“Umanità”…SUVVIA, SIGNOR SINDACO, SIAMO SERI
(g.p.)______Non lo ha fatto sulla sua pagina di Facebook, dove, da ieri, sull’ultimo post che parla di cultura, continua a incassare e a sopportare stoicamente commenti pieni di sdegno, arrivati a seicentocinquanta, senza replicare in alcun modo.
Ma questa sera Massimo Seri (nella foto), 57 anni, sindaco di Fano, eletto due anni fa con una coalizione formata dal Pd e da alcune liste civiche, ha rotto il suo silenzio assordante seguito all’incredibile vicenda del Tso comminato a uno studente di 18 anni che protestava contro l’uso della mascherina a scuola.
Lo ha fatto con una dichiarazione inviata al quotidiano locale on line viverefano.com
Eccola:
” La vicenda dello studente dell’Olivetti è una vicenda delicata che merita di essere affrontata, seguita e gestita nelle sedi più idonee con umanità e competenza. La cosa importante, in questo momento, è tutelare il ragazzo ed offrire alla famiglia ogni possibile supporto.
Si deve impedire che lo stesso diventi oggetto di una violenta quanto insensata strumentalizzazione politica o ancora peggio di una interessata spettacolarizzazione mediatica.
Questa storia non ha bisogno di clamore ma, al contrario, di riservatezza e serenità per permettere al giovane di tornare quanto prima alla vita di relazione e al futuro che gli spetta.
Come amministrazione comunale garantiamo tutto il sostegno necessario al bene del ragazzo e alle esigenze della sua famiglia continuando a seguire l’evoluzione dei fatti con il massimo riserbo”.
Ne lasciamo a ognuno dei nostri lettori la propria libera valutazione.
Ci permettiamo qui di aggiungere solo che le tanto invocate negli altri “umanità” e “competenza” non ci pare siano state spese da parte sua, nei confronti dello studente incriminato e criminalizzato.
“Clamore mediatico“? E che, signor sindaco, dovremmo tutti tacere, di fronte a un fatto che a tanti è apparso gravissimo, di per sé, e poi pure emblematico di tutto un sistema montante?
Già lo stanno facendo in troppi, di tacere, nei Palazzi del Potere.
Eh no, senza strumentalizzazioni, certo, ma questa storia, questa brutta storia, non finisce qui: se ne continuerà a parlare e a scrivere nei prossimi giorni, anche perché presenta molti aspetti ancora tutti da chiarire.______
LA RICERCA nel nostro articolo di ieri sera
Egregio Signor Sindaco,
abbiamo appreso dai media, con sconcerto e preoccupazione, che un giovane a seguito di un atto di ribellione, per cui ha deciso di incatenarsi al banco di scuola perché non voleva portare la mascherina, è stato prelevato da scuola e portato in pronto soccorso, attuando su di lui le procedure di un trattamento sanitario obbligatorio.
L’art.32 della nostra Carta Costituzionale vieta ogni forma di intervento sanitario che prescinda dal consenso e rimanda ai casi di eccezionalità per precise disposizioni di legge. La Legge 833/78, come Lei sa, regolamenta, esclusivamente, il Trattamento Sanitario Obbligatorio in presenza di alterazioni psichiche. L’art.33 della Legge 833, in particolare, chiarisce che di norma i trattamenti sanitari sono volontari (affermando quindi il duplice diritto al trattamento sanitario e alla libertà personale). Il successivo art.34 della Legge 833, stabilisce che un medico può dare avvio al trattamento sanitario obbligatorio (convalidato da un secondo medico e, solo dopo tale convalida, inviato al Sindaco per l’ordinanza), in via del tutto eccezionale e dopo aver espletato ogni tentativo di ottenere il consenso alle cure proposte, esclusivamente, nella circostanza in cui si presentano contemporaneamente tre condizioni: quando la persona si trova in alterazione psichica tale da richiedere urgenti interventi terapeutici; quando tali interventi terapeutici vengono rifiutati dalla persona; quando tali interventi non si possono garantire nel proprio domicilio (questo vale nella ipotesi di ricovero ospedaliero ma non è questo il caso).
Riteniamo che ricorrere ad uno strumento di tale grave privazione della libertà personale, non sia affatto giustificato dalla seppur importanza di indossare la mascherina ed esprimere dissenso. Ma che semmai, sia rispettoso della Costituzione e dei diritti fondamentali della persona umana, continuare a mantenere un confronto senza alcuna pressione o coercizione.
Questo episodio preoccupa per la violenza verso il ragazzo coinvolto e i suoi compagni di classe che hanno assistito alla situazione, ma anche perché ci chiediamo se, in pandemia sanitaria, possano essere cancellati tutti i diritti costituzionali, incluso quello del dissenso che se non normato si patologizza, arrivando addirittura a un atto coercitivo come il TSO. Restiamo dunque in attesa di chiarimenti.
Dr.ssa Marilisa Picca