POTERE ALLE DONNE. CERCASI LISISTRATA DISPERATAMENTE
di Giuseppe Puppo ______
«…E allora, se avete tanti obblighi reciproci, per quale ragione vi tormentate con la guerra? Perché non cessate di odiarvi? Perché non fate la pace? Dai, che ostacolo c’è?»
Era il tempo in cui nel centro del mondo allora conosciuto da anni ormai era scoppiato un atroce conflitto armato, fatto di distruzioni, stragi, morti, pestilenze e carestie, fra i due blocchi di potere egemoni ognuno con a sua sfera di influenza e l’un contro l’altro armato.
Atene era l’ Occidente, un tempo culla di libertà e di democrazia, ma ormai trasformata in regno di corruzione, affarismo, degrado morale, quando la cultura aveva dovuto cedere il potere alla politica, e ai suoi partiti, ognuno dei quali tramava nell’ombra e faceva solo gli interessi dei propri affiliati e dei propri capi, insieme a quelli degli affaristi, dei lobbisti e dei mercanti di armi che agivano nell’ombra.
L’ultima infausta idea di Atene, da poco tragicamente conclusasi in un bagno di sangue, oltre che nel fallimento totale, era stata una vera e propria invasione, con il pretesto di esportarvi la democrazia, contro la città-Stato di Siracusa, davanti le coste della Libia.
Sparta era l’Oriente slavo, dove l’educazione permanente era basata sulla legge del più forte, e vigevano i principi della violenza e della sopraffazione, nel nome delle armi e della capacità di adoperarle.
Ora, rivendicando vecchi possedimenti imperialistici, era determinata ad approfittare del momento di debolezza della rivale, provata dall’avventura siracusana, e preparava un’invasione su vasta scala, per darle il colpo di grazia.
La situazione era gravissima. Si annunciavano nuove distruzioni, stragi, morti, pestilenze e carestie, in uno scenario apocalittico.
Fu in quel momento che una donna ateniese, di nome Lisistrata, decise di dover fare qualcosa, prima che la strada della distruzione senza ritorno fosse definitivamente imboccata.
Radunò le rappresentanti femminili di ogni ceto sociale della propria città, estese l’invito a quelle delle città vicine, invitò con successo anche una delegazione femminile di Sparta. Ed espose a tutte loro il piano che aveva ideato, col conforto dell’illuminazione divina, nelle persone di due sacerdotesse dei più importanti santuari.
Si trattava di questo.
Visto che gli uomini delle città greche erano perennemente impegnati a combattere e non avevano più tempo per stare con le proprie donne e le proprie famiglie, né per assolvere a tutti i doveri di loro competenza, Lisistrata propose a tutte loro di fare uno sciopero del sesso: finché i maschi non firmeranno la pace, esse si rifiuteranno di avere rapporti sessuali con loro.
Fu un successo.
Il piano fu subito messo in pratica in maniera completa. Le donne di tutte le città bloccarono i soldi in casa in ogni famiglia privata, di cui esse avevano la disponibilità quotidiana, e occuparono i centri della finanza pubblica, che furono quindi impossibilitati a erogare risorse per le spese militari.
Quanto al sesso, niente di niente, zero assoluto, tutte compatte, da quelle che proclamarono la serrata senza se e senza ma a tempo indefinito, a quelle che si divertivano a promettere e provocare, senza concedere nulla, con ciò amplificando gli effetti.
Le reazioni maschili furono affidate ai vecchi, quindi per lo più insensibili alla situazione in atto, che in coro cercarono di soffocare la ribellione. Senza esito alcuno.
Dopo qualche settimana di astinenza forzata, gli uomini si arresero.
Mandarono una delegazione per le trattative davanti a Lisistrata, prototipo del femminismo migliore, principessa della pace. In questa occasione, lei trovò le parole più belle per convincerli, e poi aggiunse una memorabile spiegazione: «Uomini sciagurati, siamo noi donne a portare il peso della guerra, più del doppio di voi. Siamo noi che partoriamo i nostri figli e poi li dobbiamo vedere partire per il fronte a fare i soldati e tornare cadaveri. Quando potremmo tutti essere felici e goderci la nostra giovinezza, invece di diventare soli e vecchi nel dolore».
Chiese una resa senza condizioni: lo sciopero sarebbe finito solo dopo la firma di una trattato di pace solido, preciso e duraturo.
Ottenne la resa senza condizioni che voleva.
Il trattato di pace venne impostato, esplicitato e sottoscritto nel giro di pochi giorni. La stipula finale avvenne su un tavolo sotto una tenda alla presenza dei capi civili e militari di Atene e Sparta, e delle città loro rispettive alleate.
La cerimonia durò pochissimo, il tempo neanche di rileggere, solo di firmare, dal momento che l’eccitazione era tangibile, si vedeva da sotto i vestiti, e ormai quelli non capivano più niente altro, e niente altro importava loro, se non di poter ricominciare a fare l’amore.
Category: Costume e società, Cultura, Politica