‘AMBIENTE SVENDUTO’, TARANTO ATTENDE GIUSTIZIA
(Rdl)______E’ ripreso questa mattina a Taranto nell’aula magna della scuola sottufficiali della Marina militare di San Vito, con la requisitoria del pm Mariano Buccoliero,, il processo così detto “Ambiente svenduto”, vale a dire i disastri ambientali causati dall’Ilva relativi alla gestione della famiglia Riva, a carico di quarantasette imputati, di cui quarantaquattro persone e tre società.
Tra gli imputati, i fratelli Fabio e Nicola Riva, dell’ex proprietà Ilva, l’ex responsabile Rapporti istituzionali Ilva Girolamo Archinà, l’ex governatore della Puglia Nichi Vendola, l’ex sindaco di Taranto Ippazio Stefano, l’ex presidente della Provincia Gianni Florido, l’ex presidente dell’Ilva ed ex prefetto di Milano Bruno Ferrante, l’ex assessore regionale Nicola Fratoianni, gli ex dirigenti ‘fiduciari’ dei Riva, un legale Ilva, l’ex direttore generale Arpa Puglia, Giorgio Assennato.
A vario titolo sono contestati tra l’altro i reati di associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale, due omicidi colposi in relazione alla morte sul lavoro di due operai.
Le parti civili costituitesi in giudizio sono circa mille.
La storia del processo, che è ancora in primo grado di giudizio, è emblematica. Anni di indagini, durante i quali nel 2012 ci fu il sequestro degli impianti dell’area a caldo dello stabilimento siderurgico e nell’arresto di una parte dei vertici aziendali, a cominciare da esponenti della famiglia Riva, allora proprietaria della fabbrica.
Poi il rinvio a giudizio, ma annullato per un vizio di forma, quindi il secondo rinvio a giudizio nel febbraio 2016 e le varie udienze, fino a quella odierna, per cinque anni.______
L’APPROFONDIMENTO nei nostri articoli del 4 febbraio 2015; del 30 marzo e 4 ottobre 2016; e del 17 gennaio scorso