…E COSI’ IMPARERO’ AD USARE L’ASPIRAPOLVERE
di Raffaele Polo______
Parlano fitto fitto mia moglie e mia cognata, parlano al telefono da almeno mezz’ora, cosa avranno da dirsi, ogni volta, visto che si sentono tre, quattro volte al giorno. Ma il mistero delle donne al telefono non è stato ancora svelato.
Lo stesso arcano che, poi, si realizza anche quando si vedono di persona. Iniziano subito un fitto scambio di battute, di storie, di convenevoli inframezzati da risatine, gestualità e scoppi di voce. Insomma, non si capirà mai quale sia il filo conduttore che unisce la colloquialità spontanea femminile a quella sorta di complicità fra donne così bene esemplificata da Edoardo De Filippo in ‘Natale in casa Cupiello’, quando il protagonista cerca, invano, di ascoltare e comprendere ciò che si dicono madre e figlia… Ma non c’è niente da fare, il ‘telegrafo senza fili’ funziona perfettamente e all’uomo non è dato comprendere nulla.
Pure, da qualche parola sparsa qua e là, riesco a intravedere che l’argomento della conversazione sono le ‘pulizie’. Ovvero tutti i relativi corollari che riguardano soprattutto gli attrezzi utilizzati per fare sempre meglio e soddisfare quella istanza innaturata verso la sospirata ‘mancanza di polvere’ che è l’ideale di tutte le casalinghe.
Mi sono fatto piccino e mi sono rintanato lontano; so per esperienza che l’argomento viene facilmente ribaltato contro il malcapitato che, subito, è accusato (peraltro giustamente…) di non fare nulla per alleviare l’onere delle ‘pulizie’ e partecipare di buona voglia alla bisogna.
Mia cognata, peraltro, pareva consigliare a mia moglie l’ultimo ritrovato della tecnica in materia. ‘Costa molto’ l’ho sentita che diceva. Poi, non ho sentito altro, ma bastava attendere un poco e avrei capito di cosa si trattava…
La telefonata è finita, ho finto di nulla e sono ricomparso nei paraggi dove era il bastone della mia vecchiaia (c’è poco da fare ironia, lo so che la frase è riferita ai figli, ma l’idea del reciproco sostegno c’è sempre, anche fra i coniugi che sono bastoni uno dell’altro, uno per l’altro, si bastonano insieme, vabbè, lasciamo perdere…) che mi ha guardato in tralice e ha indicato il telefonino.
‘Dovremmo cercare un nuovo aspirapolvere’ ha detto. ‘Tu che sei sempre buttato al cellulare a comprare cose inutili, vedi se ne trovi uno come lo voglio io’ ha aggiunto. E mi ha sciorinato le caratteristiche che l’attrezzo doveva avere: peso, dimensioni, portata, serbatoio, consumo, non è sfuggito nulla.
Naturalmente, ce n’erano centinaia in vendita, ho sudato freddo perchè alcuni, molto vicini alla perfezione, costavano più di mille euro… Ma mi è andata bene. Alla fine, ne abbiamo trovato uno che ‘poteva andare’ e non superava i cinquecento euro di costo, tutto compreso.
‘Potrebbe andare, questo?’ ho chiesto.
‘Aspetta, non avere fretta’ ha detto la luce dei miei giorni.
E si è messa subito in comunicazione con la sorella, immergendosi in un lungo conciliabolo.
‘Esco, cara, vado a fare il giro dell’isolato’ ho detto, inforcando la mascherina e recando con me la indispensabile autocertificazione.
Fuori, non c’era un cane. Solo i due gatti di casa, Macchia Nera e Mimì, che mi hanno guardato con superiorità. Ho iniziato a girare attorno alle villette che sono affianco alla mia abitazione, suscitando l’abbaiare dei cani che hanno intonato il solito coro di latrati e ringhi che intessono quando passa qualcuno davanti al loro spazio di guardia….
Che vita, non ho potuto fare a meno di pensare, rientrando a casa dopo aver percorso tre volte il percorso dal numero 23 al 31 che sono io, della via dove abito…
In casa, ho subito lavato le mani, poi ho tolto la mascherina e mia moglie ha, per un attimo, interrotto la sua conversazione telefonica.
‘Va bene’ ha detto. ‘Puoi ordinare l’aspirapolvere’. Poi, mi ha guardato severa e ha aggiunto: ‘Naturalmente, dovrai imparare ad usarlo anche tu…’
Il mio silenzio è stata la risposta più adeguata alla minaccia.
‘Qui io sto fermo, non posso fare altrimenti’ disse Martin Lutero. E fece una brutta fine….
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