L’AMMINISTRAZIONE DI TRICASE REVOCA LA CITTADINANZA ONORARIA CONFERITA NEL 1924 A MUSSOLINI, A OTRANTO MANIFESTI PER CHIUDERE LA BOCCA A CHI NON E’ DI SINISTRA. LA CAMPAGNA ELETTORALE E’ INIZIATA
di Valerio Melcore_______
Il Comune di Tricase potrebbe essere preso ad esempio in merito al coraggio e al modo di fare di tanti italiani, sempre pronti a correre dietro al vincitore e quindi a chi ci può rendere la vita più facile e garantirci la pagnotta senza doverci sforzare più di tanto.
Nel 1924 il Comune di Tricase conferisce la cittadinanza onoraria a Benito Mussolini, capo del fascismo e da pochi mesi alla guida di un Governo che vede presente tutti i partiti italiani, con la sola esclusione dei socialisti e comunisti.
Oggi a quasi un secolo di distanza, l’amministrazione tricasina sente la necessità impellente di togliere la cittadinanza al Duce per le motivazioni che poi leggeremo.
Il sindaco di Tricase però ha espresso il suo voto contrario e ha motivato la sua decisione sostenendo che: “… va rispettata una pagina di storia – aggiungendo poi – frutto peraltro, come ribadito, della coercizione dell’epoca”.
Guardiamole queste date.
Nel 1922, a seguito delle violenze consumate in tutta la nazione, dalle sommosse, all’occupazione e distruzione di fabbriche, dai raccolti dati alle fiamme dalle bande organizzate da socialisti e comunisti, il cosiddetto Biennio Rosso (1919-1921), tutti i partiti anticomunisti decisero di unirsi e partecipare alle elezione con un’unica lista. Tanti partiti e tante culture differenti, come: nazionalisti, popolari, sindacalisti, anarchici, personaggi che avevano militato a destra e a sinistra, lo stesso Mussolini era stato direttore dell’Avanti, organo del Partito Socialista, si misero insieme per bloccare le forze che avevano messo a ferro e fuoco la nazione. La lista conseguì il 60% dei consensi.
Il governo era ancora fragile, ma “l’eroica” Amministrazione di Tricase, pensò bene di bruciare la concorrenza, per cui conferì la cittadinanza onoraria a Benito Mussolinicapo del governo. Altri comuni italiani lo faranno, ma molti anni dopo.
Come dicevano purtroppo per la sinistra, anche se può disporre di tanti programmi in Rai e può godere dell’appoggio dei più importanti giornali, per non parlare delle centinaia di siti web che hanno il compito di vomitare odio su tutti quelli che non si piegano alla cultura della sinistra, non riescono più a spaventare gli italiani con il pericolo del Fascismo, ben altre paure e preoccupazioni hanno i cittadini.
I Comuni da sempre intitolano strade e piazze a personaggi politici, dalle più disparate ideologie, de Gasperi e Togliatti si sono fatta la guerra per decenni, e ad entrambi sono intestate delle vie.
Se poi l’incompatibilità è dovuta al fatto che durante la Seconda Guerra Mondiale, Mussolini si alleò con Hitler nel 1940, credendo nella guerra lampo che avrebbe portato enormi vantaggi all’Italia, e dato ch perseguitava gli ebrei, facciamo presente che il capo di Togliatti, ossia il capo del Partito Comunista Italiano, era Stalin.
Ora non si capisce perché non vengono cancellate le vie o le piazze o le scuole, intitolate a Togliatti braccio destro di Stalin, appartenente ad un’ideologia che solo in periodo di pace ha prodotto 100 milioni di vittime innocenti.
Un personaggio capo di un partito e di un sindacato, che ha dato il suo avvallo a quei comunisti dopo il 1945, quindi a guerra finita, massacrarono 30.000 italiani e 300 mila riuscirono a mettersi in salvo abbandonando precipitosamente le loro case e ai loro beni.
Sia ben chiaro ho posto l’accento sui comunisti perché sono loro che più di tutto ne hanno avuto un ritorno politico investendo sull’odio e inventando continuamente nuovi mostri e nuovi fascisti. Una volta era Andreotti o Cossiga, una volta era Craxi, poi Berlusconi, e più di recente, prima Grillo e poi Salvini.
Potremmo parlare dei democraticissimi Stati Uniti a cui l’Italia Repubblicana e sempre stata sottomessa, che per quanto riguarda il razzismo a ben poco da invidiare a Hitler, basti pensare che ancora nel 1965 esistevano le leggi di discriminazione razziale.
Non è un caso se il più grande storico del Fascismo, il socialista Renzo De Felice sosteneva che in Italia ancora non si può scrivere la storia perché la politica la utilizza a suo piacimento.
A quei consiglieri che hanno promosso l’operazione, che non conosco ma la cui collocazione immagino quale sia, consiglio di leggere gli scritti di Pierpaolo Pasolini su ” Il fascismo degli antifascisti” e cosa pensava di coloro che fanno gli antifascisti in assenza di fascismo.
Ora dopo aver tolto la cittadinanza a Mussolini, coerenza vorrebbero che tutte le opere realizzate durante i l Fascismo fossero rase al suolo. Sarebbe divertente vedere le nostre città a partire da Lecce quale fisionomia avrebbero, e magari accorgersi che si fa fatica a riconoscerle.
Category: Costume e società, Cronaca, Cultura, Politica