IL SISTEMA DI POTERE EMILIANO SI CONSOLIDA, A NARDO’ E A GALLIPOLI RICONFERMATI I SUOI PUPILLI
(g.p.)______I risultati ufficiali del Viminale completi si avranno – se tutto va bene – solo nella tarda mattinata di domani, martedì 5, ma notizie che arrivano direttamente dai seggi e proiezioni elaborate su modelli matematici non lasciano dubbi, sull’esito delle elezioni amministrative nei due centri più importanti della provincia di Lecce, Nardò e Gallipoli.
In tarda serata, appare netta la vittoria con riconferma ad ampio margine, al primo turno, dei sindaci uscenti, Pippi Mellone e Stefano Minerva.
Gongola il presidente della Regione Puglia Michele Emiliano (nella foto) per i suoi due pupilli originari e celebra l’affermazione del suo sistema di potere che va sempre più consolidandosi,
Lo chiama egli ‘coalizione per la Puglia’, ma in pratica, sapientemente orchestrato in tutti questi anni – è un apparato di alleanze trasversali che pesca da tutte le parti, e si consolida con nomine, personalismi, favoritismi e trasformismi, in un guazzabuglio di liste, listini, listoni e listarelle rigorosamente post ideologiche.
Apparati diversi del Pd, altri partiti in movimento e centro destra intero raccolgono invece poco e niente.
“Il risultato delle amministrative nel Salento premia l’ottimo lavoro svolto dalla classe dirigente del Movimento Regione Salento e dal Presidente Paolo Pagliaro con tanti eletti in vari Comuni.
Il mio contributo, seppur convinto, è stato inevitabilmente limitato, considerato che il mio ingresso è avvenuto solo pochi giorni fa e questo, però, testimonia ancora di più la bontà della mia scelta.
La gente ha premiato il lavoro sul territorio e per il territorio, bocciando in tantissime realtà, i partiti nazionali del centrodestra che hanno clamorosamente fallito, bruciando una classe dirigente immolata, come accade sempre più spesso, agli interessi di pochi e non della squadra.
Ripeto e ne sono sempre più convinto che la rinascita del centrodestra e della destra può avvenire solo attraverso il civismo territoriale che non si piega agli interessi di altri territori pur tenendo alta la bandiera dei valori e degli ideali che muovono l’azione politica.
Basta sfilate e passerelle di chi deve mantenere posizioni di vantaggio, serve più azione e movimentismo per la propria terra e i suoi cittadini”.
La tornata elettorale appena conclusa ci consegna un quadro chiaro e preciso, sia sul piano nazionale sia su quello locale.
Il Movimento 5 Stelle, primo partito a furor di popolo nel 2018, è destinato a scomparire: neanche la figura di Conte può essere salvifica, con l’ex premier destinato (prima o poi) a creare un partito personale.
Il PD regge, rimane stabile sul suo consenso, ma gode più che altro delle autoreti di un centrodestra fortissimo nei sondaggi ma debole nell’individuazione di validi candidati.
A destra accadrà qualcosa, bisogna solo capire quando: certamente prima delle prossime elezioni politiche.
Il panorama leccese invece, con i soliti calderoni di destra e sinistra nelle varie liste comunali, fa emergere un dato chiaro: i cittadini hanno scelto di puntare sui giovani, sul rinnovamento, sul dato anagrafico.
Le roboanti vittorie di Mellone e Minerva ne sono un chiaro esempio: schieramenti trasversali basati sulla qualità di una squadra giovane e di un frontman ancora più giovane.
I partiti, mai come in questi casi, toccano poco la palla: a vincere è la figura carismatica dei giovani amministratori, che portano al traino gli schieramenti canonici di destra e sinistra.
Una situazione chiara, che si riverserà senza alcun dubbio anche nel capoluogo provinciale, chiamato al voto fra meno di 3 anni: mai come ora è giunto il momento del rinnovamento per un centrodestra che può essere ancora maggioranza in città.
In questa tornata elettorale, seppur con qualche eccezione, si consolida un dato già registrato nelle precedenti campagne elettorali ed, in particolare, in quella post- lockdown del 2020 e cioè la conferma dei sindaci o delle compagini già al governo delle ammnistrazioni.
Il dato certo è la presenza diffusa di uno pseudo civismo di sinistra che ha poco di civico e molto più di trasversalismo il cui collante è spesso la vicinanza alle leve di governo provinciale e, soprattutto, regionale.
Ciononostante, il centrodestra in generale si conferma in pressoché tutti i comuni in cui era al governo nonostante i candidati sindaco siano stati contrastati dagli esponenti del governo regionale con il loro carico di potere e di promesse.
Per quanto riguarda Fratelli d’Italia devo esprimere soddisfazione per una tornata elettorale che aumenta sensibilmente la pattuglia di donne e uomini del Partito nei consigli comunali (oltre 20), molti dei quali di prossima nomina nei governi cittadini. A tutti loro va l’augurio di buon lavoro dell’intera classe dirigente di Fratelli d’Italia, una menzione particolare la rivolgo a Salvatore Coluccia neosindaco super suffragato di Diso.
Voglio infine ringraziare Luca Murra e tutti i candidati della lista di Fratelli d’Italia di Gallipoli, per aver accettato una sfida difficilissima in condizioni estreme pur di svolgere un campagna elettorale in coerenza con la linea del Partito e di offrire ai gallipolini la possibilità di un’alternativa alla sinistra.
Per quanto riguarda i due principali comuni al voto, appunto Gallipoli e Nardò, ritengo che sia necessaria una riflessione su come il centrodestra si è presentato agli elettori e sulle necessità di scelte condivise e unitarie in vista delle amministrative 2022.