DIRETTA STREAMING DALLA RUSSIA PER PIETRO ROMANO

| 26 Febbraio 2021 | 0 Comments

Riceviamo e volentieri pubblichiamo. La casa editrice iQdB ci manda il seguente comunicato______

Pietro Romano autore di Case Sepolte (I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno) leggerà in diretta streaming a San Pietroburgo in occasione della presentazione della rivista “Circus Olympus + TV”. Traduzione in russo di Olga Logoch. 27 febbraio 2021 ore 19,30 (ore di Mosca) / 17,30 in Italia

 

Uscito da poco per i Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, il nuovo lavoro di Pietro Romano (nella foto), è un vero e proprio esperimento editoriale che fonde prosa poetica, poesia e sagacia aforismatica in un’alchimia perfetta di emozioni e suggestioni di grande letteratura. L’esistere, la vita di ogni giorno, vissuta sull’Equilibrio, come categoria non che attende il baratro, ma che bilancia le forze vorticose dell’Essere e dell’Esistere.

Sabato 27 febbraio 2021 a San Pietroburgo (Russia) verrà presentata la rivista di cultura e critica letteraria “Circus Olympus + TV”, all’interno della quale sono stati inseriti alcune poesie tratte dalla raccolta Case Sepolte pubblicato da I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno, tradotti in russo da Olga Logoch.

Pietro Romano interverrà in diretta leggendo in italiano alcuni testi tratti dalla suddetta raccolta alle ore 19.30 (ore di Mosca), ore 17.30 (in Italia). L’evento è nell’ambito della conferenza online “Word Order” dove ci sarà per l’appunto la presentazione  della rivista on line letteraria e di critica letteraria analitica “Circus Olympus + TV”. La serata si terrà online sulla piattaforma Zoom.

Per partecipare è necessario registrarsi. Ecco il link di riferimento

https://poryadok-slov-event.timepad.ru/event/1564292/?fbclid=IwAR3iwO3_Vb5PrZrGAVlOE9wKcEJlk9B6uc9RakjzeLl4SMybwjd5EyKACDc

 

Le “case sepolte” di Pietro Romano sono quelle che abitiamo, ma, soprattutto, quelle che ci abitano. Questa sua raccolta, profonda, struggente e a momenti terribile, è una delle più avvincenti che ultimamente abbia letto. Del resto, per come risulta, non è un insieme per “anime semplici”, oppure per chi crede che la poesia (in questo caso la prosa poetica) possa trasformarsi in magico esorcismo per rendere più gradevole la vita, oppure consolazione o carezza o speranza.

Non a caso quando il tutto risulta un inseguire l’estremo o l’apice dell’assoluto, il gioco risulta oltremodo duro, a momenti criptico, sferzante, anche quando tenta di ridare un senso vitale oppure cerebrale alle asserzioni fatte o, meglio, ricercate, quali ripercussioni di domande fondamentali, di domande che, senza pausa, ti scarnificano dall’interno. Il sedersi sul limite porta a confrontarsi, in ogni istante, con l’abisso (inferiore o superiore che sia). La morte e il tempo sanciscono i rintocchi “dell’orologio consapevole”, come lo definiva Emily Dickinson, così che la risolutezza muta, volutamente, sezione dopo sezione, il diario diacronico della riflessione e delle immagini, consegnandoci singoli sostantivi, brevi abbinamenti verbali, frasi più complesse, incise su lastre che, via via, si sgretolano, con il sopravvenire di quelle a seguito.

Così è infine l’esistenza, quando la memoria, a pensarci bene, risulta vano accessorio, se quel che rimane è corpo e anche spirito definitivamente coperti, cancellati, ridotti al silenzio, avvolti dalla terra, oppure sparsi su di essa. Il linguaggio usato, in tal modo, non può che segnare interstizi in cui il diradamento, la scansione, indicano lo spazio tra colpo e colpo e colpo dello scalpello. (dalla Prefazione di Gian Ruggero Manzoni)

 

Buona parte della scrittura di Pietro Romano è un susseguirsi ossessivo di domande alla ricerca di un impossibile incontro con sé stesso, che resta in una sorta di nonluogo e nontempo, tra l’atto del vivere morendo e del morire vivendo, istante dopo istante, annullando, perciò, la durata del gerundio, come dice in una sua riflessione, in preda ad un estraniamento esistenziale, che lo precipita nel vuoto, luogo per eccellenza ed eccedenza della poesia, che l’abita tra una parola e l’altra, nel bianco senza segni della pagina non violata. (Dalla post – fazione di Franca Alaimo)

Pietro Romano (Palermo, 1994) è laureato in Italianistica con una tesi sulla produzione poetica di Nino De Vita presso l’Alma Mater Studiorum di Bologna. Ha pubblicato due raccolte poetiche, dal titolo Il sentimento dell’esserci (Rupe Mutevole, 2015) e Fra mani rifiutate (I Quaderni del Bardo, 2018). Collabora con varie riviste, cartacee e online.

I suoi versi sono stati tradotti in russo («Мой дом — до молчанья», “La mia casa è prima del silenzio”, Free Poetry, 2019, con prefazione e traduzione di Olga Logoch, collana di poesia italiana a cura di Paolo Galvagni, traduzione di Fra mani rifiutate), greco, catalano e spagnolo, e inseriti nell’antologia Le parole a quest’ora (Free Poetry, 2019, a cura di Paolo Galvagni).

Info link

I Quaderni del Bardo Edizioni di Stefano Donno

https://iquadernidelbardoedizionidistefanodonno.com/posts/3418380219662869408?hl=it

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Category: Costume e società

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