TESTIMONIANZE ESCLUSIVE SULLA TRATTATIVA STATO-MAFIA. I MISTERI DELL’ AGENDA ROSSA DI PAOLO BORSELLINO. “REPORT” RIAVVOLGE IL NASTRO E RACCONTA PAGINE SCOMODE DELLA NOSTRA STORIA RECENTE

| 5 Gennaio 2021 | 0 Comments

di Chiara Evangelista______

“Se fossimo in un Paese normale, oggi non si parlerebbe d’altro se non della puntata di ieri. E invece…” mi dice amareggiato un nostro lettore commentando la storica puntata di Report, andata in onda su Rai 3 ieri sera, che ha visto come protagonista la trattativa Stato-Mafia.

E invece noi, nel nostro piccolo, ne parliamo.

 

Il programma ieri ha mandato in onda fra le altre cose al riguardo  un’intervista esclusiva a Salvatore Baiardo, favoreggiatore della latitanza dei boss mafiosi Graviano, il quale ha spiegato come i soldi dei fratelli Giuseppe e Filippo dati a Dell’Utri e Berlusconi, servissero non solo per investire capitali nell’edilizia, ma pure per appoggiare il nascente nuovo progetto politico, già a partire dal febbraio-marzo 1992. È attualmente ancora in corso un’indagine presso la procura di Firenze.

 

La puntata inoltre ha trattato il mistero dell’agenda rossa di Borsellino, non ancora ritrovata. “L’agenda è in più mani” rivela sempre Baiardo. “Non solo, come si presume, in quelle di Graviano e Messina Denaro. Quell’agenda interessava anche ad altre persone. C’è stato un grosso incontro a Orta per quell’agenda rossa. Un grosso incontro”, riferisce sempre Baiardo. Precisando infine di “averla vista” anche lui.

 

Nella ricostruzione dei fatti, sono emerse alcune novità: i databank del pc di Giovanni Falcone, dopo la sua morte, erano vuoti. “Falcone aveva due databank: un casio e uno sharp. Il casio era completamente cancellato e mancava la scheda di memoria. Quando chiedemmo perché il computer fosse vuoto ci dissero che si era smagnetizzato in aeroporto. Ma in aeroporto non si smagnetizzano i pc…” racconta Gioacchino Genchi, ex ufficiale della polizia di stato. Da ciò emerge che non bastava ammazzare Falcone e Borsellino: bisognava anche cancellare e occultare ciò a cui stavano lavorando.

 

La puntata di Report ha il merito di aver portato con testimonianze inedite e documenti esclusivi per la prima volta in televisione il ruolo ricoperto da alcuni settori delle istituzioni nelle stragi del 1992 e in quelle degli anni precedenti. Un filo nero collegherebbe infatti l’attentato alla stazione di Bologna del 2 agosto 1980 alle bombe di Capaci e via D’Amelio in cui furono uccisi Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Mafia, massoneria, terroristi  e servizi segreti deviati hanno contribuito per anni ad organizzare ed alimentare ad alimentare una strategia stragista che puntava alla destabilizzazione della democrazia nel nostro paese, prima, per poi attuare, abbandonati i vecchi referenti politici, una nuova strategia di capitali da riciclare e di trattative con le Istituzioni.

 

Solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci, conduttore del programma. “I Madonia l’avrebbero voluto ammazzare ma hanno avuto lo stop di non fare rumore…” rivela Piccinno, a causa delle dichiarazioni contenute nel libro pubblicato anni fa a firma di Ranucci.

“Un giornalismo fatto di verità evita molte corruzioni” disse Pippo Fava, giornalista ucciso esattamente 37 anni fa da Cosa Nostra per aver raccontato una verità scomoda. Pippo prima di morire fondò un giornale, “i Siciliani”, coinvolgendo i più giovani per insegnar loro che potevano scegliere da che parte stare. “A che serve essere vivi se non si ha il coraggio di lottare?”. Pippo Fava è stato il secondo degli intellettuali e dei giornalisti ad essere ucciso da Cosa Nostra dopo Peppino Impastato. E proprio oggi sarebbe stato il compleanno del giovane Peppino. Avrebbe compiuto 73 anni… Ma ci sono ancora cittadini onesti che non chiudono gli occhi, che fanno il proprio dovere, che sanno contare. Che sanno “contare e camminare”, come direbbe Peppino. 1,2,3…100. Cento Passi. Per non dimenticare. Per camminare, a testa alta.

 

Infine, dopo la puntata di iedri di Report, che, testimonianze inedite a parte, ha messo in fila elementi già conosciuti a tratti, in un quadro unitario, adesso c’è lavoro anche per gli storici: si tratta di riscrivere la nostra Storia più recente.

 

 

 

 

Category: Cronaca, Cultura, Politica

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