LA CASSAZIONE PER LA STRAGE DI VIAREGGIO: PROCESSO DA RIFARE IN APPELLO BIS, E SENZA IL CAPO DI IMPUTAZIONE DI OMICIDIO COLPOSO, DICHIARATO PRESCRITTO. LA PENA PER MAURO MORETTI E MICHELE MARIO ELIA SARA’ RICALCOLATA SOLO PER DISASTRO COLPOSO. IL NUOVO DOLORE DEI FAMIGLIARI DELLE 32 VITTIME

| 8 Gennaio 2021 | 0 Comments

(g.p.)______Le sentenze si rispettano. Punto. Piacciano o non piacciano.

Rispettiamo.

Esprimiamo solamente la vicinanza alle famiglie delle vittime, che in queste ore stanno esprimendo il loro nuovo dolore.

Comunque sia, difficile dare torto, per esempio, a uno di essi, Marco Piagentini: “Oggi stiamo rivivendo lo stesso dolore che abbiamo vissuto il 29 giugno 2009. Siamo affranti, siamo rimasti senza parole. Come si fa ad escludere l’incidente sul lavoro quando è di fatto un incidente sul lavoro, è una cosa che non si spiega. Abbiamo capito in questo paese a cosa può portare la prescrizione. Viene da domandarsi che senso hanno avuto questi undici anni di avvocati, tecnici, giuristi: ci ritroviamo oggi qua a sentirci dire che tutto e’ prescritto”. 

 

Il processo per la così detta “strage di Viareggio”, cui doveva essere messa la parola fine, a 12 anni dai fatti, non è finito: ci sarà un seguito di appello – bis, affidato alla Corte d’Appello di Firenze.

Lo ha deciso questa sera la Cassazione: ci sarà un Processo d’appello bis soltanto per il capo di imputazione relativo al disastro colposo: per Mauro Moretti, ex amministratore delegato di Fs e Rfi, condannato in appello a 7 anni, e  per Michele Mario Elia, ex ad di Rfi condannato sempre in secondo grado a 6 anni.

Cade l’aggravante relativa alla violazione delle norme sulla sicurezza sul lavoro e, per questo, il reato di omicidio colposo contestato agli imputati nel processo sulla strage è stato dichiarato prescritto.

 

 

La così detta “strage di Viareggio” (nella foto di copertina) fu l’incidente ferroviario avvenuto la sera del 29 giugno 2009 che causò 32 morti.

Avvenne in seguito al deragliamento del treno merci n. 50325, Trecate-Gricignano, e alla fuoriuscita di gas da una cisterna contenente GPL perforatasi nell’urto: si innescò quasi subito un incendio di vastissime proporzioni, con il successivo scoppio della cisterna stessa, che interessò la stazione di Viareggio qualche centinaio di metri a sud del fabbricato viaggiatori e le aree circostanti.

Michele Mario Elia, 75 anni, di Castellana Grotte, ex amministratore di Rete Ferroviaria Italiana, per cui, come fin qui detto, è a processo, divenne nel 2016, country manager per l’Italia di TAP, e lo è stato fino al 2019.

In tale veste, è imputato al processo in corso di svolgimento, in primo grado, presso la Procura della Repubblica di Lecce, che, insieme ad altre diciassette persone, i vertici di Tap e Saipem, lo accusa di aver effettuato i lavori della costruzione del gasdotto Tap, dalla fase preparatoria, a quella esecutiva, dal così detto micro tunnel al terminale di ricezione, sulla base di autorizzazioni  ministeriali illegittime, perché rilasciate in violazione di norme italiane, direttive comunitarie e trattati internazionali, quindi viene loro contestato di aver agito senza le necessarie autorizzazioni ambientali, idrogeologiche, paesaggistiche ed edilizie, in zone invece, appunto, in quanto di notevole interesse pubblico, sottoposte a precisi vincoli; inoltre, viene contestato loro anche lo scarico di acque reflue industriali, nelle falde acquifere della zona, quindi con l’inquinamento che ne deriva.

Il processo ha avuto fino ad adesso una sola udienza: l’11 settembre 2020; riprenderà con la seconda, piùvolte rinviata, venerdì 29 gennaio 2021, ore 9.30, aula bunker Borgo San Nicola.

 

 

Category: Cronaca, Politica

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