“Mi fermo per capire chi sono, e per ritrovare me stesso…Questo calcio di oggi, io non lo riconosco più”

| 23 Marzo 2021 | 0 Comments

di Mattia Ala______“Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più”.

E’ il passaggio più significativo della lettera con cui l’allenatore della Fiorentina Cesare Prandelli, 63 anni, di Orzinuovi, provincia di Brescia, oggi ha rassegnato le dimissioni.

La Società, come comunicato dal suo sito “con enorme dispiacere, ha accolto la richiesta del tecnico comprendendone le ragioni, che vanno oltre il calcio giocato”.

 

Cesare Prandelli fece riflettere tutto il mondo del calcio già nel 2004, quando, pur avendo raggiunto il suo primo ingaggio importante, con una grande società, la Roma, si dimise prima dell’inizio del campionato, per poter stare vicino a sua moglie Manuela, colpita da una grave malattia,  una vicenda che commosse gli Italiani anche per le toccanti parole, umanamente nobili, con cui l’allenatore la annunciò.

 

Oggi Cesare Prandelli non solo fa riflettere, ma scuote da cima a fondo un mondo profondamente cambiato, in cui in tanti come lui faticano sempre di più ritrovarsi, ridotto come è a spettacolo televisivo, a industria dell’intrattenimento, a esercizio di operazioni finanziarie, e incalzato da ritmi frenetici, in cui le ragioni del business prevaricano ogni aspetto umano e spesso anche propriamente sportivo, quelli che ancora rimangono.______

 

LA LETTERA INTEGRALE DI CESARE PRANDELLI

«Firenze, 23 marzo 2021. È la seconda volta che lascio la Fiorentina. La prima per volere di altri, oggi per una mia decisione. Nella vita di ciascuno, oltre che alle cose belle, si accumulano scorie, veleni che talvolta ti presentano il conto tutto assieme.

In questo momento della mia vita mi trovo in un assurdo disagio che non mi permette di essere ciò che sono. Ho intrapreso questa nuova esperienza con gioia e amore, trascinato anche dall’entusiasmo della nuova proprietà. Ed è probabilmente il troppo amore per la città, per il ricordo dei bei momenti di sport che ci ho vissuto che sono stato cieco davanti ai primi segnali che qualcosa non andava, qualcosa non era esattamente al suo posto dentro di me.

La mia decisione è dettata dalla responsabilità enorme che prima di tutto ho per i calciatori e per la società, ma non ultimo per il rispetto che devo ai tifosi della Fiorentina. 

Chi va in campo a questo livello, ha senza dubbio un talento specifico, chi ha talento è sensibile e mai vorrei che il mio disagio fosse percepito e condizionasse le prestazioni della squadra. 
In questi mesi è cresciuta dentro di me un’ombra che ha cambiato anche il mio modo di vedere le cose. Sono venuto qui per dare il 100%, ma appena ho avuto la sensazione che questo non fosse più possibile, per il bene di tutti ho deciso questo mio passo indietro.

Ringrazio Rocco Commisso e tutta la sua meravigliosa famiglia, Joe Barone e Daniele Pradè, sempre vicini a me e alla squadra, ma soprattutto ringrazio Firenze che so che sarà capace di capire.

Sono consapevole che la mia carriera di allenatore possa finire qui, ma non ho rimpianti e non voglio averne. Probabilmente questo mondo di cui ho fatto parte per tutta la mia vita, non fa più per me e non mi ci riconosco più. Sicuramente sarò cambiato io e il mondo va più veloce di quanto pensassi. Per questo credo che adesso sia arrivato il momento di non farmi più trascinare da questa velocità e di fermarmi per ritrovare chi veramente sono”. 

 

Category: Costume e società, Sport

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