PROCESSO A TAP, ANDAMENTO LENTO, ANZI LENTISSIMO
(g.p.)______Iniziato, almeno formalmente, l’ 11 settembre 2020, il processo a carico dei responsabili della Trans Adriatic Pipeline Italia, e delle altre aziende coinvolte nei lavori per la costruzione del gasdotto, stenta a iniziare veramente, nel concreto.
Dopo la prima udienza formale di costituzione delle parti di un anno e cinque mesi fa, infatti, ci sono stati solamente rinvii, per varie ragioni.
L’ultimo, questa mattina, nell’aula bunker di Borgo San Nicola (nella foto), dove è stato fatto solamente l’appello degli imputati e delle parti civili, per poi arrivare subito appunto ad un nuovo rinvio.
Il giudice monocratico Valeria Fedele, che ha sostituito Silvia Saracino, nel frattempo andata in aspettativa per maternità, infatti, ha dato atto che era pervenuta una richiesta di legittimo impedimento a presenziare da parte di uno degli imputati, Michele Mario Elia, ex country manager per l’Italia di TAP e ha deciso il rinvio, fissando la nuova udienza per mercoledì 6 luglio.
Sono seguite brevi schermaglie procedurali, in cui il pm Alessandro Prontera non si è opposto, mentre gli avvocati di parte civile hanno chiesto, con varie motivazioni e con varie preoccupazioni per l’immediato futuro, ma invano, lo separazione della sua posizione, per permettere il proseguimento del processo.
E’ rimasta invece fissata la prossima udienza fra sei mesi.
Quello che non si capisce – almeno, non l’ho capito io – è come mai sia stato deciso questo, alla luce di una semplice constatazione di fatto: in tutte le udienze precedenti, ivi compresa quella di oggi, mai nessuno degli imputati è stato fisicamente presente in aula, ovviamente rappresentato dai suoi avvocati.
Ma tanto è.
Siamo ancora alle fasi procedurali, il 6 luglio, a quasi due anni dall’inizio, infatti, saranno discusse questioni preliminari preannunciate dalla difesa.______
LA RICERCA nel nostro ultimo articolo del 17 settembre 2021
Category: Cronaca