NOVITA’ EDITORIALI / LA GOMORRA DI DAVIDE CERULLO
di Raffaele Polo______
Davide Cerullo (nella foto) è nato nel 1974 nella periferia di Napoli. “Cresciuto nel quartiere della droga, dal fondo di prigione ha trovato il suo nome scritto nella Bibbia: Davide! Ha staccato di nascosto le pagine, le ha lette e da lì è cominciata una persona nuova”– scrive di lui Erri De Luca.
Attualmente vive a Scampia, dove ha fondato “L’albero delle storie”, un’associazione di promozione sociale, che si occupa di progetti educativi. Si dedica alla fotografia e alla scrittura.
Fra gli altri suoi libri, ha scritto, insieme ad Alessandro Pronzato, il romanzo ‘Ali bruciate. I bambini di Scampia’ (Edizioni Paoline, 2009).
La sua esperienza in carcere è raccolta nel libro ‘Parole evase’ (Edizioni Gruppo AEPER, 2013).
Con “L’orrore e la bellezza” (AnimaMundi, pagine 208, 16 euro) Cerullo aggiunge un nuovo tassello al suo percorso di testimonianza in una commovente autobiografia che racconta la discesa negli inferi del crimine e la scelta dell’auto-liberazione dalle maglie della camorra. Il testo è accompagnato dall’introduzione di Erri De Luca.
Attraverso una scrittura immediata, “urgente” – partorita nel bel mezzo della pandemia – ‘L’orrore e la bellezza’ racconta l’infanzia di Davide, nono di quattordici fratelli, segnata dalla fame ma anche dalla meraviglia della natura, a contatto con il piccolo gregge di capre di famiglia.
Una famiglia, la sua, difficile, ostaggio di un padre violento, perduta tra un trasloco e l’altro che passa dalle Vele di Secondigliano e da vari istituti per minori, una scuola che lo accoglie con malcelata intolleranza.
Poi l’incontro con la malavita organizzata e la graduale ascesa-discesa verso il crimine, il terrore provato quando tiene per la prima volta un fucile puntato contro un uomo, la narcosi del vuoto interiore attraverso le prove di forza, sempre più pericolose e cruente, che richiamano tanto quelle cui era soggetto da bambino, imposte dal padre.
In questo percorso resta – flebile, quasi sopita ma al contempo tenacemente presente – una voce interiore che lo richiama altrove, quasi una “lingua madre” estranea a quella parlata nel quotidiano, che gli permette di mettersi in dialogo con persone cariche di salvifica positività: un maestro di scuola, suor Monica, Rosa, la sorella Concetta, la famiglia che lo accoglie al Nord.
Ma l’incontro determinante è quello fatto in carcere con il Vangelo, nelle cui pagine casualmente Davide ritrova il suo nome accanto a parole illuminanti, forse da sempre cercate, senza riscontro, nella realtà. Dalle Sacre Scritture Davide approda così alla sua propria scrittura, seguendo la direzione di una mappa tracciata in prima persona e la missione bella bellezza che salva dall’orrore.