CASA LECCE / PRESENTATO KASTRIOT DERMAKU
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Il difensore del Lecce Kastriot Dermaku (nella foto), appena ritornato nel Salento dal Parma, questa volta a titolo definitivo, è stato presentato questa mattina presso la sala stampa dello stadio Via del Mare. Dalle sue dichiarazioni emerge la volontà di imporsi in giallorosso, a maggior ragione dopo un campionato, quello scorso, trascorso fuori a causa di alcuni problemi fisici, ora risolti.
Vediamo insieme i passaggi salienti della conferenza stampa:
CONDIZIONE FISICA: “Quest’estate ho curato un infortunio che mi portavo dallo scorso anno. Il Parma ha deciso di farmi fare un percorso presso un centro di Bologna, che ho cominciato da circa due settimane. Credo che per metà settembre tornerò in gruppo. Poi però c’è la parte in cui si trova il ritmo squadra, quindi vedremo piano piano quando tornerò in campo”.
SERIE B: “Il livello del campionato è ancora più alto di quello scorso, ma noi daremo il massimo per arrivare più in alto possibile”.
FIDUCIA: “La decisione di venire a Lecce è stata voluta da tutti, ringrazio la società per la fiducia. Ho una gran voglia di rivalsa, non sono un giocatore perennemente infortunato, a Cosenza e Parma non ho mai avuto problemi, Si è trattato di un momento complicato, ma ora voglio dimostrare chi sono”.
NUMERO DI MAGLIA: “Molti numeri non erano disponibili. Mio fratello Robert nato nel 1988, così ho scelto la metà. il 44”.
NAZIONALE: “Spero di tornare a giocare con l’Albania. Lo scorso anno ho dovuto saltare qualche convocazione per recuperare da alcuni infortuni. L’ultima chiamata di Reja(Edy Reja, ct dell’Albania) è stata ad ottobre. Non vedo l’ora di ritornarci”.
TITOLO DEFINITIVO: “Credo sia importante sentirsi parte del progetto. L’anno scorso c’era l’obbligo di riscatto in caso di A, e purtroppo non c’è stata la possibilità. Avevo voglia di tornare a Lecce a titolo definitivo, e ciò è importante”.
INIZIO STAGIONE: “Ero al Tardini a vedere Parma-Lecce, è stata una grande partita. Peccato per le prime due della stagione, i presupposti per fare bene ci sono, ma serve equilibrio e cattiveria. Dagli errori dobbiamo trarre le cose positive. Non ho parlato con nessuno, eccetto con qualche vecchio compagno”.
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