ARTISTI SALENTINI / FRANCESCO SAVERIO DODARO, PROTAGONISTA FRA SCUOLE, CORRENTI E POLEMICHE
di Raffaele Polo_______
Vivacissimo, costante e prolungato nel tempo il dibattito culturale salentino che attraversa gli anni Settanta, approdando al decennio successivo e vivendo un intenso scambio di proposte, polemiche, invenzioni: ne fanno parte tante figure di intellettuali attivi e critici. Tra queste spicca sicuramente Francesco Saverio Dodaro (nella foto) che, pur essendo nato a Bari nel 1930, dopo una lunga e fruttuosa esperienza in diverse città, si stabilisce a Lecce dove rimane fino alla sua scomparsa, avvenuta nel 2018.
Dodaro ha scritto moltissimo, ha pubblicato innumerevoli lavori ed è stato promotore di infiniti momenti artistici e culturali, con l’idea, sempre ben radicata, di far progredire l’Arte e la Cultura nella nostra realtà.
Carattere mai domo e dalla spessa venatura polemica, Dodaro non aveva peli sulla lingua e stroncava con giudizi al veleno ciò che, a parer suo, era artefatto e non meritevole di giudizio positivo. Il suo pallino erano i nuovi codici linguistici ed estetici e, per una loro definizione sempre più esaustiva, ha ideato tante pubblicazioni: dai “Compact Type” (romanzi in tre cartelle), alle “Diapoesitive. Scritture per gli schermi”, testi proiettati sui muri delle strade, alla “Mail Fiction” (romanzi su cartolina), alla “Wall Word”, la collana di romanzi da muro tradotta in giapponese ed esposta all’Hokkaido Museum of Literature, fino alle “Pieghe narrative”, racconti, poesie e testi teatrali pubblicati su dépliant pubblicitari.
Dodaro fonda il movimento ‘Ghen’ al quale aderiscono numerosi intellettuali che condividono la sua frenetica ricerca: tra tutti c’è Antonio Verri e, dal loro sodalizio, nascono importanti iniziative. Ricordiamo «Violazioni estetiche» (Lecce, 1981), «Scritture» (Parabita, 1989), «Spagine. Scritture infinite» (Caprarica di Lecce, 1989), fino al recente «New page», il movimento letterario fondato nel 2009 che promuove la narrativa, il teatro e la poesia in cento parole, da esporre nelle vetrine dei negozi.
Dodaro non si sottrae, mai, alle polemiche e alle animate difese di quella particolare forma di arte che, troppo spesso, viene misconosciuta e derisa, soprattutto negli ambienti più conservatori della nostra città. Ma la sua capacità di sviscerare i problemi e far comprendere quali siano le direttive cui l’artista e l’uomo di cultura deve tener presente, sono sempre molto convincenti.
Ci sembra di vederlo ancora, abbandonare insoddisfatto una galleria, scrollando il capo e con il volto atteggiato a disgusto…Era fatto così, Francesco Saverio Dodaro, coerente e preparato, in cerca di sempre nuove sollecitazioni che svecchiassero definitivamente il ‘fare arte’ della nostra realtà.
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