista Gianni Riotta che ha inaugurato cosìla presentazione: “Lavoreremo per insegnare a distinguere il vero dal falso”. Una frase che evidenzia l’altissimo livello di autostima di cui evidentemente gode Gianni Riotta e il suo nuovo progetto di fact checking.
Riotta infatti non solo dà come assunto di essere in possesso della conoscenza assoluta di ciò che è vero e ciò che è falso, un attributo quasi divino, ma di avere il dovere morale di diffondere questa conoscenza.
Questo amor proprio, decisamente eccessivo, rischia così di sconfinare in una imprudente presunzione e il progetto guidato da Riotta, come molti altri analoghi di fact checking, presenta infatti notevoli criticità.
Innanzitutto non può non essere discutibile il rimarcato endorsment dell’apparato governativo italiano nonché europeo al progetto. La benedizione del Ministro degli Esteri italiano e i soldi dell’Unione europea (circa 13 milioni di euro) non possono non far sorgere una domanda: non è che questa piattaforma sulle fake news potrà essere indirizzata ad uso e consumo del Governo? Secondo Riotta sarebbe sbagliato dubitare del Governo”.
Quindi a stabilire quali siano false notizie e quali no sarebbe la RAI o un giornalista comunista e che da giovane passava gran parte del suo tempo, come egli stesso dichiara, a vendere il giornale di estrema sinistra Il Manifesto che oggi prepara le liste di prescrizione, su quelli che sono gli amici di Putin, beccandosi dal compagno Massimo Cacciari, filosofo e già sindaco di Venezia questa dichiarazione: ” Riotta è un cogl….”
E lo spiega il Professor Cacciari alla redazione di NP.
“Non ci sta, Massimo Cacciari, a finire nella lista di proscrizione dei “putiniani d’Italia”, quel lungo elenco redatto da Gianni Riotta su “Repubblica” per esporre al pubblico ludibrio chiunque di discosti minimamente dall’analisi unica geopolitica dei fatti ucraini. Ti poni degli interrogativi sui limiti della Nato in questo crocevia storico? Sei al soldo di Mosca. “Lo scriva così come glielo dico: Gianni Riotta è un c…”, replica Cacciari intervistato al “Fatto”. “Si è bevuto il cervello”.
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