LE CERIMONIE IN MEMORIA DI PEPPINO BASILE E DI LUIGI RUSSO SIANO NON PER IL PASSATO, MA PER IL FUTURO
di Giuseppe Puppo_______Questa settimana ci saranno due cerimonie in memoriam di due grandi uomini, prematuramente scomparsi, che aspettano ancora Giustizia e che ci mancano tantissimo, in questo nostro Salento sempre più martoriato.
Martedì 15 a Ugento gli amici del Comitato a lui dedicato ricordano Peppino Basile, il consigliere dell’Italia dei Valori assassinato tredici anni fa, un delitto rimasto senza colpevoli e legato alla sua incessante attività politica di denuncia di scandali, speculazioni e affarismi sul territorio.
L’ultima, quella più grossa, che si apprestava a fare, non gliela fecero fare, perché qualcuno che ancora non sappiamo mandò due sicari rimasti senza identità a ucciderlo, giusto il giorno prima che andasse in quella sede istituzionale della Provincia di Lecce, come ad un amico che lo accompagnava di passaggio per la discarica di Burgesi, nel suo solito lessico colorito, urlò di voler fare giusto quella sera, l’ultima della sua vita: “Eccu quai, hanu fattu l’inghippu…Ma ieu ni scasciu lu culu…Quannè crai chiamu lu Pellegrinu, fazzu nu casinu ca mancu semmagginanu, lu culu ni scasciu, porcute…Nu macellu cumbinu…Moi hanu ruttu propriu lu cazzu…”.
Con chi ce l’aveva? Perché se l’era presa tanto, più del solito? Qual era la notizia – ‘bomba’ che nei giorni immediatamente precedenti aveva più volte e a più persone annunciato di voler rivelare?
Un’idea, un’idea precisa, me la sono fatta, in questi ultimi mesi in cui ho scritto il mio ultimo libro, “Morte annunciata di un rompicoglioni”, in uscita nei prossimi giorni per I Quaderni del Bardo Edizioni, con prefazione del generale Luciano Garofano, e per cui ho parlato con una quantità di amici, conoscenti, e persone varie a lui vicine. Così, io che – per trent’anni ho lavorato al Nord – non l’ho mai conosciuto di persona, adesso è come se lo conoscessi da sempre, lo tengo nella memoria del telefonino del mio cuore, è entrato prepotentemente nel mio portato genetico.
Non sia e non sarà quella di martedì 15 una ricorrenza retorica, una celebrazione formale, al contrario, è un appuntamento di attualità.
La Procura della Repubblica di Lecce il mese scorso ha sgominato un pericoloso sodalizio di delinquenti, ultimi in ordine di tempo, che smaltivano rifiuti in maniera illecita nel nostro Salento.
Come si vede, una triste pratica, che continua ad essere perseguita con accanimento feroce, con grave danno per il territorio e per la salute dei cittadini.
La Procura della Repubblica di Lecce, che all’epoca dei fatti non riuscì ad arrivare agli assassini di Peppino Basile, arrestando e mandando a processo due innocenti, vicini di casa, per presunte beghe di paese, poi fortunatamente assolti, abbia il coraggio e l’umiltà di riaprire le indagini, proprio nella direzione dei traffici illeciti di rifiuti.
Sabato 19 a Corsano gli amici del volontariato ricordano Luigi Russo, il presidente del Centro Servizi morto due anni fa per un tumore.
Anch’egli aspetta giustizia. Giustizia per le sue battaglie, proprio per evitare quei tumori che mietono tante vittime in maniera abnorme qui nel nostro Salento. Battaglie concrete, contro l’uso della chimica in agricoltura, per esempio.
Anche la cerimonia in ricordo di Luigi Russo non sia, non sarà una celebrazione senza senso. Ricordare Luigi Russo, uomo di straordinaria umanità, di cultura di impianto di studi sociologici, pacato nei modi, forte nella sostanza, che aveva scelto l’impegno nel sociale, non direttamente con la politica, bensì con le organizzazioni di volontariato e le associazioni, significa ricordare per esempio che Tap è un’opera inutile, pericolosa e dannosa; ribadire che la Xylella è una frode; stabilire che la lotta a fronte dell’emergenza climatica è la nuova frontiera della democrazia e la linea decisiva del futuro del genere umano.
Nel decennio scorso, in più occasioni di manifestazioni, convegni, presentazioni e quant’altro, ho più volte conosciuto di persona Luigi Russo.
Una sera, da casa, tramite chat, a proposito di un congresso, ebbi pure da ridire con lui in pubblico, ma tanto, io per una ragione o per l’altra litigo sempre con tutti e spesso litigo pure con me stesso.
Passò in fretta, la volta successiva che ci incontrammo in piazza ad un corteo fu come se non fosse successo nulla.
Quante volte, con la sua preparazione specifica, mi ha aiutato a capire tante questioni ed era sempre disponibilissimo, ogni volta che gli chiedevo qualcosa per gli articoli del giornale.
In questi mesi di lavoro per il libro, fra carte, documenti, telefonate e quant’altro, ho scoperto che il 18 ottobre 2008, quattro mesi dopo l’assassinio di Peppino Basile, a Ugento ci fu un lungo incontro pubblico che si tiene presso l’oratorio parrocchiale della chiesa di San Giovanni Bosco, organizzato dal vescovo Vito De Grisantis, e dal parroco, Stefano Rocca, con un nutrito programma di interventi e illustri ospiti nazionali: dal sociologo Pino Arlacchi, alla sorella di Paolo Borsellino, Rita, dal presidente dell’associazione Libera, don Luigi Ciotti, al prete anticamorra Luigi Merola, oltre a rappresentanti politici e istituzionali.
Bene, ho scoperto che a fare il presentatore di quell’incontro fu Luigi Russo.
Per me è stato una specie di corto circuito.
Così, nel libro ho messo pure in un paio di pagine Luigi Russo, il quale, ad un certo punto, nel monologo che gli attribuisco, dice, fra le altre cose: “…Bisogna continuare a denunciare la vergogna dei veleni che hanno seminato, e che a loro volta seminano dolore, malattia, morte in un paradiso terrestre che era il nostro Salento.
A denunciare anche tutto il contesto ipocrita che nega, o minimizzava ripetutamente questi rischi, contro chi con i suoi silenzi e le omissioni ha contribuito, alla pari di chi le ha determinate, alla devastazione ambientale e sociale.
Se la denuncia non basta, allora serve la lotta”.
Ecco, per le due cerimonie di martedì 15 a Ugento e di sabato 19 a Corsano, sia questo il senso._______
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