CAMORRA NEGLI APPALTI, GUIDO NEGA TUTTE LE ACCUSE
(f.f.) ______
“Non ho mai preso soldi, ho incontrato quelle persone una sola volta e ho spiegato che l’appalto era affidato a Monteco, quindi non ci sarebbe stato nulla da fare”.
Queste le prime dichiarazioni di Andrea Guido, consigliere 45enne del Comune di Lecce, ai domiciliari da sette giorni con l’accusa di corruzione aggravata da sodalizio mafioso, in particolare quello camorristico del clan Moccia, durante l’interrogatorio di garanzia che si è tenuto questa mattina, intorno alle ore 12.00.
Nel confronto che si è svolto in video conferenza presso la caserma dei carabinieri di San Cesario, è emerso infatti che l’indagato, assistito dagli avvocati Ivan Feola e Andrea Sambati, rispondendo alle domande della giudice del tribunale di Napoli Maria Luisa Miranda – firmataria dell’ordinanza di custodia cautelare – ha respinto fermamente tutti gli addebiti, e ha dichiarato in particolare di non aver mai ricevuto denaro da parte del clan, in special modo negli ultimi mesi di mandato in qualità di assessore all’Ambiente nella giunta dell’ex sindaco Paolo Perrone.
Secondo le indagini infatti, l’accordo che ha messo in moto l’atto di corruzione, prevedeva la consegna della somma di duemilacinquecento euro – a fronte di cinquemila euro, secondo gli inquirenti – al politico leccese in cambio dell’affidamento del servizio di raccolta dell’olio di origine alimentare esausto a Lecce e negli altri comuni che rientravano nel consorzio ARO 1 all’azienda afragolese Soloil. Sarebbe stato proprio il titolare di quest’ultima azienda, nella figura di Francesco di Sarno – 50enne di Napoli e braccio economico del sodalizio mafioso- ad erogare la suddetta somma, con l’ausilio dei due intermediari Mario Salierno, 44enne di Napoli, e Giuseppe D’Elia, 55enne di Novoli .
Guido, che ha deciso di non avvalersi della facoltà di non rispondere, ha ammesso quest’oggi dinanzi al giudice, di aver incontrato sia il titolare, sia i vari rappresentanti dell’azienda, senza però essere al corrente di un collegamento tra la ditta ed il clan Moccia: proprio in quell’occasione, si sarebbe limitato a chiarire che l’appalto col Comune se l’era già aggiudicato Monteco e che sarebbe scaduto poi nel 2024.
Stando alle dichiarazioni del consigliere dunque, non ci fu neppure un minimo tentativo di corruzione, e la questione si chiuse lì, in quei frangenti.
Anche D’Elia, che attualmente è ai domiciliari nell’ambito dello stesso procedimento, ha confermato nella tarda mattinata odierna la stessa versione, aggiungendo inoltre che l’ex assessore Guido, durante quell’incontro “fu categorico”.
La difesa di Guido, nelle figura dell’avvocato Ivan Feola ed Andrea Sambati, non ha formulato dunque una istanza di revoca della misura, facendo invece ricorso al Tribunale del Riesame.
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LA RICERCA nel nostro articolo del 20 aprile scorso
UN FULMINE A CIEL SERENO SUL CONSIGLIERE COMUNALE ANDREA GUIDO, ARRESTATO PER CORRUZIONE
Category: Cronaca