LA RECENSIONE / ‘Orecchie agli autori!’ DI LUIGI MAZZOTTA
di Raffaele Polo______
Diciamo subito che il protagonista di questo ‘Orecchie agli autori!’ (I libri di Icaro, 254 pagine, 21 euro) è lo stesso autore, ovvero Luigi Mazzotta (nella foto), classe 1961, salentino trapiantato a Roma.
Ed è il suo girovagare, da intellettuale’ tra libri, letture, reminiscenze e postille introspettive che finisce per affascinare, dopo una istintiva, quasi viscerale mossa di rifiuto che proviamo verso chi ci propina la sua scienza e il suo grande ego, applicato alla lettura. Abbiamo paura, forse, che sia qualcuno che, venendo in competizione con la nostra conclamata voracità letteraria, sia a chiederci ragione del nostro scibile e ci confronti con durissime vette nozionistiche da scalare…
Ma non è così, con Mazzotta. Abbiamo, anzi, riscoperto in lui un piacevole interlocutore che si sofferma, ad esempio, a pagina 65, a parlarci degli Spaghetti alle vongole fujute che hanno la paternità, pare, dello stesso De Filippo, che è una specie di Omero a cui si attribuisce un po’ di tutto… Noi, nel Salento, abbiamo un piatto simile, ovvero le patate all’agnello scappato, che la mamma ci cucinava spesso e nella quale tentavamo di individuare il sapore del certamente prezioso intingolo che, però, al momento ci sfuggiva…
E tutto il libro, questo simpatico susseguirsi di ‘orecchie’ fatte alle pagine per sottolineare qualcosa che ci ha colpito, è un continuo rimando, un confronto con le nostre letture, con le impressioni suscitate, in una sorta di gara a chi ne fa di più, di quelle orecchiette che, da bambini, la maestra ci insegnava non si dovessero fare. Né quelle, né sottolineare le righe del libro, un terribile misfatto che sarebbe stato punito…
Scuole di pensiero diverse, ma le abbiamo dissepolte dalla nostra profonda memoria proprio grazie a Luigi Mazzotta, che commenta un bel novero di scritti di tutti i tipi che spesso ci hanno sorpreso per la loro evidente saccenza, ma che, ancor più spesso, ci hanno rasserenato perchè abbiamo intravisto, dietro il paravento della cultura e del nozionismo, un fondo di aurea bontà.
Del resto, come ci conferma Maurizio Stefano Mancuso, nella sua prefazione: “(Mazzotta)…è semplicemente un lettore impegnato. Anche le sue specifiche competenze disciplinari e professionali (che sono di tipo sociologico ed economico, oltre a quelle su rugby, oggetto di un suo precedente libro) non contano qui tecnicamente ma sono state (…) dei riconoscimenti”.
E allora, siamo riconoscenti a Luigi, che ci ha offerto le sue ‘orecchie’ ai libri letti in tanti anni; e condividiamo, perciò, con lui il piacere di leggere delle buone storie.______
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