NOVITA’ EDITORIALI / LE POESIE DI SANDOR HALMOSI
di Raffaele Polo ______
Poco, nulla conosciamo della poesia contemporanea ungherese e, in genere, di quell’Est Europeo che è sempre stato fucina di talenti e fervida terra di cultura.
Meritoria e più che necessaria l’opera de I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno che, nella collana Altri Incontri a cura di Laura Garavaglia, pubblica due raccolte poetiche in un unico volume dal titolo APOKRIF – NERETVA. L’autore è Sandor Halmosi, la traduzione dall’ungherese di Györgyi Gyetvai, Ágnes Kenéz e Gianmaria D. Eletto e la revisione della traduzione italiana a cura di Laura Garavaglia. In copertina e nel libro le illustrazioni sono di István Fábián.
Per la raccolta APOKRIF, valga il sintetico commento del poeta e drammaturgo Andras Visky: “In ogni poesia c’è uno spazio vuoto che appartiene solo a noi, al lettore. Il marchio distintivo di Halmosi è una percezione del mondo sottilmente moderna e spirituale. Una poesia precisa che misura in modo affidabile la densità angelica”.
Su NERETVA così si esprime l’Accademica Eniko Sepsi: “La Luce dei Raggi del Sole diventa “obsoleta in questi versi, disidratazione apocalittica e notte oscura domina l’anima dove “la debolezza è la nuova forza” e “tutto risplende a immagine di noi stessi”. In questa poesia estremamente critica, dove la natura delle parole nuove e dei riferimenti creano contraddizioni inseparabili, dietro a tagli e lacerazioni, si rivela un po’ di umorismo, autocritica, quel fuoco maschile che è sempre luce anche se distruttivo; le cosiddette opere, che si sviluppano dalla fantasia e generano auto-costruzioni ideando una falsa comunità, trasformandole in quella fiamma che alla fine le divorerà. (“Dove sono tre di noi riuniti nel mio nome, / ci sono molti di noi. Molte bocche affamate.”) Questo flusso di fuoco purificante che circonda spazi interni ed esterni è Neretva”.
Sándor Halmosi (1971) poeta ungherese, traduttore di opere letterarie, redattore, direttore di una casa editrice, matematico. È nato e si è diplomato a Satu Mare, ha vissuto in Germania per 16 anni, abita a Budapest dal 2006. Affianca l’attività letteraria a quella di conferenziere su temi quali tradizione, poesia, linguaggio e simboli. Focalizza il suo impegno sull’importanza della divulgazione della poesia, sul dialogo culturale, sul collegamento tra la letteratura e l’arte figurativa. Dal 2016 si dedica anche alla tecnica della smaltatura a fuoco.
Negli anni ha fondato associazioni letterari e culturali, ed è organizzatore di salotti letterari e laboratori. Membro ordinario del PEN Club ungherese a Budapest è membro dell’Accademia Europea di Scienza, Arte e Letteratura (EASAL, Parigi). È in stretto rapporto con poeti e organizzazioni di scrittori a livello internazionale. Nel febbraio del 2020 ha pubblicato un manifesto letterario, dal titolo Ora et labora. Parola che grida per la pura letteratura, che è un tentativo per rischiarare la crisi intellettuale del mondo, attraverso l’autenticità, il ruolo fondante del poeta e la responsabilità dei letterati, indipendentemente dal luogo e dalle sue caratteristiche linguistiche e sociali.
Ha pubblicato una decina di libri, tra cui la trilogia apocrifa Napszálkák (Apocrypha, 2020), Neretva (Meltdown, 2021), Katharok (Cathars, in corso di pubblicazione). Con I Quaderni del Bardo ha pubblicato la raccolta di poesie Decameron 57: The Dual Nature of Sillence (2020), tradotta dall’inglese da Laura Garavaglia.
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