di Elena Vada______
“… Però una cosa buona…”
– Non bestemmiare, Teo…
– Abbiamo evitato, tutti i tuoi parenti accampati nella nostra camera da letto ed in salotto, per una settimana.
– Come sei ingiusto, ci sono mancati la loro allegria, la festa, la pastiera napoletana…. e tutte le specialità che portano sempre…
– Compresi i litigi sulla “ricetta autentica” di questo vostro dolce di famiglia, tramandata di generazione, in generazione.
Zia Rosa, zia Santa, tua cugina Concetta e perfino zio Gennaro, tutti a discutere su chi la fa meglio, e con gli ingredienti corretti. Che litigi… che urla! Un vociare da mercato del pesce. Come si trattasse della formula del vaccino anti-Covid o simili.
– Esagerato!
– Invece, quest’anno. Niente agnello, perché, nostra figlia sedicenne, è entrata in cucina, dicendo: “Non voglio sentire odore di bestie morte, cucinate nel forno. CANNIBALI!”
– Però i due turni, hanno funzionato!!!
– Già, noi cannibali, un po’ di capretto arrosto l’abbiamo mangiato, alla fine.
Con lei, torta pasqualina fatta con le erbette, uova in tutte le salse, seitan grigliato, carciofi alla pugliese, riso-patate-cozze alla salentina, insalatine varie…
– Ma, quando nostra figlia, Mariateresa, si è chiusa in camera, hai addentato quel cosciotto d’agnello, come fosse l’ultimo pasto d’un “condannato a morte”.
– Vabbè, le cattive abitudini sono dure a morire. Però i taralli e l’agnello di pasta di mandorle, che ha mandato mia zia da Lecce, quelli li ha divorati… tua figlia.
Quando rompe le scatole è, sempre, ” mia figlia”, lasciamo perdere.
Per stasera, noi cannibali, abbiamo ancora un po’ di pasta al forno, con le polpettine di carne, alla leccese.
– Meno male…
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Category: Costume e società, Cronaca