LA SITUAZIONE DEI PROCESSI IN CORSO. LA FONDAMENTALE NOVITA’ IN SEPARATA SEDE GIUDIZIARIA DI OGGI. LA DOCUMENTAZIONE SULL’INSORGENZA DEI TUMORI ANCHE NEI FETI. IL MOSTRO CONTINUA AD AVVELENARE E AD UCCIDERE, IL GOVERNO A TACERE: “Lei, Presidente, non mostra rispetto né verso i vivi né verso i morti”

| 17 Gennaio 2021 | 1 Comment

(Rdl)______Presso il Tribunale di Taranto, il processo ‘ambiente svenduto’ sui danni provocati al territorio, va avanti da cinque anni, dopo precedenti indagini durate dieci, a carico di tre società e quarantaquattro persone del gruppo Riva, l’accusa principale è di  “associazione per delinquere finalizzata al disastro ambientale e l’avvelenamento di acque o sostanze alimentari, cagionando eventi di malattia e morte nella popolazione residente”: domani lunedì 18 gennaio riprende con una nuova udienza, ma chissà quando l’iter giudiziario sarà compiuto, se mai avrà fine.

 

Presso  la Corte Europea dei Diritti dell’uomo di Strasburgo, va avanti da anni il dibattimento sui ricorsi presentati da cittadini ed associazioni: in questa sede abbiamo una condanna, quella del 24  gennaio 2019, divenuta definitiva in data 24 giugno 2019, con cui la  Corte ha condannatolo Stato italiano per non aver protetto la salute della popolazione tarantina; ma da mesi la battaglia legale fra i promotori dei ricorsi, e lo Stato italiano, si è spostata sull’applicazione pratica di questa sentenza.

 

Oggi c’è un’importantissima novità, sul fronte giudiziario.

L’ha annunciata e ne ha spiegato l’importanza l’associazione Giustizia per Taranto, con una nota che qui di seguito riproduciamo integralmente:

 

NOVE INDAGATI PER LA MORTE DEL PICCOLO LORENZO ZARATTA!

I Pubblici Ministeri, concluse le indagini sulla scomparsa di Lorenzo Zaratta,  ritenendo vi sia una precisa correlazione con l’inquinamento, hanno dato un nome a chi ritengono responsabile della sua malattia e della sua morte: l’ILVA di Taranto!

Lorenzo si sarebbe ammalato per aver assunto, quando era ancora allo stato fetale, le sostanze velenose a lui trasmesse, inconsapevolmente e non certo per sua colpa, dalla mamma che, durante la gestazione, lavorava al quartiere Tamburi.
Sì, avete capito bene: secondo quanto è emerso, le mamme possono trasmettere i veleni dello stabilimento siderurgico ai propri figli, che ben possono ammalarsi e morire per colpa dell’Ilva.
Per la prima volta, dunque, abbiamo un nome: per la prima volta nella storia della nostra città, i responsabili (all’epoca dei fatti) di alcuni reparti dello stabilimento siderurgico dovranno rispondere della morte di un bambino.
Di un bambino come tanti altri, di un bambino che sarebbe potuto essere il nostro, di un bambino che avrebbe avuto tutto il diritto di nascere sano, di giocare, di crescere e poi vivere la sua vita.
Ma a Taranto questo non sempre è possibile: a Taranto si può nascere con una grave malattia legata all’inquinamento e, poi, morire per questo!
A tali conclusioni si è giunti, tra l’altro, a seguito di numerose consulenze tecniche prodotte dalla famiglia Zaratta per il tramite del suo (e nostro) Avvocato Leonardo La Porta, con l’apporto di professionisti di tutta Italia, tra cui la dott.ssa Annamaria Moschetti.
In tutto questo, lo Stato dov’era?
Ed oggi, lo Stato cosa sta facendo per tutelare la nostra Città e i suoi abitanti?
La sentenza CEDU è ancora lì, da quasi due anni ineseguita, nel silenzio assordante del nostro Governo, ben consapevole che l’Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei diritti dell’Uomo per non aver tutelato, tra l’altro, la vita privata dei tarantini.
Continueremo ad aggiornarvi su questa grande battaglia legale, non solo per Lorenzo e per l’intera famiglia Zaratta, ma anche per ogni singolo tarantino, per tutti i bambini nati sotto il cielo di Taranto e per quelli che nasceranno persino altrove, portandosi dietro, però, un nefasto bagaglio genetico.
La strada per la Giustizia è lunga, ma non ci fermeremo finché non sarà compiuta, pur sapendo che non esisterà mai risarcimento adeguato per una vita strappata, a maggior ragione per quella di un bambino: tutto l’acciaio del mondo, davvero senza retorica, non vale la vita di un solo bambino.

