ARTISTI SALENTINI / APRILIS PETRACHI
di Raffaele Polo______
La nostra terra è ricchissima di uomini e donne illustri che, in ogni tempo, hanno realizzato opere meritorie. Purtroppo, di molti di loro pochissimo è rimasto, nella memoria sovente indolente della Cultura Salentina.
Praticamente, ogni paese, ogni località del Salento ha almeno un paio di ‘illustri’ personaggi che va riscoprendo con colpevoli ritardi. Tra questi vogliamo ricordare la singolare figura di Aprile Petrachi, scultore, pittore, artigiano finissimo che visse dal 1637 al 1716 a Melendugno e operò in una sua ‘fabbrica’ tra le più rinomate e ricercate dai contemporanei.
Se vi capita, visitate la Chiesa del Crocifisso di Galatone e soffermate la vostra attenzione sulla porta d’ingresso, sulla cantoria ma soprattutto su ‘cielo appeso’, formato da sessanta tessere ottagonali, tutte intagliate con maestria e precisione dal maestro melendugnese.
Pare che, con certosina pazienza, Petrachi trasportasse personalmente, a dorso d’asino, proprio le assi e le forme da assemblare, nel lungo tragitto fra Melendugno e Galatone. Ma, naturalmente, anche la Chiesa di Melendugno conserva, nonostante i restauri, molto dell’opera del suo figlio prediletto…
Anzi, ad avallare l’idea che Petrachi fosse un tipo originale, viene tramandato che, nella sua ‘Ultima Cena’, tenuta nascosta per molto tempo ma ricomparsa ed assemblata nel generale recupero architettonico del 1980, mancasse la testa dell’apostolo Giuda. Era stato lo stesso scultore a realizzarla, trovando fra i suoi compaesani il modello giusto e raffigurandolo come il Traditore. Ma poi, pentitosi per quella evidente forzatura che non era certamente onorevole per l’interessato effigiato, facilmente riconoscibile, decise di decapitare il Giuda, sfregiando l’intera composizione che, perciò, rimase custodita e incompleta nei locali della sagrestia…
Poi, la creazione ellissoidale è stata inserita al di sotto della mensa eucaristica (nella foto) e non si notano, in verità, teste tagliate, né rifacimenti postumi…
Sempre a Melendugno, un po’ tutti gli altari vengono attribuiti, spesso senza documentata certificazione, al genio di Aprilis Petrachi.
Ma la sua figura, ammantata di mistero, può ben figurare nel vasto pantheon degli artisti salentini: denotando caratteristiche di personale originalità e carattere indipendente e alacre. Come tutti i salentini, del resto…
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