ARTISTI SALENTINI / FRANCESCO E CARLO BARBIERI
di Raffaele Polo ______
Il grande orologio bronzeo di Piazza Sant’Oronzo a Lecce fu inaugurato nel 1955, ebbe l’onore della prima pagina illustrata de ‘La domenica del corriere’ e se ne parlò dappertutto come ‘l’orologio più grande del mondo’.
Il suo autore è stato il finissimo disegnatore Francesco Barbieri (1908-1973) illustre cittadino di San Cesario e fratello della sfortunato Carlo (1910-1938) scomparso tragicamente, affogato nella piscina allo stadio Mussolini, poi diventato stadio di Roma.
Se Francesco dedicò tutta la sua vita artistica prevalentemente alla scultura, ottenendo grandi consensi e realizzando tanti capolavori, frutto di una tecnica certosina che lo vede interprete classico delle forme e dei contenuti, Carlo Barbieri si affranca dalle rigide pastoie dei disegni volti a raffigurare i soggetti più importanti, senza farsi condizionare da alcuna imposizione grafica e stilistica, ma ricercando (e trovando) una dimensione tutta personale che rende i suoi elaborati innovativi e di fresca complicità.
La prematura scomparsa ci ha privati di un grande artista, destinato a farsi riconoscere per lo stile e il senso delle sue opere, che calibrano sapientemente le tecniche importanti e più efficaci, con la visione interpretativa di ciò che attira l’attenzione del giovane artista, riuscendo ad esprimere con le forme ma soprattutto con i colori, una velata malinconia che caratterizza i suoi dipinti.
La sua non fu una vita facile, culminò con la tragica scomparsa, E Carlo conobbe sacrifici e privazioni. Ma era capace, da buon salentino, di ironizzare e irridere la malasorte, come successe anche al poeta Arturo Leva che scrisse il famoso verso autobiografico ‘Cu mmie cuntraria, sempre, fuei la sorte’. Uscito dalla severa ma importante bottega di Geremia Re, trasferitosi a Roma si dedicò ad apprendere, conoscere, progredire, rielaborando quanto gli artisti della Scuola Romana potevano offrirgli e che lo abituarono a corredare di scritte e pensieri i propri lavori.
Insomma, la sua fu una meteora che attraversò il Novecento e che, sia pur per breve tempo, ha connotato la valenza dell’artista di San Cesario di Lecce, ancora da scoprire ed apprezzare pienamente.
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