LA CONSULTA DA’ IL VIA LIBERA A CINQUE REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA. ECCO SPIEGATO DI CHE COSA SI TRATTA

| 17 Febbraio 2022 | 0 Comments

di Angelo De Pascalis   _______

La Consulta, nella giornata di ieri, ha ammesso cinque quesiti referendari proposti da Lega e Radicali in tema di giustizia “perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario”.

È stato respinto, invece, quello sulla responsabilità diretta dei magistrati, per il quale l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario.

Gli elettori pertanto saranno chiamati ad esprimere il proprio parere, molto probabilmente, in un periodo compreso tra il 15 aprile e il 15 giugno.

 

Per quanto riguarda il primo – Legge Severino – i cittadini, dovranno pronunciarsi sull’abrogazione del decreto legislativo del 2012 che prevede l’incandidabilità, ineleggibilità e la decadenza per parlamentari, rappresentanti di governo, consiglieri regionali, sindaci e amministratori locali in caso di condanna definitiva a più di due anni di reclusione e la sospensione, per certi reati, dopo la sentenza di primo grado. L’obiettivo di Lega e Radicali è quello di abrogare le norme che consentono la sospensione degli amministratori locali a seguito di condanne non definitive per associazione mafiosa o reati contro la pubblica amministrazione.

 

Per il referendum sui limiti all’applicazione delle misure cautelari i promotori chiedono che venga abolita parzialmente la possibilità che ha il giudice di disporre la misura cautelare della custodia in carcere nel corso delle indagini al meno che un soggetto sia inquisito per reati che prevedono l’uso della violenza o delle armi, oppure legato alla criminalità organizzata e all’eversione.

 

Con il terzo quesito: separazione delle funzioni dei magistrati si vuole abrogare la legge che consente agli stessi togati di passare più volte dalle funzioni giudicanti a quelle requirenti e viceversa.

I proponenti, invece, ritengono che i magistrati dovranno scegliere all’inizio della carriera la funzione giudicante o requirente, e mantenere sempre quel ruolo.

 

Il quarto referendum, mira all’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Csm, ovvero si vuole abolire la raccolta delle almeno venticinque firme di colleghi a sostegno del magistrato che intende presentarsi per essere eletti nel Csm.

 

Il quinto quesito – Equa valutazione dei magistrati – (Consigli giudiziari) propone di abrogare il Decreto Legislativo 27 gennaio 2006, n. 25 e successive modifiche in base al quale solo i magistrati, hanno il compito di giudicare gli altri magistrati, mentre un terzo dell’organismo composto da avvocati e professori universitari in materie giuridiche, è escluso dalle discussioni e dalle votazioni dei Consigli.

 

I referendum per essere validi dovranno raggiungere il quorum del 50% più uno degli aventi diritto al voto. Tuttavia, se prima della convocazione degli elettori il Parlamento abroga le norme oggetto della consultazione le operazioni relative non si svolgeranno. Oppure il referendum sarà rinviato in caso di scioglimento anticipato delle Camere.

 

 

 

 

 

 

Category: Cronaca, Politica

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