UN RITORNO DI FIAMMA. VENTINOVE ASSOCIAZIONI DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA PER LA ZONA DI BRINDISI
Riceviamo e volentieri pubblichiamo. Le sottoelencate associazioni firmano il seguente comunicato congiunto______
Lettera aperta al Sindaco di Brindisi e al Consiglio Comunale
Brindisi deve cambiare! Basta velENI, gas, biogas, carbone e inceneritori.
Ultimatum alla politica di Brindisi. O si cambia subito o sarà troppo tardi.
Le sfiammate eccezionali dell’ultima notte della torcia del petrolchimico ENI, “ha destato grande preoccupazione ed allarme nella popolazione”, come dichiarato dal sindaco Riccardo Rossi, tanto che molte famiglie della costa a sud di Brindisi fino a Lendinuso si sono svegliate in piena notte, verso l’una, e si sono trasferite altrove.
Questo è solo l’ultimo episodio di sfiammate di ENI, che va avanti da almeno due mesi con sfiammate a tutte le ore, per manutenzione dicono, rilasciando emissioni di benzene altamente cancerogeno, rilevato da ISPRA, ma non da Arpa, l’Agenzia per la Prevenzione e la Protezione dell’Ambiente, a cui Eni non ha dato il permesso di installare centraline di monitoraggio nella propria sede del petrolchimico.
Invitiamo il Sindaco ad esercitare i poteri derivanti dal suo ruolo perché è del tutto evidente che l’azienda ENI non riesce a fornire le garanzie giuste e in attesa che l’Arpa pretenda di rilevare i dati nella maniera corretta, è necessario raccogliere le preoccupazioni della popolazione fornendo risposte decise a cui la politica e le istituzioni non possono sottrarsi.
Ma è anche l’ultima occasione per cambiare Brindisi e il suo assetto industriale e occupazionale con il Recovery Fund.
E mentre molte altre città e porti con siti energetici e chimici compaiono nel Recovery Fund, come Gela, Gioia Tauro, Mestre, Ravenna, nelle 340 pagine della versione approvata del Next Generation EU non compare mai il nome di Brindisi.
Tutta l’Italia diventa Green con i 200 miliardi dei fondi UE, ma quali sono invece i progetti per Brindisi? Sono tutti progetti bocciati dalla Commissione Europea nel Recovery Fund, perché contrastano con l’obiettivo della riduzione del 55% delle emissioni di CO2 per il 2030:
- Conversione a gas della centrale ENEL di Cerano: l’azienda giustifica l’investimento solo per accedere al bando per il capacity market, cioè ricevere fondi annuali non per la produzione di energia, ma per coprire eventuali picchi di consumo non coperti dalle rinnovabili: produrre energia col gas non sarebbe economicamente conveniente. E intanto fino al 2025 andrà ancora a carbone.
- Impianto A2A di Brindisi Nord: bocciata dal MITE la conversione a gas, la centrale ferma dal 2014 propone un inceneritore per bruciare “gli spazzamenti delle strade e la poseidonia”: altro inquinamento per Brindisi.
- Deposito GNL Edison: occupare parte del porto con un deposito che fornisce il metano per auto alle stazioni di servizio di tutto il Sud, con centinaia di autobotti che distribuiscono il metano in tutto il sud.
- La colmata di Fiume Grande: una vasca di cemento all’estuario di un fiume, che raccolga i rifiuti inquinati dei dragaggi dei porti di tutto il sud Italia: una discarica a mare aperto
- Centrale di compostaggio di Erchie (Heracle) e di Brindisi: non per valorizzare il compost raccolto in città e anche fuori regione, ma per produrre dal compost, in modo anaerobico, gas metano (biocombustibile), con i residui non più utilizzabili come compost da restituire ai campi come fertilizzante organico per combattere la desertificazione e rafforzare gli ulivi colpiti da Xylella: le aziende private di compostaggio rivendono così il biogas prodotto per produrre energia con il sovrapprezzo per le biomasse rinnovabili
- Raddoppio gasdotto TAP/SNAM e nuovo gasdotto Poseidon che arriva poi a Matagiola (Brindisi) e nuovo megagasdotto Matagiola-Massafra: metà di tutto il gas consumato in Italia passerà dalla centrale di Matagiola, ben 14 gasdotti, aumentando l’elevato rischio di incidente industriale di Brindisi con ben 11 siti ad elevato rischio in pochi chilometri: Brindisi capitale del gas metano, gas denunciato dall’ultimo rapporto IPCC dell’ONU come principale causa del surriscaldamento climatico.
- Autorizzazione trivelle in mare per petrolio e gas nella costa tra Fasano e Brindisi, anche entro le 12 miglia: in discussione al MITE lo sblocco concessioni.
- Nessun progetto di bonifica, neanche nel Recovery Plan, per la discarica industriale di Micorosa, il più grande SIN d’Europa, provocato proprio da Edison prima, dalle varie gestioni ENI poi, condannata dal TAR un mese fa alle spese per la bonifica, secondo il principio di chi inquina, paga. Il telone che contiene i 60 ettari di veleni si sta sversando in mare per l’erosione della costa e rischia di diventare il più grande disastro ambientale del Mediterraneo, e nessuno fa niente.