La notizia è stata commentata dall’associazione Genitori Tarantini con un aggiornamento e un nuovo invio della lettera al presidente del Consiglio, eccola:

16 gennaio 2021 lettera al Presidente del Consiglio
Trentunesimo invio
Lorenzo aveva 5 anni. La Procura di Taranto accusa di omicidio colposo nove dirigenti dell’Ilva nel periodo della gestione Riva.
Nove avvisi di garanzia sono oggi la speranza per ottenere giustizia. Giustizia per tutti i tarantini, per i genitori di Lorenzo, per Lorenzo per Miriam e per tutti i bimbi che non ce l’hanno fatta.
Fornire una risposta seria e responsabile verso i quesiti indicati nella lettera sottoscritta da migliaia di cittadini e ben 72 Associazioni, costituisce un atto di grande rispetto verso i genitori che hanno sofferto, coloro che stanno combattendo questa battaglia contro il male del secolo e verso i genitori che auspicano un futuro diverso per i loro figli a Taranto.
Lei, Presidente, non mostra rispetto né verso i vivi né verso i morti. Lei resta avvinghiato dalla necessità di dover tenere aperta un’industria inquinante solo per il vantaggio di pochi, sempre gli stessi, sempre quelli, e lì dove anche il mercato chiede a gran voce la chiusura di un’azienda in continua perdita, Lei si mostra sordo.
Di strategico non è rimasto più nulla se non l’incomprensibile tutela del lavoro (a Taranto, a Genova ed a Trieste) a scapito della salute (solo dei tarantini).
Abbiamo incontrato tanti uomini ma pochissimi eroi.
Poteva fare e non ha fatto.
Perché il coraggio non è di tutti.
Riportiamo infine, in relazione al nesso fra inquinamento e insorgenza dei tumori nei feti dei nascituri, il nostro articolo del 12 settembre 2017:

IL CONVEGNO DI QUESTA MATTINA ALL’ ASL DI LECCE CAMBIA LE PROSPETTIVE DELLA RICERCA SULL’ INSORGENZA DEI TUMORI: PIU’ CHE GLI STILI DI VITA SUCCESSIVI, CONTANO LE ESPOSIZIONI AMBIENTALI NEI NOVE MESI NEL GREMBO MATERNO, E DURANTE I PRIMI TRE ANNI DI VITA. PROBLEMATICI NEL SALENTO, ESPOSTO AI VELENI DI ILVA, CERANO, DISCARICHE, DISCARICHE ABISIVE E PESTICIDI

redazione | 12 settembre 2017 

di Massimo D’ Onofrio * (addetto – stampa Asl Lecce)______Gli stili di vita non fanno la differenza: sono le esposizioni ambientali in utero e nel corso della vita che programmano o riprogrammano l’epigenoma che regola l’espressione degli oncogeni e dei geni oncosoppressori, ossia i geni che stimolano la proliferazione delle cellule e quelli che ne inibiscono […]

Category: Cronaca, Politica

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Comments (1)

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  1. Graziano De Tuglie ha detto:

    Eravamo profetici quando ci opponemmo a Cerano sul finire degli anni ’80 fino al referendum consultivo provinciale del 1987. Avevamo l’appoggio dell’Arcivescovo di Lecce mons. Mincuzzi. Poi il presule fu avvicendato e il suo successore cambiò radicalmente posizione. Il settimanale della curia ebbe un sostanzioso contratto pubblicitario dall’Enel, che sponsorizzò anche la squadra di basket.
    Dei rischi prodotti dai fumi di Cerano scrissi più volte su Voce del Sud, una volta pubblicai un paginone intero che Leonardo Alvino corredò con un suo studio universitario sulla direzione dei venti nel Salento.
    Purtroppo ho perso la mia collezione di articoli della Voce del Sud

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