BRINDISI AMMORBATA / SI’ PERO’ PUOI FARE UNA MAIL…
(g.p.)______A tre giorni dai fatti, il sindaco Riccardo Rossi rompe il silenzio e – questa mattina – ha postato su Facebook quanto segue:
“Ieri sera rientravo da Lecce, percorrevo la superstrada e a 5 km da Brindisi nella campagna ho visto il fuoco e mi sono avvicinato, c’erano 12 roghi che ho documentato e mostro in questo video (allegato al post, ndr).
Ho segnalato l’evento criminoso alla Polizia Locale e all’Arpa. È un fenomeno che in questa stagione ricorre ogni anno e attraverso i venti raggiunge la città ed è questa la causa degli odori acri che in questi giorni sono stati percepiti dai cittadini in diversi quartieri.
Oggi abbiamo tenuto una conferenza stampa con Arpa per descrivere quanto sta accadendo.
Nella notte del 2 ottobre, quella in cui sono arrivate numerose segnalazioni dai cittadini, Arpa ha evidenziato in alcune centraline di Brindisi dei picchi di benzene, toluene, PM10 e PM2.5.
È fondamentale per risalire ai responsabili del reato ambientale segnalare ad Arpa la percezione dell’area irrespirabile con l’orario e il punto preciso in cui avviene tale percezione e anche alle Forze dell’ordine eventuali avvistamenti di fuochi accessi nelle campagne. Proprio come è accaduto a me casualmente ieri sera e ora sono state attivate tutte le indagini necessarie.
Non possiamo permettere dopo decenni di inquinamento industriale che Brindisi diventi una terra dei fuochi.
La collaborazione dei cittadini è importante attraverso le segnalazioni ad Arpa che possono essere effetuate via email all’indirizzo: info@arpa.puglia.it o compilando il modulo online”.______
Sulla stessa lunghezza d’onda, gli dà ragione la responsabile della sede di Brindisi dell’Arpa Puglia Anna Maria D’Agnano, la quale questa mattina in conferenza stampa ha dichiarato quanto segue:
“Da circa quattro anni che si verifica questo fenomeno di forti emissioni odorifere nell’aria nello stesso periodo dell’anno, ormai è un fenomeno ciclico. Per evidenze tecniche escludiamo l’origine industriale in quanto le torce erano spente, né c’è stato alcun spegnimento o avviamento di processo industriale in quei giorni.
E’ chiaro che questa situazione è provocata da pratiche scellerate di combustione di biomassa vegetale mischiata forse ad altro da parte di contadini. Ieri sera abbiamo trovato l’origine di ben dodici di queste combustioni”.
Perfetto, tutto a posto e niente in ordine. E niente è chiaro.
Non è chiaro come – su quali basi – l’Arpa calcoli e valuti le emissioni.
Non è chiaro se queste emissioni siano dannose per la salute dei cittadini.
Non è chiaro chi siano questi contadini e cosa abbiano bruciato.
Non è chiaro perché il sindaco Riccardo Rossi ora sostanzialmente contraddica sé stesso, in quanto sia il 21 maggio 2020, sia il 28 gennaio 2021 accusò pubblicamente il Petrolchimico di essere responsabile dell’aria inquinata.
Per la zona di Cerano, ancora, da cui proverrebbero i miasmi, a nessuno è venuto in mente che cosa ci sia a Cerano?
Quanto all’Arpa, infine, negli anni scorsi abbiamo registrato con sgomento talune valutazioni allucinanti.
L’ Agenzia Regionale per l’Ambiente, infatti, il 30 novembre 2016 sostenne che l’aria inquinata di Torchiarolo fosse dovuta al fatto che i paesani tenevano troppi camini accesi nelle loro abitazioni, e il 18 agosto 2015 sostenne che le emissioni dell’Ilva nei cieli di Taranto fossero costituite da innocuo vapore acqueo, quindi, puoi capire…______
LA RICERCA nel nostro articolo del 3 ottobre scorso