Dal lato turistico, Brindisi città ormai è stata defraudata dalle politiche nazionali e regionali: i traghetti per la Grecia, Albania e Turchia ormai da 20 anni sono stati trasferiti a Bari, le crociere dall’anno scorso sono state trasferite a Taranto, l’area archeologica di Punta delle Terrare e la spiaggia di Sant’Apollinare sono inaccessibili per sequestro giudiziario, la costa sud con il petrolchimico e Cerano sono improponibili, anche se c’è la Riserva Regionale del Bosco di Tramazzone, a cui SNAM in giugno 2020 ha tagliato la falda di acqua senza nessuna protesta o azione da parte di Regione e Comune, lasciando anche 400 abitanti di Torre Rossa a Tuturano senza acqua nei pozzi…. Altro disastro ambientale.
Ma a Brindisi, ENI, ENEL, SNAM, TAP, A2A, Edison possono fare quello che vogliono, come hanno fatto finora, impuniti, e fare profitti a danno del nostro ambiente, paesaggio e della nostra salute.
Alcune nostre proposte rivolte a un’amministrazione comunale coraggiosa:
- ENI Versalis con chimica verde e centrale di Cerano chiusa: i terreni di ENI e ENEL contaminati convertiti a campi solari.
- La Grande Foresta Orientale, come proposta dall’assessore Prof. Borri, che va dal Parco di Punta Serrone e Saline, dove svernano i fenicotteri, fino al Bosco di Tramazzone, con lo smantellamento della centrale di Cerano convertita a centro faunistico e riqualificazione ambientale dell’area
- Salvaguardia del territorio: bacini, canali, parchi, coste, boschi
- Riforestazione di ogni angolo della città e della periferia
- Organizzazione di comunità energetiche: ogni casa, condominio, quartiere installa, sotto il coordinamento del Comune, pannelli solari sui tetti per l’autoconsumo: il Comune di Brindisi ha ricevuto 300 milioni di euro dalla legge regionale 45/2019, e tutti gli impianti sono gratis col superbonus e il bonus ecologico: pannelli solari, pompe di calore per riscaldamento, colonnine ricarica auto, fornelli ad induzione: ogni famiglia non pagherebbe più a ENEL la bolletta di corrente e del gas, non andrebbe più a far benzina con l’auto elettrica rifornita dal proprio sistema solare e stoccaggio batterie.… Immaginate i risparmi.
Basta sfiammate ENI e ground flairing assurdo, basta conversioni a gas, nuovi gasdotti, inceneritori e compostaggi anaerobici per la produzione di energia, basta land grabbing con impianti solari in aree agricole e 3000 pale eoliche selvagge in provincia, basta con progetti bocciati dal Just Transition Fund e dal Recovery Fund per il raggiungimento della riduzione del 55% delle emissioni entro il 2030. E il Comune di Brindisi, la Provincia di Brindisi e la Regione Puglia hanno anche dichiarato l’emergenza climatica con specifici impegni ambientali.
Sono solo dei sogni per una Brindisi diversa, all’avanguardia, veramente green, con tanti benefici a livello occupazionale (che i progetti a gas o inceneritori non garantiscono), turistico, ambientale e della salute pubblica del territorio.
I nostri problemi di Brindisi sono i problemi di tutta l’Italia.
Firmatari:
Movimento No TAP/SNAM della Provincia di Brindisi
Redazione di Emergenzaclimatica.it
Salute Pubblica Brindisi
Forum Ambiente Salute e Sviluppo
Comitato No Compostaggio Erchie
Forum Ambientalista, Associazione di tutela ambientale riconosciuta dal Ministero dell’Ambiente ai sensi dell’art.13 della legge 349/86
Comitato ForestaForesta
Verdi Ambiente e Società Salento
Comitato Cittadini e Lavoratori liberi e pensanti, Taranto
Raggia Tarantina
Potere al Popolo Taranto e Provincia
Associazione Polibase
Comitato Ulivivo
Coordinamento regionale di Cittadini, Associazioni e Comitati territoriali impegnati per la salvaguardia dell’ambiente e la tutela dei territori in Puglia
Da altre regioni, preoccupati per Brindisi, firmano anche:
Campagna Per il Clima, Fuori dal Fossile
Altro Modo Flegreo Pozzuoli (Napoli)
Forum Beni Comuni, legalità, diritti del Ponente Savonese
GreenVivi
Opzione Zero
Coord. Ravennate “Per il Clima Fuori dal Fossile”
Collettivo No al Fossile Civitavecchia
TerraBlu
Zero Pfas Padova
Trivelle Zero Molise
Coordinamento No SNAM
Trivelle Zero Marche
Comitati Cittadini per l’Ambiente Sulmona
No Hub del Gas Abruzzo
No Tubo SNAM
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