LA POLEMICA / ECCO OGGI LA POLITICA RIDOTTA A MARKETING NEL VANGELO SECONDO EMILIANO
di Giuseppe Puppo_____“Il meccanismo dell’appartenenza politica è uno strumento di marketing…Non ci sono più profili ideologici a distinguere gli uomini politici e i partiti, capaci di dire tutto e il contrario di tutto”.
Michele Emiliano parla di sé stesso. Lo fa all’indomani del successo dei suoi pupilli alle amministrative in un’intervista ad Antonello Cassano su La Repubblica di oggi, in cui dà una specie di lapidaria sistemazione dottrinaria al sistema di potere che egli ha progressivamente ed efficacemente costruito in tutta la Puglia in questi anni.
E c’ha pure ragione, purtroppo. Come hanno sempre ragione i cittadini che lo hanno votato, compresi quelli che a votare non ci sono andati proprio, per noia, per disgusto o, più semplicemente, per mancanza di proposte alternative credibili.
Tutto ciò considerato ed espresso, rimane lo squallore.
Il sistema di potere di Emiliano, costruito sotto il simbolo, pardon, il logo del Pd, al di là delle definizioni teoriche più o meno calzanti, si fonda su un male storico del Meridione d’Italia – il trasformismo – da lui attualizzato e di nuovo imposto nei fatti, e si fonda poi pure su quello che lo studioso americano Edward Banfield cinquant’anni fa chiamò familismo amorale, individuandolo quale piaga atavica, causa della miseria morale e materiale del Sud.
Che cosa ci sia da vantarsi in tutto questo, sfugge alla comprensione umana, almeno alla mia.
Si tratta infatti di un apparato di alleanze trasversali che pesca da tutte le parti, e si consolida con nomine, personalismi, favoritismi e trasformismi, in un guazzabuglio di liste, listini, listoni e listarelle rigorosamente all’acqua di ciclamini, ma capaci di fare il gioco dei capo – fila che le presentano, da ogni versante. Per ogni terreno di acquisizione, dalle vette, al sottobosco della politica e pure del sottosuolo remoto, spaziando dalla sanità, alla cultura, dal turismo allo spettacolo, dall’imprenditoria alla gestione del territorio, apparato di cui egli – Michele Emiliano – è l’utilizzatore finale.
Fin da quando, all’origine, da magistrato, abbandonò l’indagine su Massimo D’Alema, da lui condotta alla Procura di Bari, che stava diventando clamorosa assai – indagine poi destinata a svanire sostanzialmente in un nulla di fatto nelle successive fasi processuali, fra prescrizioni, ritardi e rinvii – e, folgorato sulla via di Tirana, subito dopo entrò in politica, che ve lo dico a fare in quale partito…
‘Capaci di dire tutto e il contrario di tutto’, già…Come ha insegnato egli stesso, su Ilva, Tap, Cerano, Trivelle, Xylella, ospedali, scuole, strade, vaccini, discariche, e quant’altro.
Un tip – tap continuo (nella foto, la nostra vignetta del 1 aprile 2017), ballato magistralmente ormai da anni e anni senza soluzione di continuità, da apprendista stregone, da suonatore di flauto capace di irretire, ipnotizzare e trascinare un po’ tutti quanti, e l’elenco degli irretiti, ipnotizzati e trascinati diligentemente in riga sarebbe lunghissimo.
Oggi a tutti loro, vecchi, lavati con Perlana e pure nuovi in lista di attesa, il Profeta fornisce una giustificazione, un’assoluzione, e una promessa di futuri paradisi su questa terra al Sud del Sud dei Santi.