IN CONFERENZA STAMPA STICCHI DAMIANI FA CHIAREZZA: “Il clima in società è sereno. De Picciotto sarà in cda”
di Mattia Ala ______
Il presidente del Lecce Saverio Sticchi Damiani (nella foto di copertina) ha tenuto questa mattina una conferenza stampa al Via del Mare.
Dopo le dichiarazioni rilasciate ieri dall’azionista di maggioranza Renè De Picciotto (nella foto qui sopra) a Telerama (“La società ha debiti, in caso di A, le risorse che entrerebbero grazie alla massima serie dovrebbero essere usati per risanarli, quindi niente programmi ambiziosi”), il numero uno di via Colonnello Costadura, col suo solito stile pacato, misurato, ha sentito la necessità di fare chiarezza per sgombrare il campo da ogni equivoco emerso riguardo la tenuta dei conti del club.
Sticchi, inoltre, ha ribadito l’ambizione di squadra e società di raggiungere la Serie A per rimanerci, e non ha escluso l’ingresso di un nuovo socio a breve.
Prima, però, c’è il big match contro il Pisa lunedì al Via del Mare, dove sono attesi circa 25 mila spettatori, record stagionale di presenze allo stadio, e qui il patron giallorosso non manca di sottolineare la mole di profondo affetto di tutto il Salento per Lucioni e compagni, che potrà essere determinante al fine di centrare la promozione in Serie A.
Di seguito le sue parole: “Siamo alla vigilia di un appuntamento per cui avremmo dato chissà cosa ad inizio anno. Siamo partiti in un campionato tosto, con tante altre rose allestite con maggiori risorse. A tre giornate dalla fine,invece, siamo noi ad essere padroni del nostro destino. Avremmo dato qualunque cosa per disputare il prossimo match. I dirigenti, i soci, chi ha costruito questa squadra, il tecnico, i calciatori e i tifosi, che hanno fatto gli straordinari quest’anno, per darci ciò che ci mancava rispetto a coloro che hanno messo in piedi formazioni più competitive della nostra.
Lecce-Pisa? Sono contento di respirare un clima di entusiasmo incredibile alla vigilia di Lecce-Pisa. Mi emoziona la risposta del Salento, di questo meraviglioso e grande Salento, composto da più di un milione di salentini sparsi in tutto il mondo. Siamo un vero e proprio popolo e una fetta di 25 mila sarà al Via del Mare, assieme a coloro che spingeranno questi ragazzi da lontano. Noi salentini abbiamo un’identità territoriale pazzesca, questo è il momento di esprimerla. Questo è il momento in cui essere radicati ad un territorio può fare la differenza. Sono colpito, al pari di squadra e tecnico, dalla risposta del pubblico. Numeri del genere difficilmente si trovano anche in A. Per questo penso che la promozione la meritiamo davvero, per la nostra gente e l’ottimo lavoro svolto in questa stagione. La squadra darà battaglia dal primo all’ultimo minuto, onorerà la maglia come l’ha onorata in tutto il campionato.
All’interno della maglia negli anni scorsi abbiamo fatto inserire una scritta, “se tifi Lecce tifi Lecce e basta”. Questa è, però, una frase rivolta alla tifoseria, e volevo che nella maglia ci fosse una frase anche per i calciatori. Fin dalla prima giornata, per questo, abbiamo scritto: “Onora questa maglia”. Lo abbiamo inserito anche nelle maglie di allenamento, in quanto è un monito sempre valido. Qualche prestazione deludente c’è stata, ma la maglia è stata sempre onorata, e così sarà anche lunedì. Sono consapevoli che questa è una grande opportunità, non solo da un punto di vista economico, per le loro carriere. Molti di loro possono aspirare a raggiungere grandi palcoscenici, ma la gioia di vincere un campionato a Lecce se la porteranno dentro per tutta la vita. Vincere qui ha un sapore speciale.
Tanti calciatori con cui abbiamo festeggiato la promozione nel 2019 parlano ancora di quella stagione come l’apice emotivo della loro carriera. E’ un occasione da non farsi sfuggire, non c’è niente di più bello di vincere un campionato a Lecce. Sono convinto che il Via del Mare spingerà dal primo all’ultimo minuto, questa è la nostra partita.
In questi giorni ho sentito di tutto. Per noi la Serie A, oltre che un traguardo di cuore e passione, sarebbe un’opportunità da cogliere per dare ulteriore energia al progetto. Se dovessimo arrivarci questa volta arriveremmo ben strutturati, con una squadra di 23 giocatori di proprietà, giovani, ma soprattutto, senza esuberi. Sarebbe il capolavoro di Trinchera e Corvino. In questi anni abbiamo avuto anche i pesantissimi contratti che ci siamo trascinati dalla A, e i pochi esuberi di questa gestione tecnica come Paganini, Pisacane e Corini.
Oggi il nostro è un gruppo forte, con costi ragionevoli, e ciò può rappresentare una buona base per la Serie A. Questa volta, magari, non chiederemo a Corvino di puntare i fari sull’Islanda, ma potremmo mandarlo in un mercato che può dare risposte più certe. Contemporaneamente potremmo attuare una politica di azzeramento delle passività emesse negli ultimi due anni. Passività normalissime, lo chiarisco, comuni a tutto il mondo del calcio, dovute in primis al Covid, e poi al fatto che in B abbiamo trascinato dalla A contratti chiusi in tempi senza il Covid. Noi sforzi abbiamo profuso sforzi straordinari.
