NUOVO SBARCO DI MIGRANTI SULLE NOSTRE COSTE
(e.l.)______
All’alba di questa mattina, c’è stato un nuovo sbarco di migranti sulle nostre coste.
L’ultimo nel Salento era avvenuto il 22 novembre scorso, a Santa Maria di Leuca.
Continua l’emergenza immigrazione incontrollata sull’intero territorio nazionale, l’Unione Europea, malgrado promesse, assicurazioni e trattati carta straccia, continua a lasciare sola l’italia.
Ma si sono intensificati anche gli sbarchi di migranti direttamente sulle coste salentine, con le oramai ben note caratteristiche, di gruppi piccoli, trasportati di solito da un veliero. Dall’inizio della primavera di due anni fa il fenomeno è andato via via sempre più intensificandosi, ed è ‘esploso’ nelle ultime settimane.
Nonostante la vasta operazione della Guardia di Finanza contro i trafficanti di esseri umani del dicembre 2019, e, più di recente, una nuova operazione di Polizia in maniera specifica contro organizzatori e sfruttatori della così detta ‘rotta orientale’, che parte dalle coste della Turchia e arriva nel Salento.
E’ l’ immigrazione irregolare dei, se si può usare il termine, ‘privilegiati’: pagano di più, e hanno più ‘servizi’, da parte dei trafficanti di esseri umani.
E’ la rotta ‘sicura’ dalla Turchia, dove si concentrano arrivando da diversi Paesi e da dove partono a bordo di velieri, o piccole imbarcazioni, condotte da criminali organizzati senza scrupoli, a piccoli gruppi, piccoli insomma, perché si tratta sempre di decine di persone.
Un fenomeno però in atto da almeno quattro anni, che va avanti con regolarità, settimana dopo settimana, mese dopo mese, come ci permette di affermare una rapida ricerca nell’archivio di leccecronaca.it dove si trovano decine di articoli che riferiscono episodi del genere.
All’alba di questa mattina, ce n’è stato uno nuovo a Santa Maria al Bagno, marina di Nardò.
Sono arrivate altre venti persone, di etnia curda, fra le quali donne e bambini.
Erano a bordo di un’imbarcazione a vela, condotta da due scafisti, subito allontanatisi al largo, dopo averli ‘scaricati’ a riva.
Sono seguite a cura della Croce Rossa le consuete operazioni di identificazione e assistenza (nella foto).
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