C’E’ PURE UNA PANDEMIA DI SOLITUDINE DISPERATA
(g.p.)______Aveva 78 anni, un anziano che viveva solo. Lo hanno trovato morto, per cause naturali, questa mattina in casa sua i Vigili del Fuoco, intervenuti dopo una segnalazione dei vicini di casa dei vicoli del centro storico di Lecce , che non lo vedevano n giro da parecchi giorni.
Cadavere in avanzato stato di decomposizione, dice il macabro referto.
Servizi sociali comunali non pervenuti.
Dramma della solitudine e dell’emarginazione. Un altro. Troppi, e ce n’è sempre uno nuovo, a cadenza sempre più ravvicinata.
Ma che mondo abbiamo costruito?
Che mondo è questo, in questa città globalizzata, con i suoi dintorni devastati dalla Cernobyl culturale dell’affarismo, dell’egoismo, della sopraffazione?
La Comunità non sono i gruppi dei social.
Trepidiamo per un like su Facebook, gli amici sono le figurine virtuali, coltiviamo i follower su Instagram, comunichiamo coi messaggi vocali sincopati di WhatsApp.
Poi, siamo più soli di prima.
Si ripetono sempre più spesso – gli ultimi due, negli ultimi due giorni di seguito – di crisi esistenziali, di solitudini disperate e disperanti, di depressioni e di esaurimenti, di mancanza di entusiasmo, di abbondanza di egoismo, gelosia, invidia e sopraffazione, in un cocktail amarissimo che ci sta avvelenando l’esistenza.
Situazioni che diventano spesso drammatiche e che, qui come altrove, da due anni a questa parte la pandemia ha acuito
Siamo tutti confusi e contraddittori, che aspettiamo di diventare sempre più soli e sempre più vecchi. Più ansiosi, più cattivi.
Un deserto, ecco che cosa accade: quella desertificazione record che fisicamente sta uccidendo il Salento, sta atrofizzando pure i nostri cuori, “sta sicca tuttu” nelle nostre anime.