Si è discusso in questi giorni di debiti. Noi gestiamo il club da sette anni, nei primi cinque non ha avuto neppure un debito. Qualcuno si è sorpreso, ma io a inizio anno, e quello era il contesto giusto, ho parlato della situazione economica e dei contratti pesanti che ci siamo trascinati. Tutto questo è stato comunicato per tempo, e da allora è partita una strategia di risanamento. Alcuni sono debiti controbilanciati con la nostra banca dei crediti che il club percepisce nel corso della stagione. Il 30 giugno debiti e crediti si estinguono da soli. I soci, oltre a ripianare le perdite, hanno garantito le passività fisiologiche con garanzie personali, e questo è stato fatto da tutti. Il Lecce ha tutti, lo ribadisco, soci finanziatori. Vi è un gruppo societario che è partito due anni prima, e, tirando le somme, ha messo nelle casse del club le medesime somme di chi è arrivato dopo seppur con quote maggiori.
Smaltiti i contratti in esubero, adesso si riparte perché il nostro obiettivo non è fare come si fa in gran parte del calcio italiano, ovvero far finta che le passività non esistano. Occorre eliminare gli sprechi, e la nostra rosa oggi non ha sprechi. L’anno della Serie A abbiamo sprecato tantissimo, abbiamo sprecato molto anche lo scorso anno e questo è l’ultimo anno in cui fronteggiamo questi esuberi.
Il Lecce a fine anno ha una rosa di 23 giocatori di proprietà di 23 giocatori, che avrebbe costi ragionevolissimi in Serie B e in Serie A costerebbe il prezzo di 5-6 giocatori del nostro ultimo anno di A. Questo è il miracolo di Corvino e Trinchera. Per questo possiamo aggiungere qualità a questa rosa, e al contempo, mantenere un sano equilibrio economico. Poter disputare più campionati in A sarebbe l’unico modo per dare stabilità al club.
Ci sono poi i dietrologi del paracadute, a loro bisogna spiegare che una piccola società in A fa ricavi per 40-50 milioni, se retrocede ne incassa 17. Se si salva, ne prende 50, se si salva ancora, 60. L’unica medicina per le piccole squadre è andare in A per rimanerci.
Siamo pronti per affrontare la A , avremmo il margine per rafforzare la rosa e riportare subito in equilibrio il club come vogliamo. Le cose che sto dicendo sono già state deliberate in assemblea. Durante la presentazione del nuovo socio Barbetta abbiamo detto che, per riportare in equilibrio il club, bisogna andare in A, eliminare gli esuberi e allargare la base sociale con nuovi soci, in modo tale da accrescere le risorse. Uno è entrato al 10%, non escludo che presto ci possa essere una nuova importante evoluzione simile a quella del socio Barbetta. Il nostro obiettivo è andare in A per restarci, con buona pace dei dietrologi del paracadute.
Lasciamo stare ora i soldi. Volevo solo fare chiarezza perché una partita importante come quella di lunedì non poteva essere affrontata con dubbi o concetti non spiegati. Ora si torna a parlare di passione, l’obiettivo di salire coincide con gli obiettivi aziendali della A. Poi uno è libero di essere maggiormente felice per la promozione o di pensare al risanamento.
La partita con la Reggina mi ha provocato un forte dispiacere, innanzitutto per i tifosi giunti con difficoltà il giorno di Pasquetta. La prestazione della squadra è stata appena sufficiente, era la classica partita sporca che poteva andare in una direzione o nell’altra. In questo campionato 17-18 squadre si sono attrezzate per vincere. Per quanto la Reggina abbia esultato contro di noi, onestamente non credo che il loro obiettivo di inizio stagione fosse salvarsi. Dopo aver letto le formazioni e le sostituzioni, ho letto che in campo sono entrati Hetemaj, Galabinov e Denis. Chiaramente sono stati costruiti per un campionato di vertice, eppure sono lì.
La Reggina in termini di budget non è inferiore al Lecce, solo che noi stiamo lì a giocarci il campionato, mentre loro stanno gioendo per una vittoria inutile. Noi siamo stati sottotono, loro un avversario ben attrezzato.
Lo scopo di questa conferenza stampa è quello di sgomberare la mente da equivoci sia nei tifosi che negli addetti ai lavori.
La mattina di Monza-Lecce, prima di una gara importante insomma, dissi alla squadra di giocare con serenità perché stavano disputando un grande campionato. Dissi loro di godersi la possibilità di giocare davanti a tanti nostri tifosi a Monza, la stessa cosa dico adesso. Giocare in uno stadio pieno non può mai essere motivo di pressione o negatività.
Il clima in società è sereno.
Meno di un mese fa ho letto un’intervista di De Picciotto in cui affermava che la sue esperienza in città gli stesse piacendo. Il Consiglio di Amministrazione è scaduto il 31 dicembre, va rinominato. Essendoci stato un allargamento della compagine sociale, con un socio che è già entrato, e un altro che probabilmente entrerà, stiamo valutando di fare un cda definitivo che tenga conto della nuova composizione, all’interno del quale vedremo chi nominerà De Picciotto, se vorrà essere rappresentato da qualcuno. Per questo il discorso della sua rappresentanza nel cda è stata rinviato temporaneamente”.